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Quesito

Caro padre Angelo,
premetto che sono credente… sono un grande appassionato di ragionamenti su Dio (anche da un punto di vista razionale)… tuttavia bene o male tutti i pensatori che sostengono (giustamente) che Dio esiste evincono tale conclusione dal "sillogismo" "Dio è l’essere perfetto quindi non può avere il difetto di non esistere"… ma a questo punto chi ci assicura (sul piano razionale) che Dio è unico? Infatti perchè non ci può essere un dio Bellissimo ed esistente, un dio Buonissimo ed esistente, un dio Intelligentissimo ed esistente? In pratica quale è il passaggio logico (senza scomodare la Fede ma solo la ragione) per sostenere che Dio è unico? Poi certamente da qui a credere nella Trinità serve la Fede che ce la può dare solo Dio!
Grazie dell’attenzione
Saluti
Gabriele


Risposta del sacerdote

Caro Gabriele,
1. mi compiaccio per l’amore al raziocinio.
Il Signore ci ha dato l’intelligenza perché la usiamo.
Ce l’ha data anche perché lo conosciamo sempre più, ne ammiriamo la perfezione e di conseguenza lo amiamo sempre più.

2. L’unicità di Dio nasce dal fatto che Dio racchiude in sé tutte le perfezioni. Se ci fossero due o più dei, all’uno mancherebbe ciò che lo distingue dall’altro.
E allora non sarebbero più Dio, mancherebbe loro qualcosa.

3. Ma tu ti poni su un altro piano. Non vi può essere un Dio che è verità o intelligentissimo (come dici tu), Dio che è amore, ecc…?
Ebbene, un Dio che è intelligentissimo conosce anche l’amore, anzi, conosce tutto l’amore, conosce la perfezione dell’amore.
E poiché le varie note a Dio non si attribuiscono con il verbo avere, ma con il verbo essere, ne segue che la conoscenza piena dell’amore è la stessa cosa che la pienezza dell’amore.

4. La radice dell’unità di Dio, secondo San Tommaso, è la sua semplicità, e cioè il fatto che a lui tutto si attribuisce con il verbo essere, non mettendo in lui composizione alcuna.

5. Mi piace anche riportarti le tre motivazioni che San Tommaso porta a suffragi dell’unicità (unità) di Dio:
“Nel Deuteronomio [6,4] sta scritto: «Ascolta, Israele: Il Signore è il nostro
Dio, il Signore è uno solo».
Che Dio sia uno viene dimostrato in tre modi.
Primo, in base alla sua semplicità. È evidente infatti che ciò per cui un essere singolo viene costituito soggetto individuale non è in alcun modo comunicabile a molti. Ciò infatti per cui Socrate è uomo è comunicabile a molti, ma ciò per cui Socrate è quest’uomo non può convenire che a uno solo. Se dunque Socrate fosse costituito uomo da ciò per cui è quest’uomo, come non vi possono essere più Socrati, così non vi potrebbero essere più uomini. Ora, ciò avviene nel caso di Dio:
poiché Dio è la sua stessa natura, come si è già dimostrato [q. 3, a. 3]. Per l’identico motivo,
dunque, egli è Dio e questo Dio. È impossibile, quindi, che vi siano più dèi.
Secondo, in base all’infinità della sua perfezione. Si è infatti dimostrato sopra [q. 4, a. 21 che Dio comprende in se stesso tutta la perfezione dell’essere. Se dunque ci fossero più dei
bisognerebbe che essi differissero in qualcosa: quindi qualcosa converrebbe all’uno e non all’altro. Ma se questo qualcosa fosse una privazione, l’uno non sarebbe pienamente perfetto; se poi fosse una perfezione, l’altro ne sarebbe mancante. È dunque impossibile che vi siano più dèi. Quindi gli stessi filosofi dell’antichità, quasi costretti dalla verità stessa, riconoscendo l’esistenza di un principio infinito riconobbero che questo principio è uno soltanto.
Terzo, in base all’unità del mondo. Tutte le cose che esistono infatti si mostrano vicendevolmente ordinate, dal momento che le une servono alle altre. Ora, cose diverse non concorderebbero in un medesimo ordinamento se non vi fossero indirizzate da un agente unico. Infatti più cose sono riunite in un unico ordine meglio da un solo agente che da molti: poiché l’uno è causa per sé dell’uno, mentre i molti non sono causa dell’uno se non accidentalmente, in quanto cioè anch’essi in qualche modo sono uno. Siccome dunque ciò che è primo è perfettissimo e per sé, [cioè in forza di se stesso], e non in modo puramente accidentale, è necessario che il primo agente che riunisce tutte le cose in un solo ordine sia uno solo. E questi è Dio” (Somma teologica, I, 11,3).

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo