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Da Chiampo (Vicenza) ove era nato verso la fine del secolo XII, Isnardo scese a Bologna per frequentare l’università; ivi vestì l’abito domenicano. Nel 1230 lo troviamo a Pavia; l’anno successivo il vescovo Rodobaldo II gli affidò la chiesa di Santa Maria di Nazareth con terreno adiacente sul quale il beato costruì un convento che resse poi come priore. Dal 1230 fu principalmente l’apostolo di Pavia. Questa città, in lotta contro il Papato per le malvagie influenze di Federico II, colpita anche da l’Interdetto, versava in uno stato pietoso: lo spirito religioso quasi spento e i costumi del tutto rilassati. La venuta di Isnardo fu come un soffio rinnovatore e lo spirito cristiano rifiorì meravigliosamente. Per la munificenza del santo Vescovo di Pavia, Rodobaldo, poté fondare un Convento che governò sapientemente fino alla morte. La fama di tamauturgo per fra Isnardo fu tale dalla metà del XIII secolo, che Gerardo di Frachet consacrò due pagine delle Vitae Fratrum per riportare alcuni dei numerosi mira coli che gli erano stati attribuiti. Questi racconti ci parlano delle qualità religiose e oratorie: “Vir religiosus et fervens et graciosus admodum predicator” e della sua verginità “carne et corde”.

Morì a Pavia il 19 Marzo 1244. E’ sepolto nella basilica pavese dei Santi Gervasio e Protasio.

Benedetto XV il 12 marzo 1919 ne confermò il culto.