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Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo di 18 anni ancora studente liceale e ogni domenica vado in chiesa con la mia famiglia. Cerco di pregare ogni sera e di sentire il più vicino possibile la presenza di Dio, ma numerose volte ho dubbi sulla fede, sulla reale esistenza del Signore e sulla presenza della mia fede.
Continuo a pregare il Signore affinché rafforzi/ripristini la mia fede perchè in cuor mio, sotto sotto, so che senza fede non potrei essere o fare nulla. In certi momenti sento di essere forte e credente, altre volte invece dubito molto, anche perché sono un ragazzo molto razionale e cerco di spiegare tutto attraverso la ragione e le conoscenze apprese durante la mia breve vita. Per questo cerco di tornare sulla strada della fede fallendo.
Adesso vorrei porle 2 domande:
– come posso rafforzare la mia fede e mantenerla tale per sentire veramente Cristo vicino a me?
– qualche volta sento una voce interiore che mi consiglia di fare una cosa rispetto ad un’altra, a volte anche cose un po’ strane (ad esempio di dire 3 ave Marie la sera invece di una oppure, appena uscito dalla Messa, di non guardare il cellulare e di farlo solo una volta ritornato a casa). So che può sembrare un po’ strano e non vorrei essere giudicato in maniera negativa, ma recentemente tale voce mi ha consigliato di non candidarmi a scuola per un organo collegiale al quale tengo molto.
Ora non so che fare, non so se questa è la voce del Signore che mi vuole mettere alla prova e quindi devo seguirla oppure no.
Come faccio a riconoscere la voce del Signore e cosa devo fare nella situazione sopra citata (l’organo collegiale scolastico, per capirci)?
Chiedo scusa per la prolissità del messaggio e ringrazio infinitamente in anticipo.
Paolo
Caro Paolo,
1. le tue domande sono intimamente collegate fra di loro. Perché sono convinto che questo tuo desiderio di accrescere la fede e di sentire maggiormente la vicinanza del Signore sia un’ispirazione che viene dal Cielo.
Gesù ha detto: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).
San Paolo poi ricorda che coloro che sono figli di Dio e vivono come tali sono guidati dallo Spirito di Dio (Rm 8,14).
2. La tua fede la puoi irrobustire attraverso due vie.
La prima è quella della conoscenza. E questa si attua attraverso l’ascolto della Parola del Signore.
Tale ascolto lo realizzi quando apri le Scritture perché è certo che in quel momento non apri un libro qualunque, ma t’incontri con il Signore che ti sta davanti e ti parla.
3. Adesso si affaccia per te il tempo delle vacanze. Avrai più tempo per curare e alimentare la tua fede.
Impegnati ogni giorno per una determinata porzione di tempo a stare con il Signore col metodo che ti ho menzionato.
Se puoi, cerca di farlo al mattino presto perché tutta la giornata risenta di quest’incontro.
Vedrai che puntualmente ogni giorno il Signore si rivela a te come luce che illumina i tuoi passi e sembrerà risponderti come un giorno rispose alla Samaritana che attendeva il Signore perché rivelasse il senso di ogni cosa.
Questa donna aveva detto: “So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa” (Gv 4,25).
Gesù le rispose: “Sono io, che parlo con te” (Gv 4,25).
4. Potresti fare anche un’altra cosa molto bella: nel cuore della giornata o verso sera recita il Santo Rosario. Durante questa preghiera puoi tornare su quello che il mattino ti ha detto il Signore e anche sugli eventi della tua giornata.
Alla luce dei vari misteri e della Parola che avrai letto tutto si illuminerà.
Sentirai che il Signore ti è camminato a fianco e che è stato l’artefice di tanti incontri, che ti ha presentato persone e problemi sui quali far scendere mediante la tua preghiera la sua onnipotenza salvatrice.
5. Un’altra cosa essenziale per sentire la presenza del Signore accanto a te è quella di fare qualcosa ogni giorno e specificamente per il Signore.
È vero che nella preghiera “Ti adoro” diciamo “ti offro tutte le azioni della giornata”, ma poi ce ne dimentichiamo.
Invece avere la premura di non far mancare mai ogni giorno qualche specifica azione per amore del Signore (fosse anche raccogliere un pezzo di carta trovato per le scale dell’edificio scolastico) serve a tenere viva quella fiamma che permette al Signore di farsi sentire.
All’amore nostro il Signore risponde sempre con un amore ancora più grande, facendosi sentire. E non di rado si fa sentire attraverso tanti suoi doni o grazie.
6. San Gregorio Magno dice che gli uomini in questo mondo si avvicinano a Dio con i passi o con gli atti di amore (gressibus amoris).
Dice San Agostino: “La carità merita di essere aumentata affinché, una volta accresciuta, meriti di diventare perfetta” (Epist. 186).
E ancora: “Bisogna riconoscere che colui che ama ha già lo Spirito Santo e che avendolo merita d’averlo sempre più e che in tal modo, avendolo di più, ama di più” (In Joan. tract. LXXIV,2).
7. Sulla voce interiore che ti pare di sentire si può trattare di sante ispirazioni o di tentazioni.
Le sante ispirazioni sono frutto della grazia di Dio che muove sotto forma di impulso a compiere il bene.
Si tratta di grazie attuali che Dio dona a tutti per portarli a conversione, a compiere qualche opera buona oppure per ravvivare e accrescere la vita di grazia.
A queste grazie attuali è necessario corrispondere se si vuole progredire.
L’esperienza di tutti è questa: quando si corrisponde agli impulsi della grazia, a questa grazia ne seguono molte altre.
La loro distinzione dalla tentazione è evidente, perché questa incita al peccato.
L’ispirazione che viene da Dio porta pace, umiltà, esercizio delle virtù.
Diversamente dallo scrupolo o da qualche mania non fa sentire agitazione, ansia, timori vani al limite della superstizione.
8. Se talvolta capita di non riuscire a discernere l’ispirazione dalla mania è bene rivolgersi al giudizio del confessore e stare al suo parere.
9. Negli esempi che mi hai presentato mi verrebbe da dire che tutti – ad eccezione del candidarti – sono buone ispirazioni che ti incitano ad accrescere la comunione con Dio e rimanere nel raccoglimento come nel caso dell’impulso a tenere il cellulare spento dopo aver fatto la Comunione.
Per la candidatura agli organi collegiali è necessario esaminare i sentimenti che ti animano. Se si tratta solo di accrescere l’orgoglio e l’affermazione di te stesso puoi benissimo startene lontano.
Se invece – dopo aver pregato e chiesto lumi – ti senti interiormente spinto e anche contento perché avverti che questa candidatura può fare del bene a tanti tuoi compagni oppure può evitare loro dei danni allora puoi considerarla come un’ispirazione che ti viene dal cielo.
Molto di più, poi, se tu non la cerchi e te la chiedono i tuoi compagni.
Ti ringrazio dei quesiti, utili per molti.
Ti ricordo vivamente al Signore e ti benedico.
Padre Angelo