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Quesito
Padre Angelo,
è da poco tempo che ho scoperto il sito degli amici domenicani e la sua rubrica di risposte alle domande dei fedeli che trovo di grandissima utilità, La ringrazio per quest’opera assidua e le garantisco che è di grandissimo aiuto e conforto.
Vivo al sud e le assicuro che sono un privilegiato, perché ho avuto la possibilità di lavorare a Milano per 5 anni e dopo innumerevoli, mi creda, traversie, io e mia moglie siamo tornati al sud dove ho trovato un lavoro stabile, anche se non è quello che desideravo fare. Ho la fortuna di aver trovato degli ottimi colleghi.
Non ho un reddito elevato, per me francamente non è un problema, lo è un po’ di più per mia moglie dato che quando eravamo al nord, anche se in maniera precaria riusciva a lavorare, adesso proprio non riesce, inoltre adesso abbiamo un figlio, un bimbo di 2 mesi che è veramente una Benedizione del Signore, ma che purtroppo, per via delle cosiddette "logiche" del mercato del lavoro ha ridotto ulteriormente le possibilità di mia moglie di trovare un lavoro.
Padre io prego tanto, prego affinché mia moglie possa trovare un lavoro che possa darle un minimo di soddisfazione e prego tantissimo, soprattutto la Santa Madre di Dio, di aiutarmi sul lavoro e di sgravare il mio cuore da ansie ed afflizioni, ma nonostante le mie preghiere non di rado mi capita di svegliarmi la notte letteralmente col cuore in gola, in preda all’ansia perché ho dei problemi da risolvere ed ho paura che le cose prendano una brutta piega o che abbia dimenticato qualcosa nei progetti che porto avanti. Nonostante i miei sforzi è come se non traessi alcun beneficio dalla preghiera perché il mio cuore proprio non trova pace.
Ho un altro problema. Da quando è nato nostro figlio, dato che, so che è brutto dirlo, per motivi economici mia moglie non vuole al momento altri figli almeno fino a quando non si stabilizza la sua situazione, di metodi naturali non vuole nemmeno sentir parlare, vuole che usi il profilattico e mi ha già detto che prenderà la pillola. Cosa devo fare? Come posso avvicinarmi ai Sacramenti con queste premesse?
Confido in una sua risposta e la saluto caramente.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. senza minimizzare i problemi di lavoro e le questioni economiche, ti dico anzitutto di fidarti molto del patrocinio di san Giuseppe.
Il Signore lo ha messo a capo di tutti questi problemi.
Quello che è stato fatto con Giuseppe, venduto dai propri fratelli in Egitto e diventato poi vice re e amministratori di tutti i beni di quel paese, è una prefigurazione che quello che Dio vuole fare dal Paradiso con il nostro glorioso San Giuseppe.
Ho potuto toccare con mano anch’io, come già diceva Santa Teresa d’Avila, che quando si invoca questo santo non si rimane mai delusi.
Pertanto sia per le tue cause sia per il lavoro di tua moglie affidati a San Giuseppe.
Ad esempio, perché non impegnarsi a recitare quotidianamente in famiglia il Santo Rosario in onore di san Giuseppe?
Di recente, in diversi casi di problemi gravi di lavoro, ho consigliato un mese di preghiere in onore di San Giuseppe. E le persone in questione sono venute tutte a ringraziarmi perché le cose si erano risolte, e talvolta anche in maniera prodigiosa.
2. Venendo all’altro problema: non esiste il dilemma che tra astinenza totale dai rapporti coniugali e contraccezione.
Tra i due risvolti, tutti e due con i loro limiti oggettivi, vi è una terza via da seguire ed è quella indicata da Dio attraverso il perseguimento dei metodi naturali.
Tua moglie sembra intestardirsi sulla contraccezione. È una strada sbagliata in tutti i sensi, a cominciare da quello fisiologico, soprattutto se si tratta di pillola.
In ogni “bugiardino” sono descritti gli effetti collaterali della pillola. Non si tratta di invenzioni.
3. Il mio consiglio è di darsi da fare in maniera sollecita per impratichirsi delle metodiche naturali.
A dire il vero, sarebbe stato più utile giungere al matrimonio già preparati in materia.
Non si tratta di un optional, ma di un dovere, soprattutto se si vuole camminare per le vie di Dio e tendere alla santità come il Signore ci chiede.
4. Nel caso che un coniuge chieda il rapporto coniugale attraverso contraccezione, e cioè offendendo Dio, cessa il cosiddetto “debito coniugale”.
San Pietro dice che "bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29).
4. Inoltre: quale vantaggio si trova nel commettere un peccato mortale, nel perdere la grazia di Dio ed esporsi a tanti pericoli?
Non c’è prezzo per mantenere la comunione con Dio.
Questo è in assoluto il bene più grande che abbiamo di qua.
5. Va ricordato anche che secondo il Magistero della Chiesa il rapporto contraccettivo cessa di essere un atto di autentico amore.
Giovanni Paolo II dice che “al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè di non donarsi all’altro in totalità.
Ne deriva, non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale” (FC 32c).
6. Alla domanda specifica se puoi accostarti alla S. Comunione dopo aver fatto contraccezione all’interno del matrimonio la risposta è negativa.
È necessario essere prima confessati e riconciliati con Dio.
In questo senso Paolo VI dice nell’Humanae vitae: “E se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che viene elargita nel sacramento della Penitenza” (HV 25).
Ti assicuro il mio ricordo al Signore e benedico te e la tua famiglia.
Padre Angelo