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Quesito
In due riprese Emmanuel ha dato cenno di riscontro della risposta sul problema dell’Onnipotenza divina.
Ecco le risposte:
Caro Padre Angelo,
Buongiorno!
Per quanto riguarda la precedente mail (sull’onnipotenza divina), ci terrei a ribadire che non era minimamente mia intenzione dare un dispiacere a lei o peggio ancora al buon Dio.
Inoltre, non mi sono mai sognato di insegnare ad altri o addirittura a catechesi dottrine di cui non fossi più che sicuro. Il mio obiettivo è solo quello di cercare la Verità. Accetto comunque che la Chiesa è più saggia di me, anche se vorrei che su certi importanti argomenti parlasse con una sola voce.
Caro Padre Angelo,
Le scrivo riprendendo la risposta alla mia precedente mail sulla Divina Onnipotenza.
Lei afferma in sostanza che Dio è Onnipotente in tutto e per tutto, dal che ne segue che la permissione del male rientra nei misteriosi disegni della Provvidenza. E sia: se questa è la dottrina della Chiesa, mi piego docilmente ad essa.
A questo punto, però, le debbo dire che più di un sacerdote farebbe bene ad andare a lezione di dottrina cattolica. L’ipotesi che le ho sottoposto, per esempio, non era originariamente mia, ma fu proposta da un sacerdote. Non solo: quando nell’ambito della Pastorale Universitaria ho proposto un’interpretazione simile alla sua, cioè che in Dio c’è del gran mistero, e che anche nel male ci deve essere un misterioso disegno Provvidenziale, il sacerdote responsabile della PU mi ha “contestato” dicendo, fra le altre cose, che nel Nuovo Testamento non si parla mai di mistero se non in riferimento alla rivelazione di esso da parte di Dio (San Paolo, mi sembra).
Accetto comunque la dottrina della Chiesa: forse di fronte a certi problemi è meglio volare con le ali grandi della fede che con quelle piccole piccole della ragione.
Proprio perchè penso che la Chiesa sia più saggia di me, e non per metterne in discussione l’autorità, mi piacerebbe porre alcuni nuovi quesiti, uno dei quali collegato con quello precedente:
1) Noi affermiamo che Dio è onnipotente, cioè che può tutto; nello stesso tempo crediamo al libero arbitrio dell’uomo. Ma se l’uomo è veramente libero, Dio non lo può costringere a fare qualcosa, per esempio, a compiere il bene. In caso contrario, ne deduco che l’uomo non è libero. Non mi è chiaro come ciò si concilia all’interno del Magistero: c’è qualcosa che mi sfugge?
Risposta del sacerdote
Sì, caro Emmanuel, c’è una cosa che ti sfugge, ed è il vero concetto di libertà.
Dio non ha dato all’uomo la libertà perché l’uomo faccia anche il male. La libertà gliel’ha data perché creativamente, responsabilmente e con amore compia il bene. Solo se è libero l’uomo può amare. Diversamente si tratterebbe come negli animali semplicemente di un gioco di istinti.
Il compimento del male è una deriva della libertà. Anzi, l’uomo che compie il male, diventa meno libero, poiché comincia ad avvertire una dipendenza dal male. Dice Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi compie il peccato, rimane schiavo del peccato”.
A proposito di “mistero”: certamente nel Nuovo Testamento la parola mistero ha come oggetto qualcosa che è rivelato da Dio.
In questo senso è rivelato anche il “mistero dell’iniquità” di cui parla San Paolo in 2 Ts 2,7.
Ma tutta la vita di Cristo è rivelazione di un mistero. E per questo tutti gli eventi della sua vita noi li chiamiamo misteri, come avviene nella recita del santo Rosario.
Gli eventi della vita di Gesù noi li chiamiamo misteri non perché non siano comprensibili, ma perché il loro significato è così grande che non riusciremo mai ad esaurirlo del tutto.
Tra le varie cose che sono state rivelate in questo mistero c’è anche l’onnipotenza non solo di Dio, ma anche di Cristo.
Le citazioni sarebbero numerosissime.
Mi basta per ora citare Mc 16,19 dove si dice che “Gesù sedette alla destra di Dio” e Fil 2,9-11 “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”.
Ti ringrazio del riscontro, caro Emmanuel.
Ti accompagno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo