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Quesito
Carissimo padre Angelo,
1. anch’io posso dire che con la purezza "mi sono arrivati tutti i doni".
L’affermazione di San Domenico “la custodia di questa virtù rende il servo di Dio gradito a Cristo e gli dà gloria e credito davanti agli uomini” non la conoscevo, ma è bellissima, me la devo ricordare!
Posso dire che, come già lei ha scritto, "quest’intimità col Signore (è) favorita dalla purezza" davvero la sento.
Sento che come dice il salmo "Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza" (Sal 25,14).
A volte il Signore si confida con me, mi dice qualcosa sui ragazzi, sulle persone, situazioni, ecc… mi fa vedere con i suoi occhi (mi pare sia il dono dell’intelletto o della sapienza, ora non ricordo di preciso, infatti con la purezza, lo Spirito domina nel cuore) e mi dice come operare.
Forse San Giovanni era l’apostolo prediletto perchè era il più simile al fanciullo, infatti era il più giovane (mi pare adolescente) e come sappiamo i fanciulli sono quelli che hanno il cuore puro!
Conoscevo il passo del CCC: “c’è un legame tra la purezza del cuore, del corpo e della fede” (CCC 2518). È uno dei passi più belli, è anche quello che conferma la sua tesi: chi perde la fede è molto probabilmente uno che ha perso prima la purezza…molti però al giorno d’oggi sono ancora lì a chiedersi il perché i giovani e la generazione a venire cresca atea quando la risposta è molto chiara.
Grazie INFINITE…
Le auguro ogni bene!
D.
Risposta del sacerdote
Carissimo D.,
1. desidero sottolineare a profitto dei nostri visitatori alcune tue affermazioni.
La prima: “davvero posso dire che con la purezza "mi sono arrivati tutti i doni"”.
È la testimonianza di Salomone.
Anzi è la testimonianza che Dio dà attraverso di Lui, perché l’autore principale della Sacra Scrittura è Dio.
2. Vale la pena ascoltare la testimonianza dell’autore del libro del Siracide che è molto affine a quella di Salomone.
Dice: “Quand’ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera.
Davanti al tempio ho pregato per essa, e sino alla fine la ricercherò” (Sir 51,13-14)
È interessante: sapienza e preghiera in lui sono andate di pari passi e hanno esercitato fra di loro un benefico influsso.
La sapienza lo spingeva verso Dio nella preghiera.
E la preghiera gli faceva trovare la vera Sapienza, quella di Dio.
3. “Con essa feci progresso; onorerò chi mi ha concesso la sapienza.
Ho deciso infatti di metterla in pratica, sono stato zelante nel bene e non me ne vergogno” (Sir 51,17).
Penso a San Domenico che, ascoltata la parola di Dio, subito si applicava per metterla in pratica. E così di lui il beato Giordano poteva scrivere: “crescendo ogni giorno di virtù in virtù facesti costanti progressi dal bene al meglio”.
Penso a San Tommaso il quale al termine della sua vita confida a fra Reginaldo che aveva imparato di più nella preghiera che stando sui libri.
4. “A essa ho rivolto la mia anima e l’ho trovata nella purezza. In essa ho acquistato senno fin da principio, per questo non l’abbandonerò.
Le mie viscere si sono commosse nel ricercarla, per questo ho fatto un acquisto prezioso” (Sir 51,20-21).
È logico che l’abbia trovata nella purezza perché “la sapienza non entra in un’anima inquinata dal peccato” (Sap 1,4)
5. Ed ecco poi la grande affermazione di Salomone: “Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Ho gioito di tutto ciò, perché lo reca la sapienza, ma ignoravo che ella è madre di tutto questo” (Sap 7,11-12).
Salomone aveva chiesto a Dio la sapienza. L’aveva trovata nella purezza.
Ed ecco che insieme a sapienza e purezza gli vennero anche ricchezze, potenza e gloria. In una parola, tutti gli altri beni.
Nella sua persona si verificò anticipatamente la parola di Gesù: “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33).
6. Piace raccordare queste riflessioni con quanto il Santo Padre Domenico disse in punto di morte: “la custodia di questa virtù (la castità) rende il servo di Dio gradito a Cristo e gli dà gloria e credito davanti agli uomini”.
San Domenico sapeva che cosa significa risultare graditi a Cristo: è la stessa cosa che ricevere tutto da Lui. Sembra che Gesù Cristo non sappia che cosa fare per un’anima che tiene il proprio cuore libero e puro solo per Lui.
Lo ricolma di ogni bene al punto che può dire insieme con la Vergine Maria: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente” (Lc 1,49).
“Ha spiegato la potenza del suo braccio…
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati” (Lc 1,51-53).
7. Desidero sottolineare che coloro che conservano il cuore puro per il Signore sperimentano ogni giorno e sotto mille aspetti quanto la Madonna ha detto di se stessa.
8. Scrivi poi: “posso dire che come già lei ha scritto "quest’intimità col Signore (è) favorita dalla purezza" e davvero la sento, sento che come dice il salmo "Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza" (Sal 25,14). A volte il Signore si confida con me, mi dice qualcosa sui ragazzi, sulle persone situazioni ecc…mi fa vedere con i suoi occhi (mi pare sia il dono dell’intelletto o della sapienza, ora non ricordo di preciso, infatti con la purezza, lo Spirito domina nel cuore) e mi dice come operare”.
Non mi meraviglio di quello che mi scrivi perché è ben vero che “il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza” (Sal 25,14).
S. Tommaso dice che “è proprio dell’amicizia che l’amico riveli i suoi segreti all’amico, non solo ma che gli comunichi anche i suoi beni, che conversi con l’amico, che si diletti della sua presenza, che si compiaccia delle sue parole e delle sue azioni, che trovi in lui consolazione nei suoi dolori” (Contra Gentes, IV, 21,22).
Qui San Tommaso non sta parlando solo dell’amicizia in generale, ma svela la porzione più bella della sua vita, che cosa gli donava l’amicizia con Nostro Signore.
Anche lui era reso partecipe dei segreti di Gesù, entrava in possesso dei suoi beni, provava un grande compiacimento per la sua presenza, per le sue parole, per la consolazione che riceveva da Lui.
9. Sì, ad una persona che si conserva pura per il Signore, Gesù Cristo dona i suoi occhi per vedere negli altri, come tu dici.
È il dono del Consiglio.
Secondo i maestri di vita spirituale questo dono suggerisce i mezzi più opportuni per trattare con gli altri in ordine a Dio.
Alcuni Santi lo ebbero in grado eminente.
Così ad esempio Sant’Antonino di Firenze, domenicano, detto anche “Antonino dei consigli” (Antoninus consiliorum) e S. Caterina da Siena, analfabeta, che era il braccio destro e il miglior consigliere del Papa.
Così pure S. Giovanna d’Arco che assolutamente ignara di strategia e di tattica: tracciò piani e diresse operazioni militari tanto difficili da sbalordire i più esperti generali.
Così anche S. Teresa del bambin Gesù che giovanissima svolse nel migliore dei modi il compito di Maestra delle novizie tanto che queste pensavano che essa godesse del dono di leggere dentro i cuori.
Così anche in maniera incomparabile Padre Pio da Pietrelcina.
10. Mentre con il dono dell’intelletto il Signore ci dona i suoi occhi per vedere in Lui.
E col dono della sapienza ci dona – si potrebbe dire – il suo palato per gustare le cose di Dio come le gusta Dio. È il paradiso anticipato.
11. Infine scrivi: “Chi perde la fede è molto probabilmente uno che ha perso prima la purezza…
Molti però al giorno d’oggi sono ancora lì a chiedersi il perché i giovani e la generazione a venire cresca atea quando la risposta è molto chiara”.
Sono pienamente convinto di quanto affermi.
C’è da chiedersi come mai “molti siano ancora lì a chiedersi il perché i giovani e la generazione a venire cresca atea”.
Tu dici che la risposta è chiara.
È chiara per te perché sei limpido.
12. Ma per chi non è puro non è chiara sicché annaspano in continuazione nel medesimo modo in cui annaspando si cerca un oggetto in uno stagno torbido senza mai trovarlo.
La risposta è chiara per te, come era chiarissima per don Bosco che proprio per questo insisteva così tanto sulla purezza.
È la stessa risposta del Signore: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate.
Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,19-21).
13. Che il Signore conservi quello che ha deposto in te.
Che la Madonna custodisca quanto ha ottenuto per te dal Signore.
Ti assicuro anche per questo la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo