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Quesito

Nuovamente buonasera,
come risponderebbe a questa affermazione: “Non è stato Dio a creare l’uomo a propria immagine e somiglianza, ma è stato l’uomo a creare Dio a propria immagine e somiglianza?”.
La ringrazio per le continue risposte!


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. l’affermazione che mi riporti è vecchia.
Feuerbach e Marx avevano detto nella prima metà del 1800 che la religione è un’invenzione della classe capitalista per tenere soggiogati i poveri.

2. Rudolf Otto, quasi un secolo dopo, reagirà a questa affermazione sentendola non vera e in contraddizione con la propria esperienza religiosa.
Sentiva che c’era un riscontro tra i suoi sentimenti religiosi e la realtà, che non si trattava di un’illusione o di una pia consolazione.
All’inizio della sua opera più nota Il sacro, invita “il lettore a rievocare un momento di commozione religiosa e possibilmente specifica. Chi non può farlo o chi non ha mai avuto di tali momenti è pregato di non leggere più innanzi. Perché è difficile parlare di conoscenza religiosa a colui che può ricordare i suoi primi sentimenti dell’età pubere, i propri disturbi digestivi, o, magari i suoi sentimenti sociali, ma non già i sentimenti spiccatamente religiosi” (R. Otto, Il sacro, p. 19).

3. C’è del vero in questa affermazione. Perché non aver mai vissuto un momento di profonda religiosità e discettare sulla religione è qualcosa di simile a un cieco nato che si mette a discettare sui vari colori dell’arcobaleno.

4. Ma adesso affrontiamo di petto l’affermazione che tu hai riportato.
C’è infatti in essa qualcosa di accettabile, ma nello stesso tempo in gran parte è di sbagliato.
Partendo da ciò che è sbagliato nell’affermazione secondo cui sarebbero gli uomini a crearsi gli dei c’è da rilevare un’intuizione di tutti i popoli, anche dei primitivi: l’uomo ha la consapevolezza che la sua vita non dipende totalmente da lui.
Non soltanto è dipendente da tante cose che gli sono necessarie come il cibo, i vestiti, l’aria che respira, l’acqua ecc…, ma è dipendente anche nel profondo del suo essere: sa che la sua esistenza non è totalmente nelle sue mani.
Di quest’esistenza ne è solo ministro, ma non il padrone o il proprietario.

5. I primitivi hanno circondato di un alone di sacralità tutte le realtà delle quali sentivano il bisogno e la dipendenza.
Questo senza dubbio è stato un errore, ma l’intuizione della trascendenza nella quale l’uomo riconosce di dipendere è esatta.

6. I pensatori, partendo da questo, sono giunti con varie prove alla conclusione dell’esistenza di Dio e, anzi, di un unico Dio.
L’affermazione secondo cui Dio è la creazione della classe capitalista per tenere soggiogati i poveri è ridicola.
Dietro parvenza di una trovata intelligente, è tutta da dimostrare.
Così come è da dimostrare che l’umanità sia sempre stata divisa in due classi: una opprimente e l’altra oppressa.
Perché i segni della religiosità che ci hanno lasciato i primitivi erano i segni della gente comune, di tanta gente che non aveva nessun capo perché non ancora organizzata.

7. Ciò che vi è di giusto invece nell’affermazione secondo cui sarebbero stati gli uomini a creare gli dei è questa: i primitivi hanno pensato che gli dei fossero proprio come gli uomini e cioè invidiosi, capricciosi, lussuriosi, avidi, bellicosi, ecc., ecc.
Non ci stupisce allora che i greci immaginassero che Zeus, il re di tutti gli dei, fosse adultero. Così non ci stupisce che gli egiziani pensassero che Osiride, uno dei loro dei, avesse sposato sua sorella, e che, assassinato da suo fratello, venisse vendicato da suo figlio.
Queste sono le storie degli uomini proiettate nel mondo degli dei.
Qui, sì, si deve dire che gli dei del paganesimo per il loro modo di comportarsi erano ad immagine degli uomini.

8. Ma il vero Dio non è ad immagine dell’uomo.
Quel filosofo pagano, di nome Aristotele, vissuto più di 300 anni prima di Cristo, era giunto alla conclusione razionale dell’esistenza di un motore immobile.
Sembra contraddittoria l’espressione di motore immobile. Perché come fa una realtà che muove un’altra a non muovere se stessa passando dalla potenza all’atto?
Anche nel caso che muovesse con un solo atto della sua volontà, ci sarebbe un movimento all’interno della volontà stessa.
Ma Aristotele era giunto a dire che Dio non è così. Dio è diverso dagli uomini. È atto, perfezione assoluta. Non c’è in lui alcun miglioramento o perfezionamento perché è la perfezione assoluta.
Pertanto anche da un solo punto di vista razionale Dio non risulta una creazione degli uomini perché gli uomini non potrebbero pensare o immaginare se non sempre nella linea di ciò che hanno visto, pensato e immaginato.
Ma qui invece sono giunti a comprendere che Dio è diverso da loro. Qualcuno ha detto che è totalmente altro.

9. Se poi passiamo alla religione cristiana, le cose diventano ancora più eclatanti perché ci troviamo di fronte allo svelamento dell’unico Dio che sussiste in tre Persone.
Mai e poi mai l’intelligenza umana con le sue sole risorse avrebbe potuto arrivare a tanto. Tant’è che ancora oggi non poche persone non cristiane, come ad esempio molti islamici, pensano che il cristianesimo sia politeista.

10. Noi sappiamo che Dio è Trinità di persone solo per fede, e cioè solo perché Lui l’ha detto.
La Santissima Trinità non è dimostrabile dalla ragione umana. Rimane sempre una realtà e una verità che è al di sopra delle nostre capacità.
La più grande conclusione cui possa giungere la nostra mente è quella di non trovare contraddizione nel fatto che l’unico Dio sussista in tre persone.
Per cui riusciamo a capire che non si tratta di una realtà assurda e contraddittoria.
Perché se così fosse, Dio chiederebbe all’uomo di rinunciare alla ragione. E questo dopo avergli dato la ragione e dopo avergli comandato di usarla.
Quando Dio, secondo la narrazione della Genesi, ha detto ai nostri progenitori: “«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gn 1,28) ha comandato di usare la ragione fino a conoscere l’intima costituzione della materia e della realtà.

11. Nessuno, mai, avrebbe potuto conoscere il Dio che ci è stato rivelato da Gesù Cristo.
Conseguentemente mai avrebbe potuto crearlo a propria immagine e somiglianza.

12. Pertanto se è vero che gli uomini hanno immaginato gli dei a loro somiglianza, non è così per il vero Dio in cui noi crediamo perché non ha nulla di comune con questi dei.
In conclusione, agli dei a cui pensavano Feuerbach e Marx, proiezioni e creature degli uomini, non crediamo noi.
Siamo noi i primi a dire che gli idoli sono vani, e cioè che non esistono.
Anzi, diciamo che credere a queste cose è addirittura un peccato, ed è un peccato molto grave.
E siamo i primi anche a dire che la predicazione del Vangelo mira anche a questo: a convertire la gente dal culto degli idoli, vale a dire dal culto degli dei che si sono fabbricati a propria immagine e somiglianza.
La storia delle missioni cattoliche non è forse questa?
Questa storia è iniziata duemila anni fa. E ben prima che Feuerbach e Marx venissero a dircelo.

13. E bisognerebbe anche aggiungere che l’annuncio del cristianesimo non termina a dire che gli idoli delle religioni sono vani, ma che tutti gli uomini devono convertirsi.
E che per entrare nel Regno dei cieli è necessario essere conformati nella propria condotta secondo le sembianze di Colui che ci ha creati e che ci ha mostrato l’esemplare in Gesù Cristo.

Con l’augurio che noi possiamo esserlo per primi, ti auguro anche un Santo Natale, ricco di grazia e di consolazioni celesti.
Ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo