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Quesito
Caro Padre Angelo,
Avrei 2 domande riguardo ai peccati sulla sensualità.
Ho letto alcune sue risposte e condivido molto di quello che dice in particolare sul progetto di Dio che ha voluto il matrimonio per far crescere l’amore. Io e mia moglie, dopo 33 anni insieme, lo stiamo vivendo nella realtà alla soglia dei 60 anni ma solo dopo che siamo tornati al Padre da circa 7 anni. Tutt’ora ringrazio il Signore per perché possiamo ancora vivere una sessualità che rafforza il nostro rapporto. Tuttavia essendo in campo sanitario, so bene che è anche una esigenza fisiologica e appagante necessaria. E allora mi domando perché Dio ha creato gli organi sessuali per completare l’unione uomo donna per riservarla alla procreazione.
Purtroppo non riesco proprio a credere che Dio Padre, abbia creato per i suoi figli, una cosa così bella da compiere solo per questo.
Le chiedo cortesemente di aiutarmi a trovarne la ragione?
Riguardo a quello che dice sulla convivenza prima del matrimonio, purtroppo da qualche mese mio figlio di 30 anni è andato a convivere con la sua ragazza 29 anni. Non le nascondo una iniziale soddisfazione mia e di mia moglie perché ci siamo detti che era ora. Però sapendo cosa dice la Parola di Dio, abbiamo solo detto a nostro figlio che siamo contenti della ragazza ma che non condividiamo la convivenza.
Ci hanno consigliato di essere più decisi nel metterli davanti alla situazione di peccato. Ma non ne siamo convinti e non sappiamo come affrontare l’argomento.
Cosa ci consiglia?
Ringraziandola anticipatamente
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. che gli organi sessuali siano ordinati di per se stessi alla procreazione è un dato di fatto simile a quello per cui diciamo che gli occhi sono fatti per vedere.
La loro stessa struttura e il loro dinamismo è essenzialmente ordinato a questo.
È un dato così vero che in anatomia si parla di apparato riproduttivo.
2. E come gli occhi non sono fatti solo per vedere ma anche per mettere in relazione con le altre persone e con il cosmo, così analogamente anche la sessualità nella persona umana acquista un significato nuovo: quello della donazione totale di sé.
Ed è quello che tu stai vivendo adesso.
Pertanto sono d’accordo con te nel dire che Dio Padre non abbia ordinato la sessualità solo al fine procreativo.
Questo è anche l’insegnamento della Chiesa.
3. Ciò che la Chiesa ribadisce è che nell’intimità coniugale i due aspetti sono intrinsecamente congiunti.
Per essere più espliciti: non c’è totale donazione di sé se si esclude volontariamente la propria capacità di diventare padre e madre attraverso la contraccezione. In tal caso infatti si altera il disegno santificante di Dio sulla sessualità e sull’amore umano.
Se questi atti invece, indipendentemente dalla determinazione personale, non possono più suscitare la vita, non per questo perdono il loro intrinseco significato di donazione reciproca.
In questo caso si rimane aderenti al progetto di Dio che nella sua sapienza divina ha disposto così.
4. Venendo adesso al caso di tuo figlio che è andato a convivere non c’è nulla da eccepire su quanto insieme con tua moglie gli hai detto: siete contenti della ragazza, ma non della convivenza.
Con queste brevi parole gli avete fatto capire che non approvate la convivenza e che la ritenete un’esperienza sbagliata perché li priva della dovuta libertà di cui devono godere i fidanzati nel tempo del fidanzamento.
5. Ci sarebbe stato da dire anche qualcosa d’altro, e cioè che la convivenza è caratterizzata dai rapporti sessuali che necessariamente sono contraffatti e non corrispondenti al disegno di Dio.
Sono privi infatti del loro intrinseco significato di totale donazione vicendevole: sia perché escludono di donarsi in totalità e in maniera esclusiva tenendosi aperta la porta per altre soluzioni, sia perché vengono compiuti mediante contraccezione.
Contraddicendo il disegno di Dio sulla sessualità e sull’amore umano, da se stessi si escludono da una strada di santificazione e di piena comunione con Dio.
È questo il motivo per cui sotto il profilo teologico vengono definiti peccato, e cioè sbagliare obiettivo. Nella Sacra Scrittura peccare significa proprio questo: sbagliare obiettivo.
6. Quando due giovani stabiliscono di andare a convivere sotto tale aspetto sono già andati fuori strada, senza che nessuno li esortasse a vivere nella purezza.
Purtroppo oggi anche all’interno della Chiesa non si parla quasi più di purezza, che è invece indispensabile per la santità di vita e per rendere solide le fondamenta del matrimonio.
Madre Teresa di Calcutta aveva detto che il silenzio sulla purezza è un silenzio impuro.
Forse con questo voleva dire che chi non è puro non può parlare di purezza se non fingendo. E pertanto preferisce stare in silenzio.
7. Qualcuno teme che, parlando di castità, i giovani si allontanino ancora di più, ma non si rende conto che invece è proprio a motivo dell’assenza della purezza che i giovani si allontanano.
Gesù ha detto: “Chi opera la verità viene alla luce” (Gv 3,21). Applicato al nostro caso significa che solo nel camminare secondo le vie di Dio ci si avvicina a Dio.
Ogni peccato allontana da Dio.
E quando è abituale e si instaura come forma di vita come nella convivenza allontana sempre di più.
Se poi si specifica che si tratta di impurità, allora non solo allontana, ma aggiunge un’altra cosa: spegne il gusto delle cose di Dio.
In questo momento per tuo figlio, più che parlare, devi pregare e offrire dei sacrifici perché possano essere illuminati sull’obiettivo supremo della loro esistenza. Solo allora da se stessi comprenderanno la necessità di raddrizzare il loro cammino impegnandosi a camminare secondo le vie di Dio.
Ti accompagno in quest’opera così preziosa e ti benedico.
Padre Angelo