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Quesito
Gentilissimo Padre,
Le scrivo per raccontarLe un fatto.. da qualche mese convivo col mio ragazzo e incautamente confessandomi non ho rivelato questa cosa al sacerdote, ovviamente senza secondi fini, durante il sacramento della confessione non mi era venuto in mente perchè pensavo non avesse grande peso con la conseguenza di aver fatto la comunione nel peccato..
Solo dopo qualche settimana sono venuta a sapere che fare la comunione in queste condizioni è un grave sacrilegio.. potrò mai essere perdonata per la mia ignoranza? Potrò mai rimediare? Cosa posso fare?
Spero in una sua risposta..
Saluti
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. c’è speranza per tutti, perché Cristo ha espiato, e in maniera sovrabbondante, per tutti i nostri peccati.
Ha compiuto la redenzione, e cioè ha pagato il prezzo del riscatto.
In antico la parola redenzione indicava il prezzo col quale si comperava uno schiavo oppure lo si riscattava per renderlo libero.
Cristo, con la sua passione e morte, ha sborsato il prezzo del nostro riscatto.
Ma nessuno viene riscattato se non accetta di esserlo.
Se vogliamo rimanere nel peccato, il prezzo di Cristo rimane per noi inutilizzato e non ci raggiunge.
2. Ma adesso vengo al tuo peccato, a quel peccato che ti impedisce oggettivamente di essere riconciliata col Signore.
La convivenza prematrimoniale, basata sull’esperienza sessuale, falsifica il disegno di Dio su quegli atti che perdono il loro genuino significato di donazione totale e perpetua.
La convivenza è sinonimo di precarietà. È per sua stessa natura e anche nelle intenzioni di chi vi aderisce un momento di prova.
Positivamente si esclude – almeno per il momento – l’irrevocabilità della donazione.
3. Gli atti sessuali di loro natura manifestano la donazione totale di sé.
Chi li compie in maniera vera si consegna nell’intimo di se stesso.
E si consegna irrevocabilmente perché, ceduto il proprio io all’altro, diventa proprietà dell’altro. Per questo Dio ha detto: “E i due saranno una carne sola”.
4. Ma tutto questo nella convivenza non c’è.
Non ci si dona in totalità perché ci si riserva di decidere.
Non ci si dona in totalità perché si è consapevoli di non appartenere ancora all’altro in maniera irrevocabile.
Non ci si dona in totalità perché si fa contraccezione, e cioé non si vuole dare all’altro quel tutto di se stessi che include anche la propria capacità di diventare padre e madre.
5. Come vedi, la convivenza è tutto il contrario di quello che vuole Dio.
Per questo se tu confessavi questo peccato il sacerdote ti avrebbe detto: “se lei decide di interrompere la convivenza io le posso dare l’assoluzione sacramentale e poi potrà fare la S. Comunione.
Se invece lei non interrompe la convivenza, non posso darle l’assoluzione perché ha la volontà di vivere in maniera palesemente contraria alla volontà di Dio.
E fare la Santa Comunione con Dio in queste condizioni sarebbe solo una bugia, una profanazione del sacramento e cioè un sacrilegio”.
6. Cosa puoi fare adesso?
L’unica cosa che puoi fare è interrompere la convivenza e preparare il matrimonio in castità di vita.
Solo così potrai confessarti, accusare il precedente sacrilegio e poi potrai fare la S. Comunione.
Se invece non interrompi la convivenza, non potrai confessarti. E se lo facessi, il sacerdote non potrebbe darti l’assoluzione, sicché compiresti una nuova profanazione del sacramento, un nuovo sacrilegio.
7. Solo se fosse impossibile tornare indietro dalla convivenza, e questo fosse accertato dal confessore, e solo col fermo proposito di astenerti dalle relazioni sessuali fino al matrimonio potresti ricevere l’assoluzione.
Potresti allora fare la Comunione, ma solo dove non sei conosciuta come convivente, perché diversamente causeresti scandalo e confusione col tuo comportamento.
8. Dinanzi a Dio puoi avere una parziale scusante nel fatto che non eri a conoscenza di tutto questo. Non c’è stata malizia in te.
Ma certo il fatto che tu abbia iniziato un’esperienza di convivenza dandola per scontata, come se fosse cosa buona, l’aver iniziato esperienze sessuali fuori del matrimonio senza porti problemi morale fa pensare.
È segno della gravità della situazione in cui oggi ci si trova: ciò che è male non appare più come tale.
Non ne faccio una colpa a te, carissima.
Ma intanto tu paghi questa situazione che in nessun modo ti aiuta a vivere secondo Dio la fase prematrimoniale e non ti prepara a vivere secondo Dio il futuro matrimonio.
9. Il Signore però ti vuole bene e attraverso una persona amica ti ha fatto sapere in modo molto dolce che ti trovi in inganno.
Torna dunque a vivere secondo Dio, cerca la santità per la quale sei stata creata e redenta, vivi in comunione con i sentimenti di Gesù.
Solo così terrai limpida la tua coscienza e saprai distinguere tra ciò che è secondo Dio e per il bene dell’uomo e tra ciò che è contro il volere di Dio ed è nocivo per l’uomo.
Benedetto XVI domenica scorsa (13 marzo 2011) ha detto: “se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato”.
Ti assicuro la mia preghiera e la assicuro anche per il tuo fidanzato perché possiate avere la forza di fare tutti i passi necessari per vivere bene questo tempo così prezioso per la vostra vita.
A vivere secondo Dio non c’è mai da pentirsi.
Al contrario, decidere di vivere facendo a meno della sua legge piena di amore per noi c’è solo da pentirsene.
Anzi c’è solo da attendere il momento di raccogliere – pieni di dolore – i cocci di quanto ci si è ostinati a infrangere.
Vi saluto cordialmente e tutti e due benedico.
Padre Angelo