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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
Leggo sempre con molto interesse la sua rubrica e le sue risposte mi sono davvero preziose.
Oggi ho visto questo post riguardante la Confraternita del Rosario.
https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2558
Le chiedo se può gentilmente inoltrare la richiesta per la mia iscrizione.
Mi presento.
Ho 49 anni e sono sposato con 2 figli già maggiorenni.
Da sempre sono stato credente e praticante, negli ultimi anni il mio fervore è andato sempre aumentando anche grazie ai miei pellegrinaggi a Medjugorje.
Nonostante lavori, prego regolarmente 2-3 ore al giorno. Rosario completo tutti i giorni, Coroncina della Divina Misericordia, Novene varie secondo il periodo e lettura quotidiana della Bibbia. Inoltre prego con i salmi della Liturgia delle ore.
La preghiera per me è diventata una cosa indispensabile. E’ come respirare: non posso farne a meno.
Al lunedì sera poi mi trovo con un gruppo di preghiera della mia zona.
Sono talmente avvolto dalla preghiera che prego continuamente. Anche di notte talvolta mi sveglio e mi accorgo che sto pregando; prego mentre lavoro e quando sono a casa, in macchina ecc. Ogni momento è buono per pregare e ringraziare il Signore Gesù. Alla sera, quasi tutti i giorni preghiamo il rosario in famiglia ed è per me la gioia più grande.
S. Messa (oltre a quelle festive) molto spesso anche durante la settimana, confessione al sabato (ho appuntamento con il mio Padre spirituale) al massimo ogni 2 settimane.
Visita tutti i giorni in Chiesa per ringraziare ed adorare Gesù Cristo (non posso farne a meno). Mi inginocchio davanti al tabernacolo ad adorare il Santissimo e ad implorare la Misericordia di Dio per i miei cari, per i miei amici e per tutti. In Chiesa al di fuori degli orari delle SS. Messe non c’è mai nessuno e nell’assoluto silenzio riesco a lasciarmi avvolgere totalmente dall’ Amore di Dio. In questi momenti di preghiera intensa, posso quasi sperimentare la presenza di Gesù Cristo nel mio povero cuore. E’ una cosa bellissima, quasi un assaggio di Paradiso. Talvolta riesco a sentire il mio corpo che vibra di felicità. Tutto questo per me è già di gran lunga superiore a qualsiasi soddisfazione che potrei avere in questa terra. Se ci sono riuscito io, povero peccatore salvato dall’infinita Misericordia di Dio, credo che tutti possano sperimentarla. E così vivo costantemente con la mente rivolta alle cose celesti, mentre per quelle terrene provo un distacco ed un disinteresse che è via via aumentato in questi ultimi anni.
Grazie
Dio la benedica
Cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. al centro del paradiso terrestre c’erano due alberi: l’albero della vita e l’albero della scienza del bene e del male.
Dell’ albero della scienza del bene e del male i nostri progenitori non potevano mangiare. Dovevano riconoscere che Dio è autore e signore di tutto e che di lui dovevano fidarsi.
Mangiare di quei frutti era la stessa cosa che separarsi da Dio e andare incontro alla morte.
Invece dell’albero della vita potevano, anzi, dovevano mangiare. La loro vita si sarebbe conservata immortale e incorruttibile proprio accostandosi ripetutamente a questo albero che generava vita.
2. Gesù, nostro redentore, ha riportato in mezzo a noi l’albero della vita perché chi ne mangia non muoia.
Quest’albero della vita è Lui stesso, che ha voluto definirsi così: “Io sono il pane della vita (…) perché chi ne mangia non muoia” (Gv 6,48.50).
Quando Gesù ha detto: “Fate questo in memoria di me” ci ha comandato di nutrirci dell’albero della vita per conservare in noi la vita spirituale.
È singolare questa vita spirituale: se la si nutre, diventa sempre più rigogliosa e non invecchia mai. Mentre per il nostro corpo non succede così: anche se lo nutriamo bene, dopo una parabola ascendente, inesorabilmente ha un processo di decadimento e poi muore.
3. Se ci si accosta al pane della vita una volta la settimana e non si commettono peccati, la vita spirituale si mantiene.
Ma se ci si accosta più spesso e anzi tutti i giorni la vita spirituale diventa rigogliosa.
Tu ti accosti al pane della vita anche attraverso la visita quotidiana che fai in Chiesa per adorare il Signore presente nel tabernacolo.
Ti accosti a Gesù pane della vita recitando il Rosario, la coroncina della divina misericordia e attraverso molte altre pratiche.
Potrei dire che sei sempre unito alla sorgente che ti disseta e al pane che ti nutre.
Per questo puoi dire insieme con Davide: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia” (Sal 23,1-3).
4. Hai cominciato a bere di quell’acqua che Gesù ha promesso alla Samaritana quando le ha detto: “Chiunque beve di quest’acqua (e cioè dell’acqua del pozzo di Giacobbe) avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,13-14).
Tu hai cominciato a bere dell’acqua che ti dà il Signore e hai perso l’attrattiva per le cose che passano. Non ne senti più il fascino, non le cerchi, non ti allettano più.
C’è altro ormai che ti appaga e ti dà una gioia che non viene meno ed è sempre accompagnata da un senso di pienezza interiore, quel senso di pienezza interiore che provano coloro che vivono in grazia e crescono nell’unione col Signore Gesù.
Tu hai trovato il tesoro nascosto di cui parla il Signore quando dice: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” (Mt 13,44).
Sei pieno di gioia e per questo scrivi: “Talvolta riesco a sentire il mio corpo che vibra di felicità. Tutto questo per me è già di gran lunga superiore a qualsiasi soddisfazione che potrei avere in questa terra”.
E non rimpiangi quello che hai lasciato. L’unione col Signore ti dà troppa gioia, infinitamente più grande di quella che possono dare le realtà di questo mondo, che sono peraltro realtà che il Signore ci ha dato perché siano segno e richiamo delle realtà vere, quelle che stai sperimentando tu.
San Paolo direbbe: “Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo” (Fil 3,8).
Continua dunque sempre così, per l’edificazione dei tuoi figli e del tuo prossimo.
Ti ricordo al Signore e ti benedico con tutta la tua famiglia.
Padre Angelo