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Quesito
Caro Padre Angelo,
Mi chiamo Roberto , mi congratulo per la sua rubrica e ne approfitto per rivolgerle alcuni quesiti.
La Chiesa cattolica in tempi recenti ha accettato, almeno in parte, la teoria dell’evoluzione ( v. Disegno Intelligente) riconoscendo la comparsa sulla Terra di Homo Sapiens definendolo come unico essere dotato di intelligenza superiore di autocoscienza e di anima spirituale.
In una sua precedente risposta (mi corregga se sbaglio) lei afferma infatti che l’infusione dell’anima spirituale si è verificata al momento della creazione della prima coppia di uomini veri Adamo ed Eva (Homo Sapiens).
A questo punto mi permetto di rivolgerle alcune domande
1) E’ dimostrato che Homo Sapiens esiste sulla Terra da più’ di 100.000 anni (100 volte 1000 anni !), come si può spiegare allora l’assoluta mancanza di aiuto divino per tutto questo enorme lasso di tempo?
Gesu’ Cristo scese sulla Terra solo 2000 anni fa, piu’ di 2000 generazioni di uomini nel frattempo non hanno avuto alcuna possibilità di essere redenti dal peccato originale.
2) Accettando il fatto che l’unico modo per ottenere la redenzione dei peccati è il battesimo, come possono anche al giorno d’oggi milioni e milioni di uomini che non sono cristiani cattolici essere salvati dal peccato se non sanno nulla, non per colpa loro, della dottrina cristiana?
A questo punto lei avrà intuito che non sono credente. Invidio chi lo è veramente ma pongo un altro quesito:
3) Se la fede è un dono divino resta veramente un merito dei credenti essere tali?
Se un uomo non ha la fede, pur cercandola, è colpevole e condannabile per l’eternità?
Attendo con fiducia una sua risposta e la ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti,
Roberto
Risposta del sacerdote
Caro Roberto,
ho già avuto occasione di rispondere varie volte sul nostro sito a molte delle domande che mi hai posto.
Cerco di essere pertanto il più stringato possibile.
1. La Chiesa non fa propria la teoria secondo cui per l’evoluzione l’uomo derivererebbe da animali preesistenti.
Dice solo che questo non è in antitesi col dato di fede.
2. In ogni caso, come tu stesso riassumi bene, se l’uomo deriva da animali preesistenti, nel momento in cui è avvenuto il passaggio Dio ha infuso in questi animali, che possedevano già l’anima sensitiva, l’anima spirituale.
3. Accettiamo pure che l’uomo sia su questa terra da circa 100.000 anni (lo affermava anche lo scienziato gesuita Teilhard de Chardin).
Da questo non si può affermare che Dio abbia lasciato senza il suo aiuto, anzi senza la sua grazia, tutte le persone che sono vissute in questo lunghissimo lasso di tempo.
Infatti se le vie ordinarie della grazia sono i sacramenti della Chiesa, tuttavia Dio conosce anche altre vie per portare tutti gli uomini alla salvezza.
In teologia si dice che gratia non alligatur sacramentis (la grazia non è legata ai sacramenti).
4. Per questo san Tommaso (siamo nel 1200) ponendosi la domanda se il peccato veniale si possa trovare in qualcuno con il solo peccato originale risponde:
“È impossibile che il peccato veniale si trovi in un uomo insieme con quello originale senza un peccato mortale. E la ragione è che, prima degli anni della discrezione, l’età che impedisce l’uso della ragione scusa l’uomo dal peccato mortale: per cui a maggior ragione lo scusa dal peccato veniale, qualora commettesse delle colpe veniali nel loro genere. Quando invece l’uomo comincia ad avere l’uso di ragione non viene scusato né dalle colpe veniali, né dal peccato mortale. Ma la prima cosa che allora si presenta alla sua mente è il deliberare di se stesso. E se uno ordina se stesso al debito fine, con la grazia riceve la remissione del peccato originale.
Se invece non ordina se stesso al debito fine, secondo la discrezione di cui è capace a quell’età, pecca mortalmente, poiché non fa ciò che è in suo potere. E da allora non ci potrà essere in lui il solo peccato veniale senza il mortale se non dopo che ha conseguito la remissione di tutti i peccati mediante la grazia” (Somma teologica, I-II, 89, 6).
5. Questo significa che quel Dio che vuole portare tutti gli uomini alla salvezza, a tutti offre il dono della grazia.
Lo offre anche a quelli che – senza loro colpa – non ricevono il battesimo.
Quando lo offre?
Secondo San Tommaso nel momento in cui una persona, giunta all’uso di ragione, orienta se stessa al debito fine.
6. Il debito fine è Dio. San Tommaso conosce bene quello che è scritto in Eb 11,6: “Senza la fede è impossibile piacere a Dio. Per chi si avvicina a Dio è necessario che creda nella sua esistenza e che è rimuneratore per coloro che lo cercano”.
Infatti una persona non può orientarsi in maniera debita verso il proprio fine se non crede nell’esistenza di Dio e nel suo giudizio.
7. Questa è anche la dottrina ribadita dal Concilio Vaticano II.
8. Mi chiedi infine che merito hanno coloro che hanno ricevuto il dono della fede. Se la fede è un dono, non vi sarebbe alcun merito!
Il merito consiste nell’accettare questo dono.
Dio infatti lo offre a tutti, mille volte e in svariate maniere. Ma molti resistono, talvolta inconsapevolmente.
9. Tu ieri non sei andato a Messa, probabilmente (23 domenica del tempo ordinario). Abbiamo sentito la narrazione della guarigione del sordomuto.
Prima di guarirlo Gesù ha compiuto su di lui dei segni.
Questi segni ricordano che se la fede è dono di Dio, tuttavia essa non scende in un ambiente impreparato.
Vi sono certi peccati che rendono inadatti a ricevere la fede.
Perché ad esempio Erode non l’ha ricevuta?
Perché Anna e Caifa non l’hanno ricevuta?
Forse perché il Signore non l’ha loro offerta?
L’ha offerta anche a loro, come ho detto, mille volte e in svariate maniere.
Ma l’hanno rifiutata, consapevolmente o inconsapevolmente.
A conoscere la loro vita (non sto adesso a raccontartela, perché sarebbe troppo lungo) ci sarebbe da stupirsi se avessero potuto accoglierla.
L’avrebbero accolta solo a condizione di ripudiare il loro passato.
10. Può capitare che uno non abbia la fede perché non è stato educato nella fede oppure perché ne è stato distolto, senza colpa personale.
Tuttavia nel caso che uno sia senza fede senza colpa personale dobbiamo essere certi – è la convinzione di san Tommaso d’Aquino – che in qualche modo Dio si farà a lui conoscere, perché possa orientarsi in maniera debita verso il proprio fine.
Mi auguro che tu rientri almeno in questo caso, perché diversamente le cose si metterebbero male.
Ti assicuro la mia preghiera e fin d’ora ti benedico.
Padre Angelo