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Quesito

Buonasera padre Angelo,
mi chiamo Carlo.
Mi chiedevo cosa ne pensa dell’omosessualità e perché la Chiesa non la accetta?
Grazie buona serata, attendo una sua risposta.
Cordiali saluti


Risposta del sacerdote

Caro Carlo, 
1. quando si parla di omosessualità è necessario distinguere tra inclinazione omosessuale e pratica omosessuale.
Tuttavia prima di dare una risposta è necessario aver chiaro il significato della sessualità.

2. È sotto gli occhi di tutti che i sessi sono simili e dissimili nello stesso tempo.
Simili perché identico è l’ambito. Nello studio dell’anatomia hanno a che fare con l’apparato riproduttivo.
Nello stesso tempo sono dissimili perché non sono identici, sebbene siano uguali nella dignità della persona.
Sono fatti per completarsi a vicenda.

3. Questa complementarietà è certamente fisica, ma è anche psichica.
Si potrebbe andare ancora più in là e dire ad un livello più profondo che le persone maschio e femmina sono complementari.
Nella stessa teoria del gender, nonostante che si dica che il sesso è amorfo, alla fine ci si definisce maschi o femmine.

4. Tornando al nostro discorso, vale a dire sul pensiero della Chiesa in materia di omosessualità, viene detto che l’inclinazione omosessuale non è conforme al significato intrinseco della sessualità, che per sua natura è bipolare.
Si tratta di qualcosa che non è normale perché i sessi sono fatti per completarsi anzitutto sotto il profilo biologico.
Per questo la Chiesa riconosce che vi è un disordine in questa inclinazione.
Si badi bene: non dice che è un peccato o che ci si trova in stato di peccato a motivo di tale inclinazione.
Peccato sono soltanto gli atti, le azioni della persona, non le inclinazioni: queste possono essere ordinate oppure disordinate.
Nel suo magistero la Chiesa dice che l’inclinazione omosessuale è disordinata.
Il Catechismo della chiesa cattolica a questo proposito scrive: “Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova
Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione” (CCC 2358).
Come si vede, nel linguaggio della Chiesa non c’è nessuna colpevolizzazione e confronti di queste persone. Anzi, diche che vanno accolte con rispetto, delicatezza e nella comprensione del loro disagio o della loro sofferenza. Questo è il significato della parola compassione. Forse sarebbe stato più opportuno usare un altro termine perché la parola compassione in italiano e in latino non ha il medesimo significato. In latino indica la partecipazione alla sofferenza, la vicinanza.

5. Per quanto invece attiene agli atti omosessuali la dottrina della Chiesa si esprime così: “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati” (CCC 2357).

6. Va notata la prima espressione usata dalla Chiesa nel dare la valutazione morale: “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura”.
La Chiesa sa che suo compito è quello di trasmettere gli uomini la verità rivelata da Dio e in questo suo compito deve essere fedele.
Inoltre la Chiesa sa che il suo compito, ugualmente identico a quello della Sacra Scrittura, è quello di insegnare le vie di Dio verso la santità di vita
Ecco in merito alcune affermazioni importanti della Sacra Scrittura:
“Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia” (1 Ts 4,3); “Fuggite dalla fornicazione!” (1 Cor 6,18); “Vi ho scritto… di non mescolarvi agli impudichi” (1 Cor 5,9); “Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi” (Ef 5,3); “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor 6,9-10).

7. Nel suo magistero la Chiesa non si limita a presentare ciò che ha detto Dio, ma cerca di presentarne anche le motivazioni.
La Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede “Persona humana” afferma: “Secondo l’ordine morale oggettivo le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile” (PH 8). Manca infatti ad essi la complementarità dei sessi e la connessa capacità di suscitare la vita.
Ugualmente ricorda che “è solo nella relazione coniugale che l’uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto.
Pertanto una persona che si comporti in modo omosessuale agisce immoralmente” (HP 7).
Dice ancora che l’atto sessuale deve aver posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla Comunione sacramentale” (CCC 2390).
Aggiunge poi che “l’attività omosessuale rafforza un’inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento” (HP 7).

Ecco la dottrina della Chiesa, ricavata da ciò che ha detto Dio e che ha come scopo portare alla santità della vita.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo