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Quesito
Buongiorno, mi chiamo Federico.
Come mai Dio condanna il sesso al di fuori della fecondazione?
Perché la Chiesa è così rigida nelle sue visioni e così funerea?
Perché ad esempio condanna gli atti omosessuali?
Se due uomini si amano e stanno bene insieme, senza far male a nessuno, perché Dio e la Chiesa si scagliano contro di loro?
Grazie.
Risposta del sacerdote
Caro Federico,
1. tutto quello che c’è negli organi sessuali e nel loro dinamismo è ordinato ad un obiettivo ben preciso: la procreazione.
Questo lo dice la natura. In anatomia si parla di apparato riproduttivo.
2. Usarne per altri scopi frustrando la finalità procreativa è usarne al di fuori del progetto santificante di Dio.
Dio ha voluto che i corpi si congiungessero così per procreare.
Inoltre ha voluto che questo gesto compiuto da persone umane fosse nello stesso tempo espressivo della donazione totale di sé.
3. Ebbene, la donazione totale di sé c’è quando uno dona tutto se stesso, compresa la propria capacità di diventare padre e madre, soprattutto quando la mette in atto. Diversamente non ci si dona in totalità e si slitta nella concupiscenza.
4. È facile scorgere come in tutti i disordini sessuali manchi il vero dono di sé e l’autentico amore. Questo proprio perché volutamente si frustra la finalità procreativa.
Dici: “Se due uomini si amano che male c’è?”.
Rispondo: “È giusto! Ma perché usare la capacità procreativa alienandola dal suo obiettivo intrinseco?”.
5. Un simile gesto è agli antipodi della santificazione vicendevole.
Per questo non è secondo Dio.
Va aggiunto anche che come nell’ottica della santificazione i coniugi sono chiamati ad essere signori di se stessi amandosi con quell’amore casto che sa disciplinare la concupiscenza, così sono chiamati a fare tutti, compreso le persone omosessuali.
Per questo il magistero della Chiesa insiste nel dire che le due finalità dell’atto coniugale (procreativa e donativa di sé) sono inscindibilmente congiunte.
Il rapporto omosessuale fa saltare la norma basilare dell’etica coniugale.
E fa saltare nello stesso tempo ogni norma nell’esercizio della sessualità, che in questo modo perde il suo punto di partenza (il progetto di Dio inscritto nella natura dell’atto) e il suo punto di arrivo (la santificazione).
Per il grave disordine che introduce all’interno della società il rapporto omosessuale è annoverato tra quegli atti che secondo la Sacra Scrittura gridano verso il cielo!
6. Se non si tiene presente questo obiettivo, è facile lasciarsi abbagliare e concludere dicendo che la legge di Dio è funerea.
Ma nessuno può dubitare che solo l’amore casto è un bell’amore, un amore che attrae ed eleva sempre più.
Mentre vera visione funerea della sessualità è il libertinaggio perché spegne tutto.
In particolare, spegne la trascendenza, che eleva l’uomo al di sopra della materia e al di sopra della sensualità. E nello stesso tempo fa dimenticare il senso della vita, che rimane priva del suo orientamento alla vita futura, che è l’elemento decisivo per decifrarne la grandezza.
7. Certo, Dio vieta il disordine sessuale. E lo vieta per un obiettivo ben preciso, la santificazione, che è incomponibile con ogni contraffazione dell’amore vero, dell’amore autentico.
Giustamente il santo Papa Giovanni Paolo II ha detto che “chi vive «secondo la carne» sente la legge di Dio come un peso, anzi come una negazione o comunque una restrizione della propria libertà.
Chi, invece, è animato dall’amore e «cammina secondo lo Spirito» (Gal5,16) e desidera servire gli altri trova nella legge di Dio la via fondamentale e necessaria per praticare l’amore liberamente scelto e vissuto.
Anzi, egli avverte l’urgenza interiore — una vera e propria «necessità», e non già una costrizione — di non fermarsi alle esigenze minime della legge, ma di viverle nella loro «pienezza»” (VS 18).
8. Non è altro che quanto viene ricordato da Dio stesso nella lettera agli Ebrei: “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime” (Eb 12,14-17).
Augurandoti ogni bene ti benedico e ti ricordo nella preghiera,
padre Angelo