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Quesito
Salve a chiunque mi stia ascoltando, staff o meno che sia.
Volevo esporre un problema che mi assilla da tempo, sperando in una risposta sincera da qualcuno di voi…è la prima volta che scrivo in questo sito quindi vi prego di non meravigliarvi delle mie piccole capacità…
Il problema, proprio come quello recentemente pubblicato, riguarda il sesso prima o dopo il matrimonio.
Non sto qui a chiedervi se vada fatto prima o dopo, ma sottolineo che sono una credente praticante di 16 anni, non posso definirmi cattolica ancora perché ho bisogno di studiare meglio quello che afferma la Chiesa e farne una ragione che possa interessarmi interiormente tanto quanto mi interessa Dio.
Vado al sodo: giorni fa con tutti i miei amici abbiamo parlato del rapporto sessuale (tutti loro sono atei, di cui qualcuno si ritiene credente ma anticlericale): alcune mie amiche ridendo dicevano tra loro “ma io non capisco perché la gente chiama il sesso AMORE!!!! “fare l’amore”…….ma che è questa stupidaggine? Hahaha
E ridevano…non capisco perché mi cresceva la rabbia nel cuore, vedevo che un atto come il sesso è ormai così profanato…e volevo chiedere a voi, qui…perché? Perché la sessualità è ormai vista come un gioco? Come una barzelletta? E non come qualcosa che lega all’altro ma anche a Dio? Mi fa male, tanto male, perché tra tutti i miei amici non ce n’è UNO che la pensa come me, e quindi dubito di poter trovare un partner che non pensi che la sessualità vada esercitata dopo il matrimonio in quanto atto esclusivamente d’amore…sono in un brutto periodo di crisi, sto perdendo me stessa e i miei valori sui quali ho basato un intera esistenza…chiedo umilmente un aiuto, o almeno un parere.
Mi scuso del disturbo
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. Le tue amiche, sebbene involontariamente, hanno centrato il problema. Perché il sesso viene chiamato amore?
Una volta si diceva: “abbiamo fatto l’amore”.
Oggi si dice “abbiamo fatto sesso”.
C’è una grossa differenza tra le due espressioni.
2. Quando si dice “abbiamo fatto sesso” ci si riferisce ad un’attività genitale e basta. Il sesso viene considerato come gioco o come qualcosa che serve a scaricare una persona.
Nel “far sesso” non solo non c’entra la finalità procreativa, ma neanche quella dell’amore.
In simile visione la persona non interessa più. Tanto meno interessa quello che passa per la sua mente o il suo cuore.
E così, ridotti a oggetto e a cosa, regna sovrana la promiscuità peggio che in un branco di animali, dove almeno qualche finalità viene pur raggiunta, come quella della conservazione della loro specie.
3. A questo punto le questioni riguardanti la fedeltà negli affetti e il dono di sé non sono neanche prese in considerazione.
Non mi meraviglio che qualcuno rivendichi il diritto di far sesso con chi vuole (omo o etero che sia), con quanti si vuole e per quanto tempo si vuole.
Penso che quando si arriva a questo punto non sia possibile scendere ulteriormente. È la fine della società.
Eppure quante gente la pensa così! Quanti spingono attraverso la stampa e i mezzi di comunicazione sociale in questa direzione.
È la cosiddetta cultura della morte.
4. Ma perché spingono in questa direzione? Che cosa c’è al fondo di tutto questo?
C’è un comportamento sbagliato, un indirizzo di vita che li ha condotti a non comprendere più il senso della vita, e ulteriormente il senso del bene e del male.
Non dobbiamo dimenticare questo: il comportamento sbagliato influisce sui nostri stessi criteri di giudizio.
Soprattutto in tema di purezza o di sessualità è facile corrompere il giudizio di coscienza.
Già il filosofo pagano Aristotele diceva che la lussuria paralizza e distrugge il giudizio di coscienza.
5. Sarà capitato anche a te sentire di persone sposate che ad un certo punto lasciano marito o moglie con i bambini perché nel frattempo si sono innamorate di un’altra persona.
Nessun ragionamento riesce a farli tornare indietro dal passo che stanno per fare e che lacera la vita dei figli e del coniuge abbandonato. Non c’è nessun ragionamento che tenga, nessuno. Ormai, come dice il buon senso popolare, hanno perso la testa.
Ebbene, quello che avviene tra adulti, avviene già prima, anche all’età dei tuoi compagni.
Non credere che le tue compagne e i tuoi compagni sia tutti santi e intemerati, sebbene abbiano solo 16 anni. Ormai sono condizionati dai loro stessi comportamenti. I loro pensieri ne sono il riflesso.
Giovanni Paolo I, quand’era ancora patriarca di Venezia, diceva: “Cercate di agire come pensate (secondo il dover essere), altrimenti finirete di pensare come agite”.
Per tornare ad Aristotele, questo grande filosofo pagano diceva che “in base a quello che uno è, o vive, tali sono anche i suoi ideali” (qualis unusquisque est, talis finis videtur ei).
Gesù dice che “la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Lc 6,45).
6. Può darsi che a volte, soprattutto alla tua età, non si pesino le parole che escono dalla bocca. Ma negli adulti, in particolare in quelli che vengono considerati filosofi, uno parla e pensa a seconda del suo stile di vita.
La propria condotta fa da filo conduttore della conoscenza. In genere uno pensa e giudica in base a quello che è, in base al proprio comportamento.
Gesù dice ancora: “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19).
Il motivo dunque per cui molti non riescono a conoscere la verità sta proprio nella propria condotta malvagia, sbagliata.
7. Che fare in questa situazione?
Abbiamo il Signore e il suo vangelo.
Gesù dice: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
La prima cosa da fare consiste nell’interrogare Lui. Perché è Lui che ci ha creati e conosce il senso della vita e delle facoltà che ci ha dato.
Chi non lo segue, cammina nelle tenebre.
Non fidarsi di Lui e del suo insegnamento equivale a danneggiare se stessi e ridursi ad una infelicità che per tanti versi assomiglia all’anticamera dell’inferno.
Pertanto: interrogalo su tutto.
8. Interroga anche la Chiesa, leggi i suoi documenti in materia ed esamina, senza pregiudizi, se quando dice nel suo magistero sia sbagliato.
Ti accorgerai che da nessuna parte in questo mondo esiste una dottrina così sublime, così bella, così umana, così appagante in tutti i sensi.
In particolare ti consiglio di leggere il documento del Pontificio consiglio per la famiglia Sessualità umana: verità e significato (8.12.1995). Sono passati quasi 14 anni dalla sua pubblicazione, ma conserva la sua freschezza.
In questo documento puoi ritrovare tante belle affermazioni di Giovanni Paolo II, come ad esempio questa: che l’uomo si realizza “soltanto esistendo ‘‘con qualcuno’ e, ancor più profondamente, ‘‘per qualcuno’. È un felicità ignorata da chi riduce il corpo ad una cosa.
Al n. 19 puoi trovare anche i convincimenti della Chiesa in tema di purezza. Dice che si tratta di una “energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività”.
9. Un’ultima considerazione: ti trovi sola e ti pare di essere sommersa dalla voce della massa. Ti domandi se sia possibile che nessuno, proprio nessuno abbia una visione un pò più alta della sessualità.
Non ti scoraggiare. Il Signore ha messo te in mezzo ai tuoi compagni e alle tue amiche. Sei un dono del Signore per loro. La Sua voce, il Suo messaggio può arrivare loro anche per mezzo di te.
A volte vediamo nel cielo cumuli di nubi, che sembrano dense di pioggia. Tuttavia in mezzo a loro riesce ad infiltrarsi un raggio di sole e questo spesso è un buon segno, sta a dire che forse le nuvole stesse stanno per dissolversi.
Me lo auguro per te e per i tuoi compagni che volentieri voglio accompagnare con al mia preghiera, soprattutto nella celebrazione della Messa.
Ti ringrazio e ti benedico.
Padre Angelo