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Quesito

Caro Padre,
ho un dubbio che riguarda il n. 1031 del catechismo.
la mia domanda è: chi pronuncia una bestemmia non potrà mai essere perdonato?
Cosa vuol dire: "certe colpe  possono essere rimesse in questo secolo ma certe altre nel secolo futuro"? Che da certe colpe non ci si può rimettere con la confessione in terra? e quindi chi ha detto una bestemmia ha già la certezza di non andare in paradiso?
GRAZIE
Daniela

Risposta del sacerdote

Cara Daniela,
il CCC al n. 1031 non parla della bestemmia in generale, ma di una particolare bestemmia: quella contro lo Spirito Santo
Il problema nasce dalle parole del Signore: “Ogni peccato e ogni be­stem­mia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. E chiunque avrà parlato contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma chiunque avrà parlato contro lo Spirito Santo non sarà perdo­nato né in questo secolo né in quello fu­turo” (Mt 12,31).
La bestemmia contro lo Spirito Santo consiste nel confondere le opere di Dio con quelle di Satana. Gesù replicava in questo modo a chi gli diceva che stava agendo non con il dito di Dio, ma con la forza che gli veniva dal peggiore dei demoni, da Beelzebul.
Questo peccato è imperdonabile non già perché la divina misericordia non lo possa coprire, ma perché chi lo compie mostra di essere colpito da una perversa cecità e da tale ostinazione nel male da chiudersi del tutto all’azione della misericordia di Dio.

Il CCC scrive: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi de­liberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale in­durimento può por­tare alla impenitenza finale e alla rovina eterna” (CCC 1864).
Come vedi, l’imperdonabilità non è da parte di Dio, ma dell’uomo.
Anche il Catechismo Romano sosteneva la stessa interpretazione: “Quando oc­corrono nella S. Scrittura o nei Padri sentenze che sembrano affer­mare che per alcuni peccati non c’è remissione, bisogna intenderle nel senso che il loro perdono è oltremodo difficile. Come una malattia vien detta in­sanabile quando il malato respinge l’uso della medicina, così c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona perché rifugge dalla grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio”.
S. Tommaso aggiunge: “Questo non impedisce all’on­nipotenza e alla misericordia di Dio di trovare la via del perdono e della guarigione che talora sana spiritualmente anche costoro in una maniera quasi prodigiosa”.

Ti saluto, ti accompagno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo