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Caro Padre Angelo,
Sono anni che mi ritrovo ogni sera a consultare la sua rubrica leggendo le risposte ai quesiti altrui, e finalmente ho preso coraggio e ho deciso di scriverle io. È poco più di un anno che sono fidanzato con la mia morosa.
Entrambi, prima di metterci insieme, abbiamo avuto storie e percorsi abbastanza complicati ma, ora, io posso dire di aver ritrovato tramite lei il rapporto con Cristo che, negli anni precedenti, avevo completamente perso.
La mia morosa ha una spiccata devozione e grazie a lei ora vado a messa, mi confesso, prego tutti i giorni e, anche se con grande fatica e qualche ostacolo, sto accettando di buon grado la castità prematrimoniale (che non è stata di certo fondamentale per me negli anni addietro).
Mi sento davvero fortunato ad averla accanto.
È per me una grande grazia per la quale prego tutti i giorni…ma non mi basta.
Il percorso è lungo e in questo ultimo periodo mi sento spaventato da qualsiasi cosa, come se tutto fosse una minaccia che puó portarmela via.
Non voglio condizionare le sue esperienze, la sua vita, ma tutto è diventato per me motivo di ansia e spesso, proprio per il gran desiderio di unirmi a lei, ci ritroviamo a peccare.
Questo mi fa sentire d’intralcio al suo percorso verso la santità, al suo rapporto col Signore.
Vorrei sposarla, ma l’età, il lavoro e tutto il resto non lo permettono, e mi ritrovo a vivere col desiderio di una vita insieme ma con l’impazienza di fare tutto e subito.
Sono certo dei miei sentimenti e della presenza di Cristo nel nostro rapporto, ma ho molta difficoltà ad affidare questa cosa perché penso che dipenda da me, anche se in fondo so che non è cosi.
La mia fede è forse troppo fievole per prendere coscienza di quello che mi viene dato ed affidarmi a Cristo?
Come posso vivere al meglio il rapporto con la mia ragazza, senza peccare, e senza avere il timore di perderla? E soprattutto, le ferite che ci siamo inflitti a vicenda a causa dei rapporti che abbiamo avuto, possono mettere a rischio il nostro futuro rapporto?
La ringrazio.
Carissimo,
ti chiedo scusa anzitutto per il forte ritardo con cui ti rispondo, ma come vedi non ti ho dimenticato.
1. Sono contento che attraverso la tua ragazza hai ricuperato il rapporto con Cristo.
È la grazia più grande che hai ricevuto. E non solo perché Gesù Cristo è il nostro Signore (Colui dal quale riceviamo costantemente tutto) ed è il nostro Salvatore (Colui che ci ama infinitamente e ci vuole in ogni momento liberati da ogni male), ma è anche Colui che nel quale tu conservi come in uno scrigno prezioso la tua morosa.
2. Se stai unito a Cristo mediante la grazia e se fai di tutto perché anche la tua ragazza sia sempre unita a Cristo mediante la grazia puoi stare sereno: rimarrà sempre tua.
3. Puoi invece cominciare a dubitare ed ad essere incerto se ti separi da Cristo perché ti allontani da Colui che la custodisce e ti consegni al tuo avversario mediante il peccato.
Il nostro avversario – quando viene – viene solo per rubare, per distruggere e per uccidere.
Ugualmente può succedere la stessa cosa se lei si consegna al suo avversario.
Pertanto la tua preoccupazione più grande dev’essere di non separarti da Cristo, di non perdere la sua grazia perché se la perdi è la stessa cosa che metterti nelle mani del tuo nemico.
4. È un’illusione del tuo avversario quella di farti credere che solo trasgredendo il comando del Signore potrai ulteriormente avvicinare a te la tua morosa e conservarla per sempre.
Non è stata quella l’illusione in cui è cascata Eva quando si è lasciata sedurre dal demonio?
Questi le aveva detto: no, mangia pure, non morirai affatto, diventerai come Dio (Gn 3,5), e cioè sarai in grado di conservare tutto con la tua forza.
Ma dopo aver ceduto si è trovata povera (Gn 3,7) e in balìa del suo avversario.
Tutto è diventato insicuro per lei, anche l’affetto per l’uomo per il quale provava attrazione perché questi ha cominciato a dominarla (Gn 3,16).
Prima del peccato Adamo era a servizio di Eva, come esige l’autentico amore.
Dopo il peccato la domina e così tra i due si rovinò quella comunione che era veramente bella, riflesso nella loro vita della perfetta comunione delle tre Persone divine.
5. Passando ai consigli pratici due sono le cose che ti consiglio per rendere più sereno e più sicuro il tuo fidanzamento: l’impegno ascetico e l’aiuto della grazia.
L’impegno ascetico si esprime attraverso la volontà di rimuovere con prontezza pensieri impuri e situazioni pericolose.
Aveva ragione San Giovanni Cassiano (grande maestro di vita spirituale) a dire che se permettiamo al demone dell’impurità di affacciarsi alla nostra mente, vi si infiltra poi con tutto se stesso e diventa difficile stanarlo.
Questo primo impegno deve durare per tutta la vita.
È così che con i fatti ci fidiamo di Dio e possiamo essere certi di custodire i suoi doni (compresa la morosa) per sempre.
6. Ci vuole poi l’aiuto della grazia.
San Tommaso dice che il minimo grado di amore di Dio è sufficiente per resistere a qualunque concupiscenza della carne.
Prova ad impegnarti con questo preciso obiettivo: voglio essere casto per amore di Dio, per amore di Gesù Cristo.
Il nostro amore per Dio si esprime con i fatti.
Se questi non ci sono, si tratta solo di una parola vuota.
7. L’aiuto della grazia si riceve anche nella preghiera fatta insieme, soprattutto con il Santo Rosario.
Come sarebbe bello se il Rosario recitato ogni giorno e insieme diventasse una costante della vostra vita.
Quando pregate con il Rosario portate la presenza di Gesù, del suo Spirito e della Madonna dentro la vostra vita. Tutto allora è ben custodito e protetto.
8. L’aiuto e la forza che viene dalla grazia provengono in particolare dai Sacramenti: Messa e confessione frequente.
A Messa – quando sei in grazia (e me lo auguro sempre!) – puoi fare la Santa Comunione.
La Comunione è efficace solo se siamo in grazia.
Ricordo che in passato il sacerdote quando dava la Santa Comunione diceva ad ogni singolo fedele: “Il corpo del Signore nostro Gesù Cristo custodisca l’anima tua per la vita eterna”.
Per anima tua s’intendeva la vita, tutto, i propri beni, compresi gli affetti più cari.
Se non si è in grazia e si fa la Comunione lo stesso, non si conserva nulla perché ci si consegna ulteriormente al comune avversario perché rubi, distrugga e faccia morire tutto.
9. Ti raccomando anche la confessione frequente anche se non ci sono peccati gravi.
Il motivo è che la confessione dà sempre un aumento di forza e di grazia. Comunica una benedizione, una protezione e un aiuto.
Adesso scendo per la celebrazione della Messa.
Vi ricorderò al Signore perché vi custodisca uniti nell’amore, nella grazia e nel comune impegno verso la santificazione.
Vi ricorderò ancora al Signore e intanto vi benedico.
Padre Angelo