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Sacerdote (1369-1450)

Stefano Bandelli nacque nel 1369 a Castelnuovo Scrivia (Alessandria) da un’ottima famiglia. Ancor giovane si fece domenicano a Piacenza, dopo aver stazionato per un breve tempo nell’Ordine degli Umiliati. Entrò, comunque, presto nell’ordine dei Predicatori, applicandosi all’osservanza meticolosa della regola, distinguendosi nella preghiera e nell’esercizio delle virtù religiose. Frattanto si impegnò nello studio letterario e teologico, sì da riuscire a diventare in pochi anni dottore in teologia e diritto canonico.

Tanta fu la fama della sua dottrina che venne chiamato ad insegnare all’Università di Pavia (1437), dove rimase per alcuni anni.

Alternò all’insegnamento una efficace predicazione, cui seppe dedicarsi con amore, grande facondia e competenza, tanto da venire chiamato “un altro san Paolo”. Si racconta infatti che questo santo gli sia apparso, come era già avvenuto a san Tommaso d’Aquino. Accorrono a sentirlo grandi folle, seguono conversioni strepitose di miscredenti e un maggiore fervore nei cristiani tiepidi.

Il beato Stefano è sì il brillante insegnante, l’efficace predicatore, ma è soprattutto l’uomo di preghiera, di studio, che sa sacrificarsi per i poveri, da cui è sommamente amato. Più di tutti gli sono riconoscenti i peccatori, che egli ha riconciliato con Dio. Sentendosi venir meno le forze, si ritirò nel convento domenicano di Saluzzo, ove morì l’11 giugno 1450. Fu sepolto nell’annessa antica chiesa di San Giovanni dove le sue spoglie si trovano tutt’ora venerate dai fedeli.

Saluzzo lo elesse suo patrono, con san Chiaffredo, in seguito alla liberazione dall’assedio dei Savoia del 1487, ritenuta uno suo speciale favore. In quel frangente si dice che i saluzzesi abbiano visto apparire su Saluzzo il beato Bandelli, accanto alla Vergine Santissima, in atto di benedire e di proteggere la città.

Il beato Pio IX, il 21 aprile 1856, ne approvò il culto, in particolare per l’ordine domenicano e per le diocesi di Tortona, Saluzzo e Torino.