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Quesito
Caro Padre Angelo,
Le scrivo all’indomani di una sconcertante performance sul palco del Festival di San Remo (2022) del “cantante” Achille Lauro.
Dopo aver eseguito il suo brano, a parte l’esibizione di dubbio gusto, ha sollevato un piccolo bacile di metallo pieno d’acqua, dal quale ha estratto una coppella a forma di conchiglia e si è “battezzato” da solo. Ha insomma imitato i gesti del battesimo, con gli strumenti che gli sono propri, compendoli su sé stesso.
Personalmente sono rimasto disgustato. Scandalizzato sarebbe dire troppo, perché seguendo il senso letterale del termine non ho avuto dubbi sulla qualità morale del gesto. Tuttavia non dubito che per altri possa essere scandaloso, instillando legittimi dubbi.
Il giorno seguente il Vescovo di Ventimiglia e San Remo ha emesso il comunicato con il quale mi trovo in sintonia.
Tuttavia, data la necessaria brevità del Vescovo, ritengo salutare che venga spiegato se e come compiere su sé stessi il gesto di battezzarsi sia sacrilego e dannoso.
Onestamente dico: non lo so.
So che è stata una performance di cattivo gusto, irrispettosa e ignobile.
Può venirne del danno di altro ordine, oltre che l’offesa alla morale religiosa?
Affido a Lei una riflessione fondata sui testi, chiara e risolutiva come quelle a cui ha abituato i lettori di questo sito.
Con affetto e stima.
Filippo
Risposta del sacerdote
Caro Filippo,
1. i sacramenti sono dei segni sacri.
I segni in quanto tali sono di per sé eloquenti.
La tua domanda richiama la necessità del ministro. È proprio necessario che si venga battezzati da un altro?
2. Partiamo da ciò che ha detto l’Autore di questo sacramento, Gesù Cristo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20).
“Battezzandoli” significa “immergendoli”. In che cosa? Nella comunione con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo.
Trattandosi di una comunione soprannaturale, nessuno può entrarvi da se stesso.
Vi può essere introdotto solo da Dio di cui il ministro, per volontà divina, fa le veci.
3. Gesù non ha detto: “Ognuno si battezzi da se stesso”. Ma: “Andate e battezzate”.
Si viene immersi solo per sua volontà.
Questo è reso ancora più evidente se si pensa che il battesimo comunica la grazia santificante, che c’è una partecipazione della natura e della vita di Dio.
È un dono soprannaturale che eccede le capacità naturali dell’uomo.
Proprio perché soprannaturale, nessuno se lo può dare da se stesso, ma lo si riceve.
4. Va ricordato inoltre che il celebrante principale del battesimo, come del resto di qualsiasi altro sacramento, è Gesù Cristo.
Ora nella celebrazione del sacramento il battesimo Gesù Cristo fa uscire da se stesso una virtù soprannaturale, la fa transitare attraverso il ministro che egli stesso si è scelto, la fa passare attraverso le parole che questi proferisce e infine anche attraverso l’acqua. E, andando a toccare la testa del battezzando, gliela comunica facendolo diventare figlio di Dio per grazia, per adozione.
La virtù che Gesù Cristo fa uscire da se stesso e che trasforma l’uomo in figlio di Dio è quel “germe di vita divina”, di cui parla San Giovanni in 1 Gv 3,9.
5. Il battesimo genera i figli di Dio.
È il sacramento della rigenerazione cristiana.
E come nessuno si può dare la vita da se stesso ma la riceve da un padre e da una madre, così nella vita soprannaturale della grazia si viene generati da Dio in comunione con la Santa Madre Chiesa.
Con il battesimo si diventa simultaneamente figli di Dio e figli della Chiesa.
6. In tal modo con questo sacramento si entra nella famiglia di Dio, si acquisiscono nuovi fratelli e sorelle nella fede tra i quali c’è una comunione soprannaturale di grazia.
Questi fratelli e sorelle non sono solo quelli che noi vediamo in questo mondo, ma sono anche quelli che vivono in cielo. Per questo con il battesimo diventiamo “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19).
7. Battezzarsi da se stessi, oltre ad essere un rito inutile che non comunica niente, significa che gli altri non c’entrano.
Sarebbe il più perfetto individualismo, tutto il contrario dell’insegnamento evangelico e della vita cristiana che consiste essenzialmente nella carità, nella comunione.
Ecco, dunque, perché il battesimo lo si riceve e nessuno se lo può dare.
Ti ringrazio per il quesito che sollecita ad avere maggiore consapevolezza di ciò che abbiamo ricevuto.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo