Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Salve padre Bellon,
mi chiamo Francesca (…).
Volevo farvi una domanda e ho trovato questo contatto sul blog amici domenicani. Una mia amica mi ha chiesto se c’è una qualche connessione tra il misticismo di Santa Teresa e il RNS (rinnovamento nello spirito), perché per alcune persone la vera forma di preghiera è quella di S Teresa e affermano che, chi fa parte di un gruppo di preghiera tipica carmelitana non può far parte anche del rinnovamento dello spirito.
Riguardo alle fonti storiche potrei citare San Giovanni Paolo II che ha appoggiato tantissimo il RNS, Papa Francesco e l’associazione CHARIS che comprende tutte le associazioni carismatiche esistenti e i discorsi di Papa Francesco sull’unità nella diversità.
Mi piacerebbe partire dalle congruenze spirituali comuni perché sia in Santa Teresa e sia nel RNS agisce la Trinità (perché sappiamo che dove si trova una persona lì ci sono anche le altre 3 e dove c’è il Padre, troviamo anche la sua corte celeste) per poi far capire che i carismi nella chiesa sono tanti e infatti esistono tante associazioni che sottolineano di più un aspetto ( magari sono più legati ad un sacramento del cristianesimo) senza però perdersi gli altri aspetti del cristianesimo e la forma di preghiera non ci rende più o meno fedeli, ma tutti: carmelitani, RNS, domenicani, neocatecumenali….hanno un modo di pregare che li differenzia, ma hanno lo stesso scopo, quello di essere sempre più vicini allo stesso Dio e di mostrarne la gloria. Come posso trovare il nesso mistico tra S Teresa d’Avila (con il suo castello interiore) e il RNS? Quali esempi o esperienze di santi posso riportare?
Grazie mille e resto in attesa di una sua risposta.
Buona giornata
Francesca


Risposta del sacerdote

Cara Francesca, 
1. è necessario distinguere tra la natura (e lo sviluppo) della preghiera e i carismi che la possono accompagnare.

2. Ciò che Santa Teresa d’Avila ha descritto nel Castello interiore corrisponde alla natura e allo sviluppo della vita di preghiera.
Posso dire che questo è immutabile, sebbene nelle varie spiritualità si possa accentuare un aspetto oppure un altro.

3. Mentre ciò che avviene nell’RNS appartiene ai carismi, e cioè ad alcuni doni particolari che accompagnano la preghiera.
Questi carismi vengono dati da Dio indipendentemente dal perfezionamento spirituale del soggetto. 
Sono gratiae gratis datae e non appartengono all’organismo soprannaturale. 
Il Signore li dà a chi vuole a titolo di incoraggiamento oppure di attestazione di una preghiera profonda.
Non sono legati pertanto alla santità di vita.
Possono essere dati anche a chi è in peccato mortale.

4. Invece l’evoluzione della preghiera secondo le mansioni o le tappe descritte da Santa Teresa è intimamente legata ad una vita di preghiera che si perfeziona e che si accompagna con la santità della vita.

5. Ecco ad esempio la prima delle sette mansioni descritte da Santa Teresa d’Avila: “Mi diceva ultimamente un gran teologo che le anime senza orazione (vale a dire: contemplazione) sono come un corpo storpiato o paralitico che ha mani e piedi, ma non li può muovere…
Sono tante le anime che si limitano a stare solo nei dintorni, là dove stanno le guardie, senza curarsi di andare più innanzi, né sapere cosa si racchiuda in quella splendida dimora, né chi l’abiti e quali siano i suoi appartamenti. E se queste anime non cercano di capire e di porre rimedio alla loro grande miseria resteranno come statue di sale proprio come la moglie di Lot che voltò il capo all’indietro invece di cercare di guardarsi dentro” (Castello interiore, I,6).
“Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l’orazione e la meditazione. Non sto più per la mentale che per la vocale, perché dove si ha orazione occorre che vi sia pure meditazione. Non chiamo infatti orazione quella di colui che non considera con chi parla, chi è che parla, cosa domanda e a chi domanda, benché muova molto le labbra” (Ib., I,7).
La porta dell’orazione si trova solo se si è liberi dal peccato mortale.
“Prima di andare innanzi, vi prego di considerare come si trasformi questo castello meraviglioso e risplendente, questa perla orientale, quest’albero di vita piantato nelle stesse acque vive della vita che è Dio, quando s’imbratti di peccato mortale. Non vi sono tenebre così dense, né cose tanto tetre e buie, che non ne siano superate e di molto” (Ib., II,1).
“Non dovete figurarvi queste mansioni le une dopo le altre, come una fuga di stanze. Portate il vostro sguardo al centro, dove è situato l’appartamento o il palazzo del Re” (Ib., II,8).
“Perciò, figliuole, fissiamo gli occhi in Cristo nostro bene e nei suoi santi, e vi impareremo la vera umiltà… Questa mansione, benché sia la prima, è così eccellente e preziosa che se l’anima sa sottrarsi agli animali che l’ingombrano, non lascerà di andare innanzi” (Ib., II,11).
“Eppure per entrare nelle seconde mansioni bisogna che si disbrighi da tutte le cure ed affari che non siano indispensabili, sia pure in conformità al suo stato.
Ciò è di tanta importanza che se non comincia subito a farlo, non solo non arriverà alla mansione principale, ma sarà pure impossibile che, senza grande pericolo, rimanga nella mansione che occupa, benché già nel castello” (Ib.).

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo