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Quesito

Caro Padre Angelo, 
rieccomi. La saluto innanzitutto e la ringrazio per la sua opera (per me ormai imprescindibile) di divulgazione della Parola del Signore, fonte a cui mi abbevero ogni notte grazie alla pubblicazione delle sue risposte alle lettere di noi tutti che le scriviamo, gregge che anela a Dio.
Le scrivo stavolta per un dubbio che mi assilla da tempo: io so che pregare è un modo per ottenere grazie (non si prega solo per questo e comunque non dovrebbe essere solo questo il motivo che ci spinge a pregare. Si prega per stare col Signore in amicizia e compagnia, in intimità, diciamo, poi se lui ci esaudisce tanto meglio).
Mi capita di pregare per altre persone che me lo chiedono (il mio padre spirituale, il Papa che, come è noto, lo chiede sempre a tutti noi cristiani, i miei genitori, alcuni miei amici in difficoltà o che sono lontani dall’amore di Gesù ecc.).
Magari se prego per un mio amico e la grazia si avvera sono felice, ma… non può darsi che quello per cui ho pregato sarebbe successo lo stesso, in altro modo? Come fare a sapere se effettivamente ho contribuito ad aiutare questa persona o se l’aiuto richiesto ci sarebbe stato comunque? La mia preghiera è stata utile? Come saperlo?
Mi rendo conto che questo potrebbe magari farmi insuperbire, credendo di essere stato decisivo con la mia preghiera, mentre solo il Signore lo è, ma mi farebbe piacere essere consapevole di aver davvero aiutato qualcuno, sarebbe comunque una cosa gratificante, no?
Alle volte abbiamo bisogno di un po’ di conferme, di sapere che quello che si è fatto è servito a qualcosa, di credere che a volte Dio ci dà retta e ci esaudisce, penso sia un fatto umano.
Adesso la lascio chiedendole di pregare per me e assicurandole le mie intenzioni nella preghiera come ogni notte.
La saluto con affetto e ancora la ringrazio.
Angelo

Risposta del sacerdote

Caro Angelo, 
1. di una cosa siamo certi: che il Signore non ci chiederebbe di pregare se non fosse disposto ad esaudirci.
Lo dice in maniera molto chiara San Tommaso.

2. Il Signore ci garantisce che le nostre preghiere, se hanno le dovute disposizioni, gli sono sempre gradite.
Lo ricorda in maniera molto bella l’episodio di Cornelio, il centurione romano, che proprio in virtù delle sue preghiere ebbe una visione.
Ecco che cosa si legge negli Atti degli Apostoli: “Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!». Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te” (At 10,3-4).

3. Certo, a noi piacerebbe vedere gli effetti delle nostre preghiere.
Dobbiamo conoscere però che per un atto di misericordia il Signore non ce li fa vedere perché monteremo subito in superbia.
Inoltre in questo modo il Signore aggiunge alla nostra preghiera anche il merito della fede.

4. A proposito di certe coincidenze tu poni l’obiezione: potrebbe essere semplicemente un caso e quell’effetto si sarebbe prodotto ugualmente anche senza la preghiera.
Certo, non possiamo dire: questo è avvenuto dopo la preghiera, e dunque è stato causato dalla preghiera.
Già gli antichi dicevano che dal post hoc (è avvenuto dopo questo), non si può concludere dicendo: ergo propter hoc (è avvenuto a causa di questo).

5. Tuttavia il Signore non manca di darci dei segni, come ad esempio talvolta certe coincidenze, che sono particolarmente eloquenti.
Per chi ha fede e vede tutto con l’occhio di Dio (perché aver fede infine significa proprio questo!) tutto è chiaro. 
Mentre per chi non la fede, si tratta soltanto di un caso.

6. È un discorso analogo a quello dell’esistenza di Dio. Per chi ha la fede tutto gli parla di Lui e gli è facile dire: “Il cielo e la terra sono pieni della tua gloria. Tutto mi parla di te!”.
Chi non guarda con gli occhi di Dio, pur costretto a riconoscere una perfezione mirabile nelle leggi della natura e del cosmo, si ostina a dire che è solo un caso.
Se nonché, il caso avviene per caso e cioè solo qualche volta.
Ma se avviene sempre così, vuol dire che ci si trova di fronte ad una legge immutabile e piena di saggezza.
È una legge così mirabile nella sua perfezione che rimanda ad un Legislatore della cui perfezione scorgiamo solo qualcosa.

7. Questa legge la si osserva anche nella prontezza e nell’efficacia della preghiera, tanto che San Bernardo aveva detto che non avrebbe più parlato della Madonna se avesse saputo che qualcuno, rivoltosi a lei, non avesse ricevuto qualche beneficio.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo