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Salve Padre Angelo,
prima che Dio si facesse uomo le persone veneravano gli Dei e credo che non fossero a conoscenza della sua esistenza, quindi mi sono sempre chiesta: prima che Dio decidesse di farsi uomo ha mai dato manifestazione di se stesso? Vi erano già persone che conoscevano la verità? (ovvero che vi è un unico e vero Dio).
Poiché gli Dei sono stati venerati per molto tempo, mi chiedevo dove fosse Dio/Gesù in tutto ciò?
Inoltre, in principio l’uomo aveva un legame con Dio quindi forse fu il peccato a far sì che l’uomo si allontanasse dalla verità e iniziasse a venerare i falsi dei? (supposizione)
Spero esista una risposta a queste domande poiché è un dubbio che mi assale da tempo.
Vi ringrazio in anticipo,
Buona giornata.


Carissima,
1. gli Atti degli Apostoli narrano che a Listra mentre Paolo parlava c’era un uomo storpio fin dalla nascita che lo ascoltava.
Ad un certo momento Paolo vedendo che quell’uomo aveva grande desiderio  di essere salvato gli disse: “Alzati dritto in piedi”.
E quell’uomo, tra lo stupore di tutti, si alzò in piedi. Allora tutti i presenti cominciarono a dire: “Zeus è sceso tra noi” (cf At 14,11).
Zeus presso gli antichi greci era considerato la divinità somma, il “padre degli dei e degli uomini”.
Per cui insieme col politeismo (l’adorazione di molti dei) c’era il convincimento che Uno fosse sopra tutti.

2. È a quest’unico Dio che Paolo fa volgere il pensiero degli abitanti di Listra che volevano onorarlo come un dio.
E dice: “Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano.
Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada;
ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori» (At 14,15-17).

3. Pertanto Dio – nonostante il peccato e nonostante che il cumulo dei peccati avesse ottenebrato parecchio la mente da indurre gli uomini alla superstizione (Giovenale ricorda che gli antichi egiziani si erano messi ad adorare addirittura le cipolle dell’orto) – non ha mai abbandonato gli uomini, ma ha sempre dato prova di sé perché quello che lo cercavano potessero trovarlo.

4. Sempre san Paolo ricorda che Dio si era manifestato attraverso le opere da lui fatte: “poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro.
Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute” (Rm 1,19-20).
È loro manifesto”: era dunque nota a tutti la nozione del sommo Dio.
Tanto che Tertulliano, uno scrittore cristiano del secondo secolo, dirà: “Il sommo del delitto è questo: non voler riconoscere Colui che non si può ignorare.
Volete che lo dimostriamo dalle opere di Lui, tante e così grandi, da cui siamo contenuti, sostenuti, dilettati e anche sbigottiti!
Volete che lo dimostriamo con la testimonianza della stessa anima, la quale sebbene stretta nel carcere del corpo, sebbene ingannata da prave istituzioni, sebbene svigorita dalle libidini e dalle concupiscenze, sebbene schiava di falsi dèi, non appena si ravvede, quasi destandosi da crapula o da sonno o da malattia, e riprende la sua sanità, nomina Dio con questo solo nome, perché è proprio del vero Dio: – Dio grande, Dio buono, Dio conceda!
È questa la voce di tutti.
La voce che lo implora come giudice: – Dio vede, a Dio lo raccomando, Dio mi renderà giustizia.
O testimonianza dell’anima naturalmente cristiana!
Infine pronunziando quelle invocazioni non al Campidoglio, ma al cielo guarda: riconosce infatti la sede del Dio vivo; perché ella da Lui e di là è discesa”.
Dunque in certe circostanze tutti parlavano di Dio e non soltanto di dei. Del Dio vero e non a quello del Campidoglio.

5. San Giovanni Crisostomo sembra domandare a San Paolo: “Tu provami e dimostrami che la conoscenza di Dio era manifesta a loro; ma di propria volontà l’hanno messa da parte. Quando era stata loro manifestata? Aveva forse Dio fatto sentire ad essi la sua voce”.
E Paolo sembra risponderli: “No, non ha fatto sentire la sua voce: ma ha fatto qualcosa che, assai più di una voce qualsiasi, poteva attrarli; pose tra sé e loro la creazione, sicché e il sapiente e l’ignorante, e lo Scita e il barbaro, alla sola vista delle cose visibili, preso dalla loro bellezza, a Dio poteva salire” (Omelia 3,2 sulla lettera i Romani).

6. Prima della sua incarnazione Dio si è manifestato a tutti i pagani attraverso la voce della coscienza.
Dice San Paolo: “Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono” (Rm 2.14-15).

7. Va ricordato infine che già prima della sua incarnazione Dio aveva iniziato una Rivelazione che andava ben oltre il linguaggio muto della creazione.
Lo attesta in particolare l’Autore della lettera agli Ebrei che inizia la sua epistola così: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2).
Molte volte e in diversi modi: e cioè progressivamente completando poco per volta il tesoro delle verità che voleva far conoscere agli uomini. Non le rivelò tutte ad un solo profeta né rivelò tutto nello stesso periodo.
Ad Isaia, ad esempio, fu rivelato il parto della Vergine, a Daniele il tempo della venuta dei Messia…
In diversi modi: e cioè per mezzo di visioni, per mezzo di sogni e di figure, con locuzioni (parole) esterne, con locuzioni interne…

8. Come vedi, Dio è sempre stato presente. Anzi è sempre stato vicino: agli ebrei in un modo tutto particolare, ma anche ai pagani attraverso il linguaggio della creazione e della coscienza.

Con l’augurio che tu lo possa sentire presente soprattutto per mezzo della sua inabilitazione nel tuo cuore, ti  ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo