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Reverendo padre Angelo
innanzitutto un grande grazie per il suo apostolato e per la sua testimonianza alla Verità che salva.
Leggendo alcuni libri di meditazione leggevo che la comunione dà ad esempio sostegno nelle tentazioni, forza all’anima e altre cose, ma non capisco in che senso avviene questo.
La mia paura è in questo modo potrei rischiare di poter vedere la Comunione come qualcosa di “magico”, una specie di formula magica che automaticamente fa queste cose.
Per questo vorrei chiederle se può illuminarmi sugli effetti della Santa Comunione per l’anima e il corpo di chi la riceve.
La ringrazio di cuore, la ricordo nella preghiera e chiedo di cuore la sua benedizione.
In Cristo Re
Andrea


Caro Andrea,
1. gli effetti della Santa Comunione sono reali, anzi, realissimi, ma ad una condizione: che sia ben fatta.
Perché se è fatta avendo nella coscienza dei peccati gravi, allora non produce alcun effetto buono, ma viene ricevuta a propria condanna, come dice la Sacra Scrittura (1 Cor 11,29).

2. Può succedere che produca poco frutto a motivo dei peccati veniali.
Ecco che cosa scrive San Tommaso:
“I peccati veniali si possono considerare sotto due aspetti: come passati e come compiuti al presente.
Ora, dal primo punto di vista i peccati veniali in nessun modo impediscono l’effetto di questo sacramento. Può capitare infatti che uno, dopo aver commesso molti peccati veniali, si accosti devotamente a questo sacramento e ne consegua pienamente l’effetto.
Dal secondo punto di vista invece i peccati veniali impediscono l’effetto di questo sacramento, non in tutto, ma in parte. Si è detto infatti che effetto di questo sacramento non è soltanto la conquista della grazia abituale o della carità, ma anche un certo attuale ristoro di dolcezza spirituale.
Ora, questa viene certamente impedita, se uno accede all’Eucaristia con lo spirito distratto dai peccati veniali.
Non resta invece impedito l’aumento della grazia abituale, o della carità” (Somma teologica, III, 79, 8).

3. Mentre è esperienza di chiunque fa la Santa Comunione con le dovute disposizione (stato di grazia, preparazione e raccoglimento) un certo attuale ristoro di dolcezza spirituale sicché sente che la propria anima è inondata di grazia per la presenza di Cristo.
Allora vorrebbe che questo effetto non cessasse mai e avverte pure il bisogno di non parlare e di non distrarsi, anche terminata la Messa.
Scrive San Tommaso: “Per la potenza di questo sacramento, l’anima è spiritualmente ristorata dal fatto che è spiritualmente gaia e, in un certo modo, inebriata dalla dolcezza della bontà divina, secondo quanto è detto nel Cantico (5,1): Mangiate, miei amici; io vi inebrierò miei prediletti” (Somma teologica, III, 79,1, ad 2).
San Bonaventura a proposito della Comunione diceva che è brutto segno non sentire niente nel medesimo modo in cui è brutto segno mettere del miele in bocca e non sentirne la dolcezza.

4. Ma esaminiamo adesso gli altri effetti che la Santa Comunione produce nella nostra anima.
San Tommaso dice che “è proprio dell’amicizia che l’amico riveli i suoi segreti all’amico…
Non solo, ma che gli comunichi anche i suoi beni, che conversi con l’amico, che si compiaccia delle sue parole, delle sue azioni, che trovi in lui consolazione nei suoi dolori” (Contra gentes, IV,21-22).
Ebbene, se durante la Comunione si fa memoria di quanto il Signore ci ha detto nelle letture della Messa diventa agevole avvertire che il Signore rivela a noi i suoi segreti e che anche noi, da parte nostra, gli riveliamo i nostri.

5. San Tommaso dice che nella Comunione avviene una singolare effusione di grazia perché “tutto ciò che ha prodotto la passione di Cristo viene prodotto anche da questo sacramento. Infatti questo sacramento altro non è che l’applicazione al singolo uomo della passione del Signore” (Somma teologica, III, 79, 1).

6. Gli effetti comunicati sono quelli rappresentati dai simboli: pane e vino.
Infatti “tutti gli effetti che il cibo e la bevanda materiali producono nella vita del corpo, cioè sostentamento, sviluppo, riparazione e gusto, li produce anche questo sacramento nella vita spirituale” (Ib.).
È comune constatazione che quando la Comunione viene ben fatta ci si sente rinvigoriti nell’unione con Dio, nella carità fraterna e nell’esercizio delle virtù.
Scrive il padre Garrigou-Lagrange: “In primo luogo l’Eucaristia sostiene. Chi nell’ordine naturale non si nutre o si nutre male, deperisce; lo stesso avviene a colui che rifiuta il pane eucaristico che ci offre il Signore come il miglior nutrimento per l’anima nostra. E perché privarci senza ragione di questo pane soprasostanziale (Mt 6,11) che è il pane quotidiano dell’anima nostra?
Come il pane materiale ristora l’organismo, riparando le perdite subite per il lavoro e la fatica, così l’Eucaristia ripara il deperimento di forza, conseguenza della nostra negligenza. Come dice il Concilio di Trento, essa ci libera dai peccati veniali, ci rende il fervore che queste colpe ci avevano fatto perdere, e ci preserva dal peccato mortale.
Il nutrimento ordinario accresce inoltre la vita del corpo nel fanciullo che deve diventare uomo. Ora dal punto di vista spirituale dobbiamo sempre crescere nell’amore di Dio e del prossimo sino alla morte… Per l’effettuazione di questo accrescimento, il pane eucaristico ci porta sempre nuove grazie… la fede diviene ogni giorno più illuminata e più viva; la speranza più ferma, la carità più pura e più ardente.
Per mezzo della Comunione, crescono insieme colla carità tutte le virtù…
Infine come il pane materiale è gradevole al gusto, così il pane eucaristico è dolce all’anima fedele, che vi attinge un ristoro e spesso un benessere spirituale più o meno sentito” (R. GARRIGOU-LAGRANGE, Le tre età della vita interiore, II, pp. 180-181).

7. S. Teresa d’Avila dice che il Signore ricolma di tante grazie coloro che lo accolgono bene nella santa Comunione: “Sappiamo, infatti, che, finché il calore naturale non abbia consumato gli accidenti del pane, il buon Gesù sta in noi: avviciniamoci, dunque, a lui!
E se, quando era nel mondo, il solo tocco delle sue vesti sanava gli infermi, come si può dubitare, avendo fede, che non farà miracoli così intimamente unito a noi, e non ci darà quanto gli chiederemo, trovandosi nella nostra casa?
Sua Maestà non ha certo l’abitudine di pagare male l’alloggio, se gli viene fatta buona accoglienza” (Cammino di perfezione, 34,8).

8. E Pio XII: “Che cosa possiamo fare uniti a Gesù avendo noi vivo, inabitante, operante Gesù? Tutto.
Se questo è vero, voi comprenderete appieno la necessità per tutti coloro che vogliono operare nella vigna del Signore, di essere uniti strettissimamente a lui, di identificarsi con lui.
Se fosse in essi Gesù che prega, Gesù che predica, Gesù che soffre, Gesù che opera! Possa Gesù divenire il dominatore assoluto delle anime vostre” (Pio XII, 5.3.1957).

9. Ecco alcuni degli effetti della Santa Comunione.
Se ne potrebbero descrivere molti altri e non si finirebbe più.
In ogni caso si tratta di effetti così grandi che la Santa Comunione merita di essere fatta sempre con le migliori disposizioni così da sentire che quello della Comunione è il momento più importante e più fruttuoso di tutta la nostra giornata.
Per questo meriterebbe che anche noi ci preparassimo a riceverla come faceva Santa Faustina Kowalska: “Prima di ogni Santa Comunione prego fervorosamente la Madonna, perché mi aiuti a preparare la mia anima a ricevere il Figlio Suo e sento chiaramente la Sua protezione su di me.
La prego molto, affinché si degni di accendere in me quel fuoco di amor divino, che ardeva nel Suo Cuore verginale al momento della Incarnazione del Verbo di Dio” (Diario 1.5.1937).

Mentre ti auguro di poter fare così, ti assicuro il mio ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo