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Quesito
Buongiorno Padre Angelo.
mi chiamo F., ho … anni e ho un grosso dubbio circa il sacramento della riconciliazione applicato alla mia situazione personale.
Oggi, con un mio caro amico, che reputo serio e colto, parlando della mia attuale situazione spirituale, lui ha affermato che io posso confessarmi senza ombra di dubbio. Naturalmente si parla di confessione con possibilità di assoluzione dai peccati.
Sono rimasto molto colpito dalla sua affermazione e mi permetto di disturbarla per dirimere questo dubbio senza perdere tempo prezioso. Sono ricorso a lei perché avendo letto molti dei suoi interventi sul sito amicidomenicani.it ritengo che lei sia la persona ideale per aiutarmi e sciogliere questo importante dubbio.
La mia situazione è la seguente:
– sposato solo civilmente con mia moglie R., dall’anno 1994, (da giovane ero lontano dalla chiesa e quindi, per coerenza ho optato per quella soluzione, sbagliando);
– Molti anni dopo il mio matrimonio ho iniziato un percorso di fede e di approfondimento della religione cattolica, molto personale, che è cresciuto di giorno in giorno.
– nell’anno (a memoria) 2010, con decreto del vescovo di …, il mio matrimonio è stato sanato dal punto di vista religioso mediante l’istituto della “sanatio in radice” cui avevo ricorso unilateralmente (perché c’erano già dissidi coniugali). Mia sorella (suora di clausura a …) mi aveva suggerito questa possibilità che io avevo attivato immediatamente (con successo).
– purtroppo nel 2014 a seguito di continui e profondi litigi ho deciso di fare un passo indietro separandomi, per il bene di tutti e per la pace in famiglia. Ho provveduto sempre con manica larga a soddisfare tutti i bisogni familiari e ho instaurato un eccellente rapporto con i miei due figli. E fino qui non è successo niente di drammatico dal punto di vista religioso.
– Il 11 gennaio 2022 mia moglie è deceduta dopo una lunga malattia.
Qualche mese dopo la separazione ho conosciuto una donna divorziata, T., con la quale ho convissuto da allora e tuttora convivo. A suo tempo, poco dopo il divorzio, T. aveva cercato di annullare il suo matrimonio religioso presso la Sacra Rota, ma le avevano creato molte (troppe) difficoltà, e lei, che era in una situazione psicologica di grande sofferenza, non se l’è sentita di proseguire nella procedura di annullamento che era risultato troppo gravosa.
Naturalmente pur frequentando la santa messa regolarmente mi sono tenuto lontano (con molto dispiacere) dai sacramenti che mi erano inibiti, da quando ho convissuto con T..
Ora, che continuo a convivere con la mia compagna io sarei uomo libero, religiosamente parlando, a seguito del decesso di mia moglie. Il mio amico oggi ha affermato che senza dubbio, nella mia situazione attuale, posso accedere al sacramento della riconciliazione e a seguire, dell’eucarestia.
Io pensavo invece di no e, allo scopo, mi stavo organizzando per cercare di fare annullare dalla Sacra Rota il matrimonio della mia compagna, perché forse ne ricorrono gli estremi, e successivamente regolarizzare l’unione con la mia compagna contraendo un matrimonio religioso.
T. infatti aveva contratto un matrimonio religioso con una persona che dopo dieci anni le ha confessato di essere omosessuale. Non ha avuto figli durante il matrimonio e, forse, T. è anche stata in parte raggirata in quanto nipote di un uomo molto potente e famoso in Italia presso il quale suo marito ha fatto una brillante carriera, favorito dalla illustre parentela. Forse la volontà matrimoniale era viziata fin dall’inizio, forse.
A questo punto, dopo l’incontro di questa mattina con il mio rispettabile amico, o sbaglio io o sbaglia lui circa la possibilità di confessarmi. Spero di sbagliarmi io naturalmente. Avrei bisogno di un suo autorevole parere per favore, su un tema così importante per la mia vita religiosa.
Qualche tempo fa le avevo già scritto chiedendole di iscrivermi alla confraternita del Santo Rosario, che è mia cura recitare tutti i giorni da quando lei mi ha iscritto.
Sperando di non averla importunata, la saluto cordialmente.
F.
Risposta del sacerdote
Caro F.,
1. non so in base a che cosa l’amico abbia potuto dirti una cosa del genere.
Di fatto tu stai vivendo con una persona che di per sé appartiene ad un altro uomo.
Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica vivi “in una condizione di adulterio pubblico e permanente” (cfr. CCC 2384).
Per questo hai fatto bene ad astenerti dai sacramenti della Santa Comunione e della confessione.
2. Probabilmente ci sono molti buoni motivi per dire che il matrimonio di T. sia nullo.
Tuttavia nessuno è giudice nella propria causa (nemo iudex in causa propria).
La sentenza deve arrivare dall’Autorità ecclesiastica.
3. Inoltre sei in stato di convivenza e come saprai ai conviventi non è possibile dare i sacramenti perché la convivenza è caratterizzata dai rapporti sessuali, che sono leciti esclusivamente all’interno del matrimonio.
4. Solo in un caso potresti ricevere i sacramenti: a condizione che voi due viviate come fratello e sorella e pertanto in perfetta continenza, e che vi accostiate
ai sacramenti là dove non siete conosciuti come conviventi per non generare scandalo o confusione all’interno della Chiesa.
5. Nella tua particolare situazione fai bene a proporre alla tua compagna di riprendere in mano la causa di dichiarazione di nullità del matrimonio.
Con le normative date da Papa Francesco le cose dovrebbero essere più celeri e meno difficoltose.
6. Infine, ma solo per la purezza del linguaggio, la Chiesa non annulla i matrimoni perché ciò che è un Dio ha unito l’uomo non può dividerlo (cfr. Mt 19,6), ma emette sentenze di nullità. Vale a dire: dichiara che quel matrimonio, per quanto esteriormente celebrato, è nullo, invalido.
7. Sono contento che sei iscritto alla confraternita del Santissimo Rosario e che tieni fede al tuo impegno.
Aiutato da così tante preghiere, troverai una soluzione che ti permetterà di vivere pienamente la vita cristiana potendo accostarti alla Santa Comunione e alla confessione sacramentale.
Augurandoti ogni bene per il tuo futuro, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo