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Buongiorno Padre Angelo,
come mi consiglia di comportarmi con due figli (età 15 e 16 anni) su tre che non vogliono venire a Messa?
Devo insistere? Dare solo l’esempio? Lasciare loro i loro tempi…?
Grazie
Stefano
Caro Stefano,
1. credo che possano essere tre i motivi per cui i tuoi figli, ormai adolescenti, non vogliano più venire a Messa: l’età dell’adolescenza nella quale si mette in discussione ogni cosa e se ne vuole vedere la ragionevolezza, l’ignoranza di ciò che sia la Messa e della preziosità della Santa Comunione, lo spegnimento del gusto delle cose di Dio (l’accidia).
2. Di fronte alla renitenza dei figli a fare quello che finora hanno sempre fatto non è sufficiente esortare e neanche imporre.
3. Il metodo di don Bosco, chiamato anche metodo preventivo, conserva tutta la sua validità anche in questo campo.
Ebbene don Bosco diceva che i cardini dell’educazione dei ragazzi sono tre: la ragionevolezza, l’amorevolezza e la religione.
4. La prima cosa è la ragionevolezza che si esprime nel far comprendere che cosa sia la Messa.
Purtroppo ben pochi sanno che la Messa è la perpetuazione del sacrificio di Cristo sulla croce sui nostri altari a beneficio continuo dell’umanità.
San Paolo lo dice espressamente con queste parole: “Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Cor 11,26).
5. Il sacrificio di Cristo riversa sull’umanità un bene immenso.
Se gli antichi ebrei furono liberati dall’Angelo sterminatore perché avevano segnato le porte delle loro case col sangue dell’Agnello (e ne furono liberati perché quel sangue era un simbolo del sangue di Cristo), da quanti mali dell’anima e del corpo non si viene liberati perché ci si accosta al sangue stesso di Cristo?
Per questo San Gregorio Magno diceva che per l’ascolto della S. Messa l’uomo viene liberato da molti mali e pericoli (Per auditionem Missae homo liberatur a multis malis et periculis).
Sant’Agostino soggiungeva che “chi partecipa con devozione alla Messa non perirà di morte improvvisa” (Qui Missam devote audierit, subitanea morte non peribit).
6. Faccio basta qui sulla preziosità della Messa perché non si finirebbe mai se si dovesse parlare della Santa Comunione nella quale il Padrone dell’universo viene a mettersi a nostro servizio.
Oppure se dovessi parlare dell’importanza dell’ascolto della Parola di Dio, dell’incontro con il Signore e con la comunità cristiana…
7. Don Bosco parlava anche di amorevolezza.
Nel nostro caso si tratta di stare vicini insegnando passo passo ciò che si fa a Messa, di dare testimonianza di come vada vissuta e portata nella nostra vita, nel sottolineare i riscontri tra quanto si è vissuto e sentito a Messa e quanto capita nella vita, nel fare attenzione alle grazie che si ricevono, ai pericoli da cui si viene liberati…
8. Infine don Bosco parlava di religione.
E nella religione vi metteva dentro soprattutto due cose: la confessione e la Santa Comunione.
La confessione conferisce la grazia a chi ne è rimasto privo e la accresce in chi già la possiede.
Ora la grazia è indispensabile per sentire il fervore e il gusto delle cose di Dio.
9. Ebbene, non possiamo nasconderlo, vi sono realtà che impediscono tale fervore.
San Tommaso d’Aquino dice che “sotto un certo aspetto il peccato di impurità è quello che più di ogni altro rende l’uomo indisposto a ricevere l’Eucaristia, poiché da questo peccato più che per ogni altro lo spirito viene assoggettato alla carne, per cui viene impedito il fervore della carità che è richiesto in questo sacramento” (Somma teologica, III, 80, 5, ad 2).
Tenendo presente che i nostri ragazzi oggi sono bombardati dalla pornografia e da quanto ne segue, è ottima cosa abituarli alla confessione sacramentale offrendo col nostro esempio la testimonianza della confessione regolare frequente.
Se si lascia che l’impurità devasti la loro anima sarà pressoché impossibile tirarli fuori e fra sentire il desiderio di andare a Messa.
10. Vorrei infine dirti un’altra cosa. Accompagna l’opera di educazione cristiana dei tuoi figli con la preghiera e con il sacrificio.
Senza queste due armi le tue parole rimangono inefficaci.
Ti ringrazio per la pazienza nell’attendere la risposta.
Assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutti voi, soprattutto per chi ne avesse maggiormente bisogno.
Vi benedico.
Padre Angelo