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Quesito
Gentile P. Angelo,
La ringrazio tantissimo del prezioso aiuto che offre a noi giovani tutti. Abbiamo bisogno di capire che Dio è nella nostra vita e che non può essere al di fuori di essa in tutto ciò che facciamo.
Avrei bisogno di chiederLe un consiglio in merito ad una questione che mi sta preoccupando da un pò di tempo:
10 anni fa ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorata subito e con cui mi trovavo molto bene a parlare. Era credente anche lui, come me. Ma non abbiamo avuto il tempo di conoscerci più profondamente e per vari motivi (tra cui studi e lontananza), ci siamo persi (tra me e lui passano 11 anni di differenza d’età, io 28 e lui 39 anni).
Un anno fa l’ho incontrato per caso (?) e da allora ci comunichiamo regolarmente… sento che lui prova molto per me, come del resto io per lui. Solo che… 5 anni fa, lui è diventato papà di una bambina che tra l’altro vive all’estero insieme alla madre (che lui non ha mai voluto sposare perché si sente di essere stato ingannato ed incastrato da lei in un momento particolarmente difficile). Questa è una situazione lacerante per lui, che è costretto a vedere poche volte all’anno la figlia…
Io quindi mi trovo davanti ad una persona che vive da sola, in perfetta castità, credente, con cui mi trovo molto bene anche quanto a valori ed idee (oltre che sul piano emotivo) e questa situazione di conflitto tra lui e la madre della bambina.
Naturalmente non c’è tra noi uno stare insieme, ma sempre per la fatica di gestire queste situazioni, sia da parte mia, che da parte sua.
Ora, dal punto di vista ecclesiastico so che tra due battezzati è valido il matrimonio religioso… per cui quest’uomo ed io, qualora decidessimo di iniziare un rapporto di fidanzamento, avremmo tutto il diritto di sposarci religiosamente e civilmente. Dall’altra parte (anche leggendo un precedente caso a cui Lei ha risposto), c’è la bambina… una bambina, per la legge naturale è segno del matrimonio, o no?
Cioè, se si volesse agire moralmente e non solo legalmente, sarebbe giusto che lui, invece di sposare un’altra donna, sposasse la madre della bambina che non ama solo per amore della bimba?
O sarebbe meglio in questo caso che non si sposasse per nulla? Un rapporto d’amicizia profonda tra noi potrebbe essere un vero amore, in questo caso?
Come si agirebbe vivendo nel pensiero e nella vita di Dio?
La ringrazio padre, dell’ascolto, mi perdoni la lungaggine, ma avevo bisogno di chiarirmi dentro prima di tutto io per poi gestire meglio la situazione e definire i limiti.
Distinti saluti,
E.
Risposta del sacerdote
Carissima E.,
è vero che i figli dovrebbero essere messi al mondo solo all’interno del quadro istituzionale del matrimonio. Succede però, a causa della fragilità umana, che vengano concepiti anche al di fuori.
Questo tuo amico ha certamente commesso un errore ad avere relazioni sessuali con una donna che non era sua moglie. E la procreazione che ha attuato fuori del matrimonio non è stata una cosa corretta.
Ma non può rimediare a questi errori commettendone un altro: sposare una donna che non vuole sposare. Un tale errore sarebbe foriero di tante brutte conseguenze.
Pertanto le vie che si prospettano per lui sono le seguenti:
o restare da solo e provvedere alle necessità della figlia;
oppure sposarsi con un’altra donna, sapendo che ha dei doveri di giustizia con la donna da cui ha avuto la figlia, e soprattutto doveri di giustizia e di affetto per la figlia.
In questo secondo caso, si comporta in qualche modo come chi, sposato, concepisce dei figli fuori del matrimonio. Ha il dovere di mantenerli e di educarli, anche se non vive e anzi non può vivere con l’adultera.
Ti ringrazio per la fiducia, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo