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Quesito
Gentilissimo Padre,
mi chiamo Emanuele …., sono di Roma e ho 34 anni.
Prima di tutto voglio ringraziare il Signore e la nostra Madre Celeste, la beata sempre vergine Maria per la chiarezza delle sue risposte nei quesiti che tanto bene fanno alle anime che leggono.
Oggi la chiarezza e la fermezza su alcuni punti, come la sessualità, i rapporti pre-matrimoniali, e le verità di fede sono sempre più rare anche tra i sacerdoti.
Premetto che sono sposato e per grazia di Dio padre di 2 bambini, il primo di 5 anni e il secondo di neanche 1 mese (il piccolo Leonardo è nato a Pasqua, il 1 aprile).
Fino a pochi anni fa ero il classico cattolico solo di nome, frequentando di rado la messa e soprattutto la confessione. Grazie a Dio per alcune vicende legate all’impurità mi sono trovato a rischiare di perdere un bene così prezioso come la famiglia.
Dopo aver pianto letteralmente sotto la croce di una stupenda chiesa nel centro di Roma, grazie a Dio ho recuperato il rapporto con i sacramenti e con un desiderio di conoscere Dio che per mia colpa, nonostante la Cresima e il matrimonio cattolico, non era ben delineato.
Per questo ho iniziato a leggere tanto, dai Vangeli a tanti libri per me fondamentali come il combattimento spirituale, il trattato della vera devozione a Maria, le glorie di Maria, le Confessioni, iota unum e molto altro ma è con la preghiera e con l’affidamento alla divina volontà che si comprende che il nostro sommo bene è Dio e che siamo stati creati per amarlo e servirlo, in questa vita e nell’altra se meritevoli.
Mia moglie (romena, quindi ortodossa) all’inizio si è trovata un po’ spiazzata da questo cammino di conversione e non mancano le frizioni soprattutto sull’apertura alla vita e non è facile farle capire di abbandonarsi alla provvidenza nell’accettare la vita ogni qual volta il Signore ci rendesse degni, ma rispetto ai primi tempi la situazione è migliorata con i metodi naturali anche se in quei giorni fertili una donna è più desiderosa di unione, solo la fede può illuminarla e prego Dio per questo.
Grazie a Dio andiamo a messa insieme con il bambino più grande e recitiamo insieme la sera le preghiere. Chiaro che l’educazione impartita sarà quella cattolica e sono consapevole che anche lei necessiterebbe di una piena adesione alla fede cattolica ma mi rimetto alla volontà di Dio, cercando con tutti i miei limiti di essere un esempio.
Sono consapevole che il combattimento contro la carne e il demonio durerà fino alla fine e solo con la grazia e l’uso dei sacramenti si potrà vincere.
Grazie di cuore.
Sia sempre lodato il nostro Signore Gesù Cristo.
Risposta del sacerdote
Caro Emanuele,
1. sono contento di quanto il Signore ha operato in te e mi compiaccio per la tua bella famiglia, benedetta ulteriormente dal Signore con la nascita di un nuovo bambino, Leonardo, proprio nel giorno di Pasqua di quest’anno.
2. Mi dici che la tua vita cristiana e la tua famiglia sono state miracolosamente salvate dal pericolo dell’impurità con un gran pianto ai piedi di una croce in una Chiesa al centro di Roma.
Si piange bene ai piedi della croce, in compagnia della Maddalena che il Signore ha voluto lì perché fosse il simbolo dei riscattati e dei redenti.
Se puoi, torna di nuovo davanti a quella croce e domanda al Signore la grazia di avere per i tuoi peccati il medesimo dispiacere che ha provato Lui, quando li vedeva fin nel loro ultimo dettaglio dalla croce.
È una delle grazie più belle e fa capire come avesse ragione San Tommaso d’Aquino quando scriveva che “nessuno ama sinceramente se non fa sincera penitenza (sed nullus vere diligit qui non vere poenitet)”.
E proseguiva dicendo che “è evidente che quanto più amiamo una persona, tanto più ci dispiace di offenderla. E anche questo è un effetto della carità” (In duo praecepta caritatis et in decem legis praecepta expositio).
Ugualmente Santa Teresa d’Avila diceva che “non v’è morte più dura del pensiero di aver offeso il Signore” (Vita, 34,10).
Intanto anche tu fin d’ora puoi dire insieme con San Paolo: “dove abbondò il peccato, lì è sovrabbondata la grazia” (Rm 5,20).
3. Continua a leggere libri di vita spirituale.
Sono le letture che ti aiutano a creare una mentalità di fede e soprattutto a vivere secondo la logica del Vangelo.
Una fede così convinta non potrà non convincere.
La prima beneficiaria sarà senza dubbio tua moglie.
Ma lo saranno anche i tuoi carissimi figli.
Continua così.
4. Per quanto riguarda l’intimità coniugale è vero che la donna sente più attrazione proprio nei giorni in cui è fertile.
Ma l’astensione proprio in quei giorni aiuta a comprendere che il matrimonio non è il fine ultimo dell’uomo, ma un mezzo per andare a Dio.
Proprio quell’astensione, che in gergo cristiana si chiama castità coniugale, ha un valore particolare: quello di rivelare il vero senso del matrimonio, il suo essere sacramento, e cioè segno sacro e richiamo di un altro matrimonio, di un’altra sponsalità e di un’altra intimità che siamo chiamati a vivere sempre di più.
In questa più profonda e segreta sponsalità (quella dell’anima con Dio, con Gesù Cristo) si trova la gioia più grande e più santificante.
Sono certo che ne hai fatto diverse volte l’esperienza, anche per mezzo delle letture che mi hai indicato.
5. Mi pare di poter dire che quell’astensione o castità sia voluta dal Signore per indirizzarvi verso un godimento che “sorpassa qualsiasi gioia umana” (S. Tommaso, Somma teologica, II-II, 180, 7) ed è “un certo inizio della felicità del cielo, della beatitudine” (“inchoatio quaedam beatitudinis”) (Ib., II-II, 180, 4).
Questo godimento fa “ardere dal desiderio di vedere il volto di Dio” S. Gregorio, In Ez., hom. 14).
Infatti “la contemplazione di Dio in questa vita è imperfetta rispetto alla contemplazione della patria celeste; e parimenti ne è imperfetta la gioia in rapporto a quella della patria. Tuttavia la contemplazione delle realtà divine che si può avere nella vita presente, sebbene imperfetta, è più deliziosa di ogni altra contemplazione per quanto si voglia perfetta, data la superiorità dell’oggetto contemplato” (S. Tommaso, Somma teologica, II-II, 180, 7, ad 3).
6. Per questo Paolo VI ricordava che “il dominio dell’istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente un’ascesi…
Ma questa disciplina, propria della purezza degli sposi, ben lungi dal nuocere all’amore coniugale, gli conferisce invece un più alto valore umano.
Esige un continuo sforzo, ma grazie al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalità, arricchendosi di valori spirituali: essa apporta alla vita familiare frutti di serenità e agevola la soluzione di altri problemi; favorisce l’attenzione verso l’altro coniuge, aiuta gli sposi a bandire l’egoismo, nemico del vero amore, ed approfondisce il loro senso di responsabilità.
I genitori acquistano con essa la capacità di un influsso più profondo ed efficace per l’educazione dei figli; la fanciullezza e la gioventù crescono nella giusta stima dei valori umani e nello sviluppo sereno ed armonico delle loro facoltà spirituali e sensibili” (Humanae vitae, 21).
7. Ti ringrazio di questa tua bella testimonianza che mi ha fornito soprattutto l’occasione di parlare della castità coniugale e della sua preziosità per vivere la sacramentalità del matrimonio.
Mentre auguro a te e alla tua famiglia tante cose belle, assicuro la mia preghiera per tutti voi e uno per uno vi benedico, soprattutto Leonardo che tra breve col Battesimo diventerà figlio di Dio e figlio della Chiesa.
Padre Angelo