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Quesito
Perché il Dio dell’antico testamento, dopo avere diviso la terra ed averne assegnata una parte a ciascun popolo, promette agli israeliti una "terra promessa" e gliela fa conquistare con le armi e con grande spargimento di sangue?
Che male avevano fatto gli altri popoli? Semplicemente si trovavano nei territori in cui Dio stesso li aveva messi, come mai il popolo israeliano li deve combattere e sterminare? Inoltre tutto questo mi sa tanto di pulizia etnica e di genocidio, visto anche i ripetuti richiami a non lasciare nessun sopravvissuto e a risparmiare e a prendere per sè solo le donne vergini?
Se Dio voleva dare un territorio agli israeliani non poteva semplicemente darglielo, crearlo, invece di guidarli in guerra?
E visto che mai nella storia il popolo israeliano ha avuto interamente il territorio a lui promesso, come dobbiamo considerare le promesse di Dio?
Grazie in anticipo, mi illumini.
Andrea
Risposta del sacerdote
Caro Andrea,
1. quando leggiamo alcuni eventi dell’Antico Testamento rimaniamo inorriditi.
Chi invece prima ha tramandato quelle narrazioni poi le ha messe per scritto non era per nulla inorridito. Anzi aveva la sensazione di aver tramandato e scritto quanto vi fosse di più giusto.
2. Noi leggiamo quelle pagine dopo due mila anni di civiltà cristiana penetrata nella mentalità e nella sensibilità di diversi popoli.
Inoltre viviamo all’interno di una società che è regolata dal diritto, tanto da quello nazionale quanto da quello internazionale.
A quei tempi invece vigeva la legge del taglione sia a livello individuale come tra i popoli.
3. Quando un popolo era assalito o vessato da altri popoli non vi era altra soluzione che trattare quest’ultimo con le medesime armi.
Si legge ad esempio che “ogni volta che Israele aveva seminato, i Madianiti con i figli di Amalèk e i figli dell’oriente venivano contro di lui, si accampavano sul territorio degli Israeliti, distruggevano tutti i prodotti della terra fino alle vicinanze di Gaza e non lasciavano in Israele mezzi di sussistenza: né pecore né buoi né asini. Venivano, infatti, con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette – essi e i loro cammelli erano senza numero – e venivano nella terra per devastarla” (Gdc 6,2-5).
Era inevitabile allora muovere guerra.
Il comportamento con i vinti era crudelissimo e sanguinario all’eccesso. In alcuni casi si
arrivava alla sistematica soppressione violenta di tutti i vinti di ogni ceto, sesso, età,
compresi i lattanti.
In una stele pagana del nono secolo a. C. e conservata al Museo del Louvre, parlando di una battaglia
dei Moabiti contro gli Israeliti, si legge: “Assediai la città, la presi e feci perire tutto il popolo che
era nella città, spettacolo per Kamosh, Dio di Moab”.
4. La stessa cosa verrà profetizzata da Isaia contro i babilonesi che avevano distrutto il tempio di Gerusalemme, avevano profanato le cose sacre e tennero deportati per 70 anni tutti gli israeliti in Babilonia.
Ecco la profezia di Isaia: “I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, violentate le loro mogli. Ecco, io suscito contro di loro i Medi, che non pensano all’argento né si curano dell’oro. Con i loro archi abbatteranno i giovani, non avranno pietà del frutto del ventre, i loro occhi non avranno pietà dei bambini. Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà sconvolta da Dio come Sòdoma e Gomorra. Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in generazione” (Is 13,16-20).
Dio dunque si servirà di Ciro per punire Babilonia e per far tornare gli Israeliti nella loro terra.
5. Questa era la mentalità e questo era il comportamento di tutti.
Va detto però che Israele era più mite per le città che accettavano di pagarle un tributo: “Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà” (Dt 20,10-11).
Inoltre in caso di resistenza e di assalto, i bambini e le donne erano risparmiati: “le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda” (Dt 20,14).
Viene rispettato il pudore delle donne prigioniere: le si lascerà piangere il padre e la madre per un mese intero. Solo dopo questo tempo si poteva prenderle in moglie (Dt 21,14).
6. Solo in un caso il metodo di guerra
orientale fu applicato in tutta la sua crudezza: quando si trattò della sorte delle popolazioni che abitavano la Palestina
prima che vi entrasse Israele (Dt 7,1-5.16; 20,16-18) e nel caso degli Amaleciti (Dt 25,17-19).
Qui tutto fu distrutto e votato allo sterminio.
Dio stesso aveva detto ad Abramo che il suo popolo sarebbe stato fuori dalla propria terra per 400 anni (Gn 15,13) e che vi sarebbe tornato dopo che si fossero compiute le iniquità degli Amorrei (Gn 15,16).
Le iniquità
degli abitanti della Palestina prima che Israele tornasse erano tra le più infami e degradanti. Il Levitico 18,1-25 dopo
aver elencato gli incesti, l’adulterio, i sacrifici umani, l’omosessualità, la bestialità,
aggiunge: “Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti” (Lv 18,24-25).
Le scoperte archeologiche hanno pienamente confermato la diffusione presso qui popoli di usi particolarmente barbari. Quante volte gli archeologi, scavando nelle fondamenta di quelle antichissime
abitazioni, urtarono in giare di grande formato e vi trovavano quello che ormai aspettavano di trovarvi: lo scheletro d’un bimbo o d’un fanciullo, lì murato come sacrificio di fondazione! (cfr. G. Ricciotti, Storia di Israele, pp. 116-118).
7. Il libro della Sapienza mostra quanto fosse
giusto il castigo inflitto a quei popoli, indicando nello stesso tempo i segni della pazienza di Dio: “Tu hai odiato gli antichi abitanti della tua terra santa, perché compivano delitti ripugnanti, pratiche di magia e riti sacrileghi. Questi spietati uccisori dei loro figli, divoratori di visceri in banchetti di carne umana e di sangue, iniziati in orgiastici riti, genitori che uccidevano vite indifese, hai voluto distruggere per mezzo dei nostri padri, perché la terra a te più cara di tutte ricevesse una degna colonia di figli di Dio.
Ma hai avuto indulgenza anche di costoro, perché sono uomini, mandando loro vespe come avanguardie del tuo esercito, perché li sterminassero a poco a poco. Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti, oppure annientarli all’istante con bestie terribili o con una parola inesorabile, giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento, sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva e la loro malvagità innata, e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata” (Sap 12,3-10).
E conclude: “E chi domanderà: «Che cosa hai fatto?», o chi si opporrà a una tua sentenza? Chi ti citerà in giudizio per aver fatto perire popoli che tu avevi creato? Chi si costituirà contro di te come difensore di uomini ingiusti?” (Sap 12,12).
8. Inoltre il terribile castigo di questi popoli doveva servire per preservare gli Ebrei dal
contagio dei cattivi esempi. Sarebbe stati puniti con la medesima pena.
Si legge nel libro del Deuteronomio che se un tale abominio fosse stato realmente commesso tra gli israeliti “allora dovrai passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la dovrai votare allo sterminio con quanto contiene e dovrai passare a fil di spada anche il suo bestiame” (Dt 13,15-16).
Così nessuno poteva dire che Dio faceva preferenze.
Come il Signore si era servito di Israele per eliminare quei delitti dalla terra, così si sarebbe servito di altri popoli nei confronti di Israele qualora avesse imitato quegli abomini.
9. Secondo una lettura spirituale di quei testi ognuno deve comprendere questa lezione: che il male deve essere eliminato del tutto nella propria vita e di evitare di farsi contagiare dal male.
Nello stesso tempo viene ricordato che a motivo della santità di Dio e della santità del Paradiso nella Gerusalemme del Cielo “non entrerà nulla d’impuro” (Ap 21,27). Di qui la necessità della purificazione di qua o di là.
10. Infine chiedi come mai Israele, al quale Dio aveva promesso quella terra, di fatto non riesce a possederla.
Va ricordato che già nell’Antico Testamento, accanto a questa terra, ne veniva promessa un’altra, quella nella quale non si sarebbe abitato semplicemente per motivi di sangue, ma da tutti coloro che avrebbero avuto la vita di Dio dentro di sé (i “giusti”) e il cui Sole sarebbe stato Dio stesso (Is 60,21; Rm 8,17).
È in questa terra che il Messia avrebbe introdotto portato non solo gli israeliti, ma tutti gli uomini.
Questa terra è Dio stesso, Gesù Cristo e in maniera anticipata la sua Chiesa che introduce che attraverso i sacramenti nella vita soprannaturale, nel cuore di Dio.
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo