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Quesito

Caro Padre,
mi chiamo Liliana e sono qui a proporle un mio quesito.
Una mia amica, divorziata e risposata civilmente con un uomo, anch’esso divorziato, frequenta sempre la S. messa senza ovviamente poter accostarsi alla S.Eucaristia.
Mi sono sentita di dirle, dopo aver letto un piccolo opuscolo del cardinale Tettamanzi ( Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito), che può fare la comunione spirituale e ricevere così Gesù.
Le ho detto che può anche confessarsi, per poter fare la comunione spirituale, ma di quest’ultima cosa non sono ora molto sicura.
Chiedo cortesemente a Lei un chiarimento a riguardo per poter semmai rettificare questo mio “eccesso di zelo”.
La ringrazio di cuore
Pace e bene
Liliana


Risposta del sacerdote

Cara Liliana,
1. hai fatto bene a consigliare alla tua amica divorziata e risposata civilmente la Comunione spirituale. Le hai fatto un grande dono.

2. Ma per questa tua amica non è possibile accostarsi al sacramento della Confessione finché la sua posizione non diventa regolare davanti a Dio e alla Chiesa.
Puoi invece consigliarle di andare dal confessore e dirgli subito che non può essere assolta, ma che va da lui per accusare i suoi peccati, per ricevere una parola e, se lo vuole, anche una benedizione. Ma non si tratta di confessione sacramentale.

3. Come hai consigliato la Comunione spirituale, così puoi consigliarle di domandare spesso perdono al Signore dei suoi peccati.
Questa richiesta di perdono dobbiamo esprimerla tutti.
Santa Caterina da Siena, che era una Santa, diceva spesso: Peccavi Domine, miserere mei, “Ho peccato Signore, abbi pietà di me”.
E se Caterina diceva così, che cosa non dobbiamo dire noi?
Dobbiamo coltivare tutti lo spirito di penitenza e camminare a testa bassa davanti a Dio.

4. Questa richiesta di perdono non è certo come il sacramento della Confessione o Penitenza.
E per questo non può accedere sacramentalmente neanche al Corpo e al Sangue del Signore.
Ma la grazia di Dio, che scende in maniera certa attraverso i sacramenti della Chiesa, viene comunicata anche attraverso altre vie, che Dio solo conosce.

5. Non abbandoniamo con la nostra preghiera e con la nostra vicinanza questi fratelli che vivono in situazioni irregolari e che soffrono perché si trovano nell’impossibilità oggettiva di accedere ai sacramenti della Chiesa.
Talvolta si trovano in situazioni cui non è possibile tornare indietro.
Il loro desiderio dei Sacramenti spinga noi a celebrarli e a riceverli in maniera più degna.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo