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Quesito
Salve Padre Angelo
Vorrei conoscere più in profondità il significato Isaia 58,8.
È per me importante.
La ringrazio e le chiedo una preghiera.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per comprendere il significato di Isaia 58,8 è necessario ricordare il testo precedente in cui il Signore spiega quale sia il digiuno che vuole dal popolo.
Ecco il testo: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?” (Is 58,6-7).
2. Commenta il domenicano Marco Sales: “Il digiuno in sé è un esercizio santissimo: la Sacra Scrittura lo loda, Gesù lo pratica e lo raccomanda, i santi padri ne esaltano l’utilità, in tutti i secoli le anime sante lo hanno praticato”.
Tuttavia “il nostro digiuno, perché sia gradito a Dio, deve condurre lo spirito alla rinuncia ad ogni forma di egoismo e di riprovevole amor proprio e deve fiorire in una sempre più generosa fedeltà nel seguire la volontà di Dio, sorgente di tutte le virtù.
Invano, dice San Gregorio, umiliamo il corpo con il digiuno se l’anima segretamente si insuperbisce, se si lascia trasportare dalle sue passioni sregolate, che sono come altrettante catene che la legano e pesi che la opprimono.
Il digiuno quindi è simile a quei rimedi che da soli o non servono o possono anche nuocere. Ma producono meravigliosi effetti quando sono mescolati con altri.
Per questo lo stesso Santo Dottore aggiunge che quantunque il digiuno se ben praticato sia un esercizio eccellente, pure in se stesso non ha molta importanza perché tutto il suo merito dipende dalle virtù che lo accompagnano”.
3. Perciò giustamente San Gregorio afferma che la carità e l’umiltà devono essere inseparabili dall’elemosina.
Come la carità deve ispirarci tenerezza per assistere i nostri fratelli in ciò che loro manca, così l’umiltà ci deve ispirare il rispetto verso di loro; essi, infatti, anche se non sono ricchi come noi, sono tuttavia uomini e cristiani al pari di noi.
Quando perciò qualcuno s’innalza superbamente al di sopra del povero si rende più degno di castigo disprezzandolo che non di ricompensa aiutandolo; diventa egli stesso più nudo al di dentro che non sia il povero al di fuori, perché è una miseria incomparabilmente più grande essere spoglio di umiltà che essere privo di vesti (cfr. Commento a Giobbe 21,14).
4. Fatte queste permesse diventa chiaro il significato di Isaia 58,8: “Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà”.
Ed ecco di nuovo il commento di Marco Sales: si tratta di “grazie abbondanti che il Signore è disposto a concedere loro se con il digiuno piegheranno pure il cuore alle opere di giustizia e di misericordia. Allora, cioè quando avrai fatto quanto si è detto precedentemente, il tuo digiuno mi sarà gradito.
Come si vede, il profeta non cessa di inculcare la conversione interna del cuore e la pone come unica condizione necessaria per ottenere la salvezza”.
Allora al posto della notte della sventura che avvolge gli empi si avrà la luce della felicità e della salvezza che spunteranno come l’aurora.
Al posto dell’infermità e delle piaghe che gettano il popolo a terra si fruirà sanità perfetta.
Allora la santità (giustizia) sarà la via e ne guiderà il corteo.
E la gloria del Signore ti custodirà.
5. Il testo prosegue dicendo: “Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!»” (Is 58,9).
Mentre Dio è sordo alle preghiere dei falsi digiunatori, si dichiara invece dispostissimo ad ascoltare ed esaudire coloro che adempiono le condizioni del vero digiuno. Dirà: “Eccomi”, espressione di obbedienza pronta e generosa.
San Cirillo dice che quell’Eccomi dichiara “una grande munificenza e prontezza nel comunicare i beni di Dio”.
Con l’augurio che tu possa essere sempre ricompensato così da parte di Dio, ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera secondo i tuoi desideri.
Padre Angelo