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Quesito
Caro Padre Angelo, la disturbo per chiederle alcune informazioni sulla situazione matrimoniale di un mio collega di lavoro.
Questo ragazzo, dopo quasi due anni di matrimonio, all’improvviso la moglie gli dice che non prova più nulla per lui, non dandogli altre spiegazioni concrete.
Lui all’inizio voleva cercare di riprendere il matrimonio, probabilmente perché provava ancora dei sentimenti, ma guardando la sua insicurezza, di comune accordo hanno deciso di separarsi.
Adesso, tramite la Diocesi zonale di C., stanno cercando di avere l’annullamento del matrimonio, siccome non hanno avuto figli e sono sposati da meno di tre anni.
In un primo luogo gli è stato riferito che probabilmente il matrimonio non si può annullare e dovrebbero andare a fare un processo.
Innanzitutto volevo chiederle se ci sono i presupposti per annullarlo, poi, la cosa più importante, che cosa ne pensa il buon Dio? Potevano separarsi (l’hanno fatto già in comune per quello civile) soltanto per queste motivazioni? Se non gli viene concesso l’annullamento e ovvio che deve vivere da solo senza accompagnarsi?
Grazie per le sue preziosissime informazioni e mi benedica da profondo del suo cuore.
Risposta
Carissimo,
1. il matrimonio non si fonda solo sui sentimenti, ma sulla volontà di stabilire una vita comune ordinata al reciproco perfezionamento, alla santificazione vicendevole e alla generazione ed educazione dei figli.
Se fosse fondato solo sui sentimenti che spesso sembrano tanto radicati quanto volubili come si potrebbe resistere ad ogni tentazione e contrarietà?
Per questo gli sposi nel giorno delle loro nozze si promettono fedeltà e rispetto tanto nella buona come nella cattiva sorte per tutti i giorni della loro vita.
In tal modo si impegnano a non fermarsi ai soli sentimenti, ma di superarli.
2. È a motivo della libera volontà che i coniugi si donano interamente l’uno all’altro.
Con il vicendevole consenso in qualche modo si espropriano e si appartengono vicendevolmente.
In particolare con tale consenso acquisiscono un diritto vicendevole, esclusivo e perpetuo sulla persona e sul corpo del coniuge, in particolare sulle relazioni di intimità.
3. La volontà di costituire il matrimonio è così fondamentale che il matrimonio sarebbe vero anche qualora mancassero i sentimenti.
In passato quando ci si sposava su indicazione paterna non di rado gli sposi si conoscevano solo il giorno delle nozze o poco prima. I sentimenti nascevano dopo.
Ciò che era considerato essenziale era la volontà di costituire un matrimonio.
Anche quando i matrimoni venivano combinati dai genitori era sempre ritenuta indispensabile la volontà degli sposi.
In assenza di questa volontà il matrimonio era nullo.
4. Non deve suscitare meraviglia che un coniuge ad un certo momento non riesca ad avvertire sentimenti nei confronti dell’altro.
I sentimenti hanno certamente la loro importanza. Mantengono il fervore all’interno del matrimonio. E questo fervore è preziosissimo sopratutto quando uno dei coniugi o anche tutti e due fossero presi dallo scoraggiamento, dalla stanchezza o anche dalle tentazioni.
Ma, si sa, i sentimenti vanno e vengono. Dipendono da molti fattori.
È dovere dei coniugi andare più in là dei sentimenti, di saperli destare e ravvivare.
La volontà di essere perseveranti nel vincolo deve stimolare i coniugi a superare ogni difficoltà.
Addirittura deve dare loro la forza di sacrificare anche i sentimenti quando ne vada di mezzo il bene dei figli, che è il bene supremo al quale devono attendere.
5. Nel caso che tu mi hai riferito può darsi che vi siano altre motivazioni che possano rendere nullo il matrimonio.
Ma sarebbe particolarmente significativo se si dicesse che non si può impugnare l’indissolubilità del vincolo solo perché sono venuti meno i sentimenti.
Anche qualora la separazione fosse l’unica strada percorribile, rimarrebbe inteso che il matrimonio è un’istituzione che impegna e vincola così a fondo le persone che vi sono interessate che non possono più procedere come vogliono.
Nella separazione la via della santificazione non sarà più percorsa materialmente insieme. Ma nel fondo della coscienza sarà sempre vivo il pensiero che pur vivendo da separati tuttavia davanti a Dio si è ancora una cosa sola, che non ci si appartiene più, ma si è di colui che si è liberamente sposato.
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di ricordare questi principi.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo