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Quesito

Salve padre Angelo,
ho un grosso dubbio che vorrei esporle.
Io nella mia vita ho sbagliato tutto, ho scelto all’università la facoltà sbagliata, seguendo interessi del momento e non seguendo quelle che erano le mie capacità che mi avrebbero permesso di laurearmi in breve tempo e di essere un buon professionista.
Inoltre a differenza di altri non ho cercato un lavoro quando mi sono accorto dello sbaglio e nemmeno ho cambiato facoltà, ma ho persistito sulla strada presa continuando ingenuamente a sperare in un cambiamento, che purtroppo non c’è stato….insomma ho sprecato miseramente i miei talenti!
Anche in amore ho sbagliato mandando via l’unica ragazza che ho amato veramente e che mi corrispondeva….lei, reduce da una storia finita male, era molto spaventata da quello che provava per me quindi cercava di allontanarmi, ma quando finalmente ho capito tutto e lei mi ha fatto capire di farmi avanti io per orgoglio l’ho respinta….insomma ho sprecato un altro dono Divino.
Dicono che Dio ha un piano per ognuno e credo che il mio fosse scegliere una facoltà umanistica e sposarmi con quella ragazza, ma io scelto diversamente.
Certo non sono il primo e nemmeno sarò l’ultimo a fare errori del genere, molto frequenti in giovane età…ma adesso ho paura di essere fuori dal progetto di Dio, cioè mi trovo a percorrere una strada che non è la mia e non posso più tornare indietro.
Cosa succede in questi casi? Cioè Dio ha un progetto di riserva per chi ha sbagliato? O forse Dio ha diversi progetti per ognuno di noi tenendo conto di eventuali scelte sbagliate? Ad esempio un uomo destinato al sacerdozio che per errore fa una scelta diversa è irrimediabilmente fuori dal piano divino o Dio apre per lui un altro progetto? Insomma in poche parole: Dio ha un unico progetto per ognuno di noi oppure ha diversi progetti ben sapendo che faremo scelte sbagliate che ci allontaneranno dalla via principale che ha tracciato per ognuno di noi?
Buona sera


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. il progetto del Signore su ognuno di noi è generale: ci chiama alla santificazione, alla piena comunione con Lui.
Sulle strade concrete per realizzare questo obiettivo ci lascia liberi e presenta a noi una pluralità di realizzazioni.
Dice la Sacra Scrittura: “Egli da principio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere” (Sir 15,14).

2. La pluralità di realizzazioni è in qualche modo scritta nelle potenzialità che ognuno possiede.
La via più giusta la chiamiamo anche progetto di Dio.
Ma questa è sempre scritta dentro di noi. È nelle nostre stesse potenzialità.

3. Nei vari tentativi per realizzare il progetto generale di Dio, possiamo  prendere degli abbagli, sbagliare, perdere tempo.
Ma non tutto è perso. Il Signore sa volgere anche i nostri errori al servizio di un bene più grande.
Non c’è solo una maniera per realizzare la chiamata divina.

4. Pertanto non ti devi perdere d’animo. Non è finito tutto per te. Anzi, è tutto il contrario.
Andando avanti negli anni ti accorgerai anche di questo: che i vari errori che hai potuto commettere sono stati tutti in qualche modo provvidenziali. Tutti avranno avuto qualche cosa da insegnarti.

5. E ti accorgerai anche che mentre ti precludevi una strada e magari poi anche un’altra e un’altra ancora, finalmente imboccavi la strada che avrebbe segnato il percorso della tua vita.
C’è una Provvidenza. Siamo nelle mani del Signore.
Anche gli errori Dio li condanna a servire un bene più grande.

6. Quello che la Chiesa canta nella veglia del Sabato Santo “O felix culpa” vale non solo per la vita dell’umanità, ma anche per quella di ciascuno di noi.
Chiama “felice colpa” il peccato di Adamo, perché diversamente non  avremmo potuto avere un così grande Redentore: Dio fatto uomo.
O felice colpa, che meritò di aver un così grande Redentore! (O felix culpa, quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem).

7. Dice San Tommaso: “Che la natura umana dopo il peccato sia stata innalzata più di prima non c’è nessuna incongruenza: Dio infatti permette il male per trarne un bene maggiore. Di qui le parole di S. Paolo: "Dove abbondò il peccato, lì anche sovrabbondò la grazia" (Rm 5,20). E nella benedizione del Cero pasquale si canta: "O felice colpa, che meritò di avere tale e tanto Redentore!"” (Somma teologica, III, 1, 3, ad 3).

8. Questo vale anche per te: che Dio ti innalzi a qualche cosa di più grande dopo i tuoi errori non è una cosa inconcepibile. Dio li ha permessi proprio per trarne un bene maggiore.
Mi auguro che anche tu un giorno possa cantare: o felici errori, che mi hanno permesso finalmente di attingere beni più grandi.

Ti assicuro la mia preghiera perché si affretti il tempo in cui tu li possa vedere.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo