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Quesito
caro padre Angelo,
vorrei chiederle il motivo per cui non viene più recitata la preghiera a san Michele arcangelo alla fine della messa che se non sbaglio era stata istituita da papa Leone XIII, mi sembrava molto bello ricordare e invocare nella santa messa questo glorioso principe celeste che tanto ha fatto per Dio e per noi tutti! secondo lei non si sta un pò perdendo il culto per gli angeli? che credo sia molto bello e che non toglie comunque niente all’adorazione del Signore e alla devozione alla vergine Maria loro regina e nostra, e ai santi!
Vicino a casa mia c’è un piccolo santuario dedicato a san Michele a Cortona e sono sempre successi fatti straordinari specialmente liberazioni di indemoniati e ho potuto così vedere con i miei occhi l’intervento di questo grande principe celeste! Mi rattrista il vedere la sua figura così poco ricordata anche nella chiesa stessa! Le vorrei poi chiedere se nel paradiso persisterà comunque una differenza tra di noi e gli angeli? La ringrazio e che san Michele arcangelo la benedica.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
come giustamente osservi, la preghiera a san Michele era stata introdotta da papa Leone XIII.
La riforma conciliare ha voluto rendere la liturgia più sobria e più espressiva nei riti, alcuni dei quali, pur antichissimi, non significavano più niente.
Con questo tipo di intervento sono cadute preghiere che di per sé non c’entrano con la Messa, come quelle che chiedevano il patrocinio di san Michele arcangelo.
Tuttavia nulla vieta che queste preghiere, che sono belle ed espressive, vengano fatte in altri momenti.
Pertanto ognuno le può inserire tra le proprie devozioni private.
2. Sono d’accordo con te che la devozione agli angeli sia un pò venuta meno.
Ma sono certo che riprenderà quota appena vi sia una predicazione che ricordi ai fedeli la preziosità degli angeli, il loro desiderio ardentissimo di aiutarci, e i numerosi benefici ricevuti da chi si affida al loro ministero.
Gli angeli sono di una puntualità incredibile nei servizi che ci rendono.
Basta farne la prova per rendersene conto.
Sono un segno della sollecitudine della Divina Provvidenza nei nostri confronti.
3. In Paradiso persisterà la differenza tra noi e gli angeli. Sebbene saremo simili agli angeli, come ha detto il Signore, tuttavia resteremo sempre persone umane, dotate, dopo la risurrezione finale, di anima e di corpo.
Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo