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Quesito
caro padre Angelo,
ho letto di una madre che ha perduto due figli e si mette in comunicazione con loro mediante un tabellone dove sono scritte delle lettere: i loro spiriti fanno muovere un tappo e si formano delle frasi.
E diceva che ha aiutato tante persone a mettersi in contatto con i propri defunti.
Ma quello che più mi ha colpito è il racconto che il figlio le avrebbe fatto degli attimi dopo la sua morte: era come invisibile, vedeva tutti piangere e non capiva. Poi ha incontrato il fratello morto anni prima che gli ha detto: finalmente non sono più solo.
Io credo a questa signora.
Ma allora devo pensare che ci si può sentir soli in paradiso?
Ed è giusto credere in queste cose? Possono quindi realmente avvenire?
E allora questi figli vedono la loro madre dall’alto se sono pronti a risponderle non appena lei vuole parlare con loro?
Mi sto vergognando della stupidità delle mie domande ma sono anche questi i miei dubbi…
La ringrazio anticipatamente DI CUORE
Risposta del sacerdote
Carissima,
tu stessa, dalle parole del fratello precedentemente morto, ti sei posta una domanda: si può essere soli in paradiso?
Evidentemente no.
Allora questo giovane da dove parlava?
Anche qui dobbiamo partire da quello che ha detto Dio, il quale già nell’Antico Testamento ha severissimamente vietato di stabilire contatti diretti con i morti.
D’altra parte, i nostri morti, appena vanno di là, si trovano o all’inferno o in purgatorio o in Paradiso.
Se vanno all’inferno non è possibile alcuna comunicazione. Nessuna, nessuna.
E quelle che crediamo comunicazioni con i defunti, se non sono inganni della nostra psiche, possono essere inganni del maligno.
Quelli che sono in purgatorio, talvolta, per disposizione divina, hanno contatto con i propri cari che stanno di qua ma per chiedere preghiere e suffragi.
Ugualmente quelli che si trovano in paradiso non possono avere contatti diretti con noi se non perché così ha stabilito Dio. Si tratta allora di visioni o apparizioni di santi. Ed essi non potranno mai dire: finalmente non sono solo.
Carissima, stabiliamo con i defunti i contatti che ci vengono indicati dalla Chiesa: preghiere, celebrazioni di Sante Messe, elemosine. Niente quanto queste pratiche è capace di dare autentico conforto. E non di rado capita che Dio stesso, attraverso qualche grazia, ci manifesti il gradimento suo e delle anime per cui abbiamo fatto il suffragio.
Ti voglio dire un’ultima cosa: in nessun modo si possono compiere le pratiche che quella signora fa per mettersi in contatto con i suoi figli. Anche solo indirettamente si possono stabilire contatti con i demoni. E succede allora che se ne rimane schiavi e non si riesce più farne a meno.
Chi le pratica, se vuole fare la santa Comunione, deve prima confessarsene.
Carissima. Sono stato molto esplicito e forse severo. Ma con i demoni non si può scherzare. Più severo di me è l’ordine di Dio.
Preghiamo insieme perché il tuo amico ventiseienne possa godere al più presto della visione di Dio e della gloria del Paradiso.
Ti benedico.
Padre Angelo