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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
Buongiorno
Io le ho già scritto in passato e mi sono molto giovato delle sue puntuali risposte. Torno a scriverle per tre cose.
1. Vorrei essere iscritto alla Confraternita del Rosario.  Ricordo che lei disse di inoltrare la richiesta a lei e lei avrebbe pensato all’iscrizione.  Se ho capito bene, la sola “obbligazione” prevista è la recita dell’intero rosario (ossia le cinque decine dei tre misteri) durante l’arco una settimana. Quindi se uno recita un mistero al giorno (cinque decine) dovrebbe avere assolto l’“impegno,” esatto?  Oltre all’invocazione iniziale (“Dio vieni a salvarmi”), il Pater, le 10 Ave Maria, la preghiera della Madonna di Fatima (“Signore Gesù, perdonaci i nostri peccati, salvaci dal fuoco dell’inferno …”) e il Gloria, non è necessaria anche la recita di altre preghiere prima o dopo (Credo, giaculatorie), giusto? Devo pregare per qualche intenzione particolare? Come?
Io sono … e risiedo in due città: al Cairo (Egitto) e a Milano (Italia).

2. Quando arrivo al Secondo Mistero Glorioso (Ascensione) e al Quarto Mistero gaudioso (Presentazione di Gesù al Tempio), non so esattamente a cosa pensare al di là della scena evangelica. Alla grazia dell’unione della natura umana a quella divina? Al comando di Gesù di evangelizzare e battezzare (Marco 16,15-19, ma vale solo se si prega per chi è credente)? All’umiltà e obbedienza della Vergine Maria che accettò il rito della purificazione anche se non aveva nulla di cui purificarsi? Alla grazia ottenuta da Simeone di tenere in braccio il Bambino (chi si lascia guidare dallo Spirito Santo incontra Cristo)?

3. Io attualmente divido il mio tempo tra Il Cairo, dove passo la settimana per lavoro, e Milano, dove torno a volte. Nonostante ci siano Chiese Cattoliche al Cairo (non tante, ma ci sono), lì la Domenica è giorno lavorativo (come il lunedì da noi). Sono dispensato dalla S. Messa e dal riposo domenicale se la Domenica ho appuntamenti di lavoro non procrastinabili?  Se posso e se viene celebrata, cercherò almeno di partecipare alla Messa Vespertina il Sabato.
Le rinnovo i miei ringraziamenti e le assicuro la mia preghiera.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. sono contento della tua volontà di far parte della confraternita del SS. Rosario perché questo giova molto per la tua santificazione e anche per ottenere dal Signore quanto gli chiedi.
Con l’iscrizione alla Confraternita trovi una moltitudine di fratelli e di sorelle che ti sostiene con la preghiera perché fa proprie le tue richieste.
Nello stesso tempo vieni accompagnato e sostenuto dai meriti e dalle preghiere della famiglia di san Domenico, soprattutto di quella che si trova in Cielo ed è numerosissima.
I nostri Santi pregano per tutti. Ma non hanno abbandonato i vincoli di fraternità e di consanguineità spirituale che avevano di qua.
E pertanto guardano con particolare affetto a quelli che fanno parte della medesima famiglia.

2. Iscrivendosi alla Confraternita del SS. Rosario non diventi membro dell’Ordine domenicano, ma entri a far parte della famiglia di san Domenico.
E ne godi i frutti che sono tre: due per la vita presente e il terzo per la vita futura.
I due frutti per la vita presente sono i seguenti: una sempre crescente attrazione verso il Signore e l’essere difesi sempre e dovunque dai nemici visibili e invisibili.
Per la vita futura meriti di essere presentato davanti al tribunale di Dio accompagnato dalla Madonna che ti farà da avvocata.
Certamente consola il pensiero che questa gloriosa Avvocata non ha mai perso nessuna causa e non la perderà neanche con noi.
Queste tre grazie sono menzionate esplicitamente nella benedizione della corona del Rosario dei membri della Confraternita del SS. Rosario.
Si comprende come mai questa benedizione sia esclusiva dei domenicani.

3. Si tratta di grazie così belle e così grandi che tutti dovrebbero aspirare di far parte di questa Confraternita. Si capisce come mai il Santo Curato d’Ars abbia voluto introdurla nella sua parrocchia e l’abbia particolarmente zelata.
Ti iscrivo in data odierna, 15 novembre 2016, festa di Sant’Alberto Magno, domenicano.
Ti allego a parte una pagellina che potrai scaricare per avere un documento della tua iscrizione.

4. Adesso vengo alle domande che mi hai posto.
Circa la prima mi hai scritto: “Se ho capito bene, la sola “obbligazione” prevista è la recita dell’intero rosario (ossia le cinque decine dei tre misteri) durante l’arco una settimana. Quindi se uno recita un mistero al giorno (cinque decine) dovrebbe avere assolto l’“impegno,” esatto?”.
No, non è esatto perché è necessario recitare nell’arco della settimana le cinque decine delle tre corone, non dei tre misteri.
Ora ogni corona è composta di 5 misteri.
È lecito suddividere la preghiera dei Rosario separando una decina dall’altra.
Ma per ricevere i benefici della confraternita è necessario che al termine della settimana tu abbia recitato complessivamente 15 misteri e cioè 15 decine.
Se non riesci a recitarle tutte non succede niente, non commetti nessun peccato. Ma non benefici delle promesse menzionate.

4. Sulla meditazione del secondo mistero glorioso e del quarto gaudioso ti posso dire queste.
Per l’Ascensione: è il giorno dell’invio ad evangelizzare.
Tra quanti sono inviati ci sei anche tu. Gesù ti vedeva e ti inviava.
Poi, mentre sale in cielo, il Signore benedice i suoi che rimangono sulla terra. E così fa anche con te ogni volta che arrivi a questo mistero. Puoi ricevere questa benedizione per te, per i tuoi cari, per le persone che incontrerai…
La benedizione del Signore è una effusione, una conservazione e moltiplicazione di doni.
Per questa benedizione così efficace e potente ringrazierai il Signore.
Inoltre puoi domandare grazie in virtù di questa benedizione.
Puoi ricordare tutti coloro che evangelizzano e predicano.
Puoi chiedere al Signore che rinnovi incessantemente questa benedizione sulla Chiesa e la rinnovi anche per mezzo della tua preghiera.

5. Per il quarto gaudioso: sì, c’è il vecchio Simeone che corrisponde all’ispirazione dello Spirito Santo e proprio per tale corrispondenza che ha la ventura di incontrare Gesù e di tenerlo nelle sue mani.
In questo mistero però c’è anzitutto Gesù che entra nel tempio.
Entra in quel tempo dove ogni giorno si compiva il sacrificio in attesa che venisse il vero Agnello che col suo sacrificio togliesse il peccato del mondo.
Vi entra e offre se stesso, anticipando così l’offerta che farà dalla croce.

6. Offrendo se stesso vede tutti coloro che avrebbero accolto la sua chiamata a diventare sacerdoti o a consacrarsi al Signore.
Ma vede anche ogni battezzato che in lui impara a offrire se stesso come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio.
È la decina che puoi riservare per i chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata o nella quale offri le tue azioni e al tua vita al Signore.

7. Nel quarto mistero gaudioso c’è anche la vecchia Anna, che dalla morte del marito si era ritirata nel tempio per servire il Signore con digiuni e preghiere aspettando la redenzione d’Israele.
Ebbene, anche noi siano chiamati a diventare come Anna che si prepara alla venuta del Signore e ad incontrare il Signore (anche nei sacramenti) con digiuni e preghiere.

8. Vengo adesso all’ultimo problema: mi dici che praticamente vivi in Egitto e che lì la domenica è giorno lavorativo.
Nella lettera Dies Domini Giovanni Paolo II ricorda che “nei Paesi poi dove i cristiani sono in piccolo numero e dove i giorni festivi del calendario non corrispondono alla domenica, quest’ultima rimane pur sempre il giorno del Signore, il giorno in cui i fedeli si riuniscono per l’assemblea eucaristica. Ciò però avviene a prezzo di non piccoli sacrifici. Per i cristiani non è normale che la domenica, giorno di festa e di gioia, non sia anche giorno di riposo e resta comunque per essi difficile «santificare» la domenica, non disponendo di un tempo libero sufficiente” (Dies Domini 64).
Pertanto se puoi andare al sabato sera partecipi alla liturgia della domenica.
Se invece non puoi andarvi, se è possibile farai qualche sacrificio per andare in orari scomodi la domenica.
Giovanni Paolo II ha ricordato che “ciò avviene a prezzo di non piccoli sacrifici”.
Sono certo che il Signore ti ricompenserà largamente, anzi molto largamente. Sentirai che la tua anima si riempie di grazia e sarai accompagnato da tante benedizioni del Signore. Sicché non riuscirai a fare a meno di quest’incontro domenicale con il Signore e con la Chiesa.

9. Per i primi tre secoli questa fu la condizione di tutti i cristiani. Giorno festivo dappertutto era il sabato e la domenica era giorno lavorativo.
Per questo i cristiani erano costretti ad alzarsi prima del sorgere del sole. Lo testimonia il governatore della Bitinia, Plinio il giovane, il quale in una sua lettera all’Imperatore riferisce che essi avevano l’abitudine “di riunirsi a giorno fisso prima della levata del sole e di cantare tra di loro un inno a Cristo come a un dio” (plinio il giovane, Epist., 10, 96, 7).
Anche Tertulliano ricorda i coetus antelucani e cioè le riunioni prima del sorgere della luce (Apologeticum, 2, 6).
Per tanti cristiani oggi si ripete la medesima situazione. Difficile, senza dubbio, ma meritoria e che rende una bella testimonianza al Signore.

Ti ringrazio per le preghiere che mi hai assicurato. Contraccambio molto volentieri, ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo