Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Padre Angelo,
Sono un disastro (….).
Sono ormai due anni e mezzo che mi sono imbattuta quasi per caso nel vostro sito che ora è diventato un appuntamento quotidiano e spunto di continuo approfondimento personale. E adesso che si avvicina la fine di un altro anno e la mente si diletta a tirare le somme del tempo trascorso, non posso fare a meno di pensare (di nuovo!) a che grande grazia mi abbia fatto Dio, permettendomi di incrociarla nella mia vita, rendendola lo strumento attraverso cui i miei occhi e il mio cuore si sono aperti all’incontro con Lui. Perché proprio lei? Perché proprio in quel momento? A volte penso che sia come per gli occhiali: non a tutti vanno bene le stesse lenti per vederci chiaramente, ma Dio mi ha fornito il modello giusto al momento giusto, prima che la cecità diventasse assoluta e che mi facessi troppo male sbattendo a caso di qua e là. All’inizio è stato davvero sconvolgente scoprire come il nocciolo della fede fosse proprio questo: l’esperienza fortissima, al di là di ogni ragionevole dubbio, della Sua presenza. Niente teorie, niente parole, niente ipotesi e controipotesi, ma un solo un ineludibile fatto, in grado di ribaltare completamente il senso e la direzione della propria esistenza: Lui c’è, proprio qui e adesso, con me.
Pian piano ho capito anche che in fondo quella presenza l’avevo sempre cercata, seppur in maniera confusa, prima nella filosofia e poi nella letteratura e nell’arte in generale, facendomi ricca di uno sguardo poetico sul mondo, ma abbandonandomi allo stesso tempo a una solitudine senza uscita.
Adesso il mio dialogo costante con Lui è davvero la cosa più preziosa che ho, anche se non il cammino da fare è ancora lungo, anche se a volte Lo inondo di parole e non ho in cambio altro che silenzio.
So che lui ascolta e accoglie ogni sussulto di cuore e allora, anche il silenzio non è più solitudine, piuttosto diventa quiete e la parola non può che tramutarsi in lode e il cuore riempirsi di un’intima tenerezza. Oggi è l’8 Dicembre (2017), prego che la Madonna mi dia la forza di poter pronunciare in ogni momento quell’ “Eccomi” che Lei non ha avuto esitazione a dire, quell’ affidarsi che rende possibile anche ciò che non dovrebbe esserlo. Affido al Suo abbraccio materno anche il suo cuore di ‘padre’, padre Angelo, perché, nella tenerezza dell’attesa, lo liberi dalla fatica e dalla paura e lo ricolmi di una grazia ogni giorno rinnovata.
Che sia un buon Natale per tutti.
Cara Paola,
ti dico brevemente tre cose.
1. La prima: mi dici che alle tue molte parole il Signore risponde con il silenzio.
Sì, è vero, ma quel silenzio è per far posto all’amore e alle grazie che proprio in quel momento il Signore riversa su di te e con le quali vuole riempire la tua anima e la tua vita.
Se stai alla sua presenza non puoi non sentire la tua anima inondata di grazia. La quiete di cui parli ne è un segno.
2. La seconda: “Lui c’è, proprio qui e adesso, con me”.
È vero.
Non solo, ma avverti che è lì e ti chiama.
Senti che il tuo Angelo custode ti dice silenziosamente o di nascosto (Gv 11,28) quello che Marta disse a Maria: “Il Maestro è qui e ti chiama” (Ib.).
Da parte tua cerca di fare in quel momento quello che ha fatto Maria, la quale appena udì quelle parole si alzò e andò da Lui (Gv 11,29).
C’è da notare la prontezza di Maria e anche il suo dirigersi verso il luogo dove si trovava il Maestro. Non si è accontentata di riceverlo, ma gli è andata incontro.
San Tommaso commenta: “Questo per farci capire che quando vogliamo godere la presenza di Cristo dobbiamo prevenirlo.
Senza attendere che egli ci accordi la sua visita: ma tocca piuttosto a noi andare incontro a lui” (Commento a Gv 11,28).
3. Noi dovremmo far di tutto per prevenirlo sempre.
E lo preveniamo in tante maniere: quando compiamo atti di carità non richiesti per mezzo di premure e attenzioni per il nostro prossimo fatte per amor suo, mettendoci a pregare, arrivando a Messa prima del tempo e attendendolo, talvolta, anche andando a confessarci.
Previeni Gesù mettendoti in ascolto di quello che Egli ti dice aprendo le Scritture o recitando il santo Rosario, che è come un aprire il Vangelo davanti alla nostra vita.
Ti accorgerai allora non solo che tu previeni il Signore, ma che lui sta prevenendo te, come in una corsa d’amore, e ti dice e ti comunica ciò di cui hai bisogno in quel preciso momento.
E così ti fa godere della sua presenza.
3. La terza cosa che ti voglio dire è legata a quanto si legge ancora in quell’episodio: “Quando dunque i Giudei ch’erano in casa con lei e la consolavano, videro che Maria s’era alzata in fretta ed era uscita, la seguirono” (GV 11,31).
Di fatto Maria non andò da Gesù da sola, ma accompagnata da tanti che stavano attorno a lei per consolarla.
Anche tu ravviva in quel momento la consapevolezza di non essere sola, ma che sei in compagnia degli abitanti del Cielo che ti accompagnano nell’incontro con Gesù e là dove non riesce giungere la tua preghiera vi giunge la loro che pregano in te, pregano con te e pregano per te.
Sono contento per tutto il resto che mi hai scritto.
Tutto è governato dai disegni della Divina Provvidenza. Anche questo nostro sito e ciò che ci capita di leggere.
Ti auguro ogni bene per il nuovo anno, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo