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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo A. e sono un ragazzo di 15 anni. Le chiedo subito scusa per la lunghezza della mail ma devo davvero chiederle molte cose e consigli per le situazioni che sto vivendo. 
Comincio raccontandole in breve la mia storia: fin da piccolo sono stato una persona molto credente, ho sempre voluto bene a Gesù e Lui si è fatto sentire molte volte nella mia vita. Pensi che fino a qualche anno fa pensavo di diventare sacerdote: con il tempo e crescendo ho capito invece, di voler creare una famiglia.
Nonostante però questo affezionamento nei Suoi confronti, molte volte sono caduto in peccati mortali anche parecchio gravi, primi fra tutti i peccati impuri (…).
Qualche anno fa ero riuscito a smettere ma l’hanno scorso sono ricaduto in questo brutto peccato che mi ha accompagnato fino a due mesi fa. Mi ero ripromesso di dover smettere e grazie a tanti fattori ci sono riuscito almeno per il momento. Continuo però ad essere tentato, e devo ammettere che molte volte sono arrivato al limite della sopportazione ma senza cedere mai completamente. 
Non mi confesso da un bel po’ e so bene che questa mancanza può portare solo che male. Non sono mai riuscito ad avere una vita in grazia di Dio a causa di alcune difficoltà che riscontravo e riscontro tuttora nella Confessione e di cui adesso le parlerò. Il Signore mi ha sempre illuminato interiormente e in special modo in questo periodo per dirmi di riavvicinarmi a questo sacramento. Lo ha fatto in maniera sensibile nel mio cuore percependo nitidamente i suoi inviti e anche attraverso la Sua Parola; soprattutto nel secondo caso mi ha lasciato davvero di stucco: è da qualche mese, che la sera prendo un libriccino del Vangelo e degli Atti degli Apostoli e a caso apro una pagina. Diciamo, che a causa dei problemi che le sto per esporre cerco di rimandare sempre la Confessione. Mi ero dato come limite inizio ottobre perché non potevo continuare così, ma più si avvicinavano i giorni, più la cosa iniziava a pesarmi e quindi volevo rimandare ancora. Una di queste sere però, ho aperto, come le dicevo prima, una pagina del Vangelo, ed ecco cosa ho letto immediatamente:
Gesù rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, tutto è pronto”. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato”. Un altro disse: “Ho preso moglie e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia”. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena” (Luca 14,16-24).
E questo passo l’ho ripescato di nuovo qualche giorno fa sempre durante i medesimi dubbi.
Le espongo adesso le perplessità più grandi che mi mettono davvero in difficoltà durante la Confessione:
1.    La prima è che sono una persona molto timida. Ho difficoltà a parlare della mia intimità, figuriamoci a confessare quello che le sto per raccontare. (…). Come posso dire una cosa del genere al confessore se già a scriverlo qui a lei mi sento molto in imbarazzo? 
2.    Un altro motivo che mi rende difficile la confessione è un altro genere di peccato che, a dire la verità, non so nemmeno io se l’ho commesso effettivamente. Mi è capitato nell’ultimo periodo di avere dubbi sulla Bontà di Dio e questo mio pensiero nel corso del tempo è mutato col pensare che (…).
3.    L’ultimo problema che mi impedisce di confessarmi è l’aver pensato, anche fino a qualche settimana fa, al suicidio. Ovviamente non ho mai provato a compierlo né mi passa per la testa di farlo. Però in questo periodo sto soffrendo molto per alcune brutte situazioni che mi capitano. Ho peccato pensando al suicidio in alcuni momenti di profonda tristezza? 
Ecco padre, tutte queste cose sono come un muro insormontabile che non riesco a superare. Ho pensato anche di abbandonare tutto e di diventare ateo senza pensare a queste cose, ma il Signore è sempre stato vicino a me ed è l’unico Faro che mi accompagna sempre anche nei momenti più terribili, anche quando non lo sento dentro di me. (…).
Prima di salutarla devo anche chiederle un consiglio per due miei amici che peccano anche loro nella purezza. La prima è una signora (…).
L’altro è mio amico, e non riesce a smettere di cadere nell’impurità. Lui non conosce ancora la mia fede, anche se siamo abbastanza intimi e ci confidiamo molte cose, e quindi sto cercando di aiutarlo pregando per lui e dicendogli di fuggire dalle occasioni. Purtroppo però, non riesce e ci rimane sempre molto male non tanto perché sta peccando, (penso che non sappia che sia un peccato) ma perché lo lascia vuoto. Quel piacere iniziale svanisce subito e si rimane completamente vuoti e tristi e questa è anche la mia esperienza.
Scusi ancora per il disturbo e per il lungo messaggio, la ringrazio davvero per avermi ascoltato e per tutto il bene che fa con questo sito meraviglioso in cui ho trovato molte risposte alle mie domande.
La ricorderò nella preghiera e mi scuso fin d’ora se in futuro la disturberò ancora.


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. sono contento anzitutto di quello che da qualche mese a questa parte stai facendo ogni sera: apri a caso il Vangelo e gli Atti degli apostoli.
Quello, credilo, è il momento più atteso dal Signore. Finalmente può parlare a tu per tu con te, nel silenzio.
E le sue parole toccano sempre il tuo cuore.
È il momento in cui il Signore viene a mettere il suo cuore vicino al tuo. È un momento di grande intimità, di luce, di conforto.

2. Da parte tua, ne sono certo, senti che quelle parole sono le più preziose tra quelle che hai sentito in giornata. Sono quelle che vanno più in profondità, che hanno la capacità di smuovere il tuo cuore e di indirizzare la tua vita.

3. Il passo che ti è capitato sotto gli occhi e che hai riportato nella tua mail ha letto bene la tua situazione. 
Innanzitutto ti ha detto che sei tra quelli che hanno mille scuse per dirgli di no. E che pertanto sei ingrato.
In secondo luogo ti spinge ad incontrarti con lui nella confessione sacramentale.
Credo che adesso sia arrivata l’ora di dire: “Basta, voglio andarmi a confessare perché il Signore mi attende”.

4. Prima ancora di dirti come confessare i tuoi peccati, desidero sottolineare un’altra cosa: da tanto tempo il Signore ti ha impedito di cadere nel baratro mentre tu lo desideravi. Tu cercavi le occasioni di peccare. Eri attratto dalla tua concupiscenza.
Ma nessuno tra i tuoi amici e  tra le tue amiche è stato al gioco.
A distanza di anni puoi vedere una provvidenzialità in questo.
Chissà che cosa si sarebbe scatenato in te se questi tuoi amici avessero acconsentito.
Per questo non finirai mai di ringraziare il Signore.

5. Circa i peccati specifici che accuserai in confessione dirai che sei caduto moltissime volte nei peccati impuri solitari, anche più volte al giorno.
Dirai anche che avresti desiderato compiere impurità con altri. Ma nessuno è stato al gioco e adesso ringrazi il Signore perché ti ha liberato dal peggio.
Quando avrai detto quello che ti ho scritto, senza aggiungere una parola, avrai detto tutto. Non è necessario spiegare ulteriormente come sono andate le cose.

6. Circa altri pensieri che ti sono venuti per la mente devi fare una distinzione: tra il pensiero in se stesso e la volontà di attualizzarlo.
Nella nostra mente talvolta passano pensieri di ogni genere, come ad esempio quello del suicidio.
Ma il solo pensiero non costituisce ancora il peccato.
Oltre alla piena avvertenza della mente, per commettere peccato ci vuole il deliberato consenso della volontà.
Nei vari pensieri che mi hai descritto, questo secondo elemento è assente del tutto.
Pertanto potresti anche non accusare questi peccati.
Puoi limitarti a dire che nella tua mente passano pensieri di ogni genere: di rifiuto della fede, di darti a Satana, di augurare del male al prossimo. Dirai però che sono stati solo pensieri e che non hai mai pensato di metterli in pratica.

7. A proposito degli ultimi due casi cui hai accennato: 
a) alla giovane signora adultera, consapevole di commettere peccato e che tuttavia continua a sbagliare e a commettere errori e che di questo non riesce a capacitarsene, devi dire che se vuole che questa situazione finisca si deve tenere lontana dalle occasioni di peccato.
San Tommaso dice che “luxuria vincitur fugiendo”, i peccati di impurità si vincono fuggendo.
È inevitabile che la paglia bruci stando attaccata al fuoco.
Il rimedio pertanto va portato a monte: nella determinazione di evitare in qualsiasi modo le occasioni di peccato.
b) al tuo amico, che ha la tua stessa età e che cade nell’impurità solitaria di cui forse non sa neanche che sia un peccato ma che lo lascia vuoto e triste, potresti portare la tua esperienza: ti prendere in mano il Vangelo ogni sera e di aprirlo a casa.
Digli che quello è il momento atteso dal Signore per parlare al suo cuore.
Digli che merita che faccia questa esperienza: l’incontro con Dio lo lascerà illuminato, riempito, consolato, rinforzato e illuminato. In poche parole: tutto il contrario di quello che gli succede cadendo ripetutamente nell’impurità.
Potresti anche dirgli che quelle azioni lo lasciano triste e vuoto perché sono un peccato che inquina e rende sporchi.
Digli anche che sarebbe bello andare a confessarsene presto insieme con te.

Ti ringrazio della promessa che mi hai fatto: di ricordarti di me nelle tue preghiere. Ci tengo. Mi sono preziose.
Le contraccambio volentieri per te cominciando da un ricordo particolare nella celebrazione della Santa Messa che tra breve farò.
Ti benedico e ti auguro ogni bene. 
Padre Angelo