Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Tedesco

Quesito

Caro padre Angelo,
torno a scriverti per portare alla tua conoscenza e anche a qualcuno dei tuoi corrispondenti il dono della conversione di mio padre prima di rendere l’anima a Dio. 
È accaduto 32 anni fa, ma il ricordo di quanto successe è rimasto indelebile nel mio cuore. 
Orbene, il mio caro genitore fu colpito 4 anni prima della sua morte da un tumore maligno alla prostata, con cui dovette convivere con molta sofferenza e molta pazienza. Due giorni prima della sua dipartita, mi accorsi che era giunto al lumicino. Ora, mio padre non aveva una grande fede, non frequentava la Messa festiva, non fruiva dei Sacramenti ed io con l’aiuto di Dio cercai di persuaderlo a ricevere l’unzione degli infermi, ma dovetti muovermi prudentemente, sapendo che mio padre non avrebbe voluto in casa “un prete con l’abito nero”. E me lo fece intendere con vivace rimostranza, nonostante lo stato di grande prostrazione a cui era ormai giunto. 
Allora io corsi in chiesa e, rivolto verso il tabernacolo, implorai Gesù di pensarci Lui… Il giorno successivo, essendo divenuti ristretti i tempi per salvarlo, gli riproposi la “amichevole visita” del parroco della nostra chiesa e mio padre con un tono sommesso e più convinto accettò la visita. Quando il parroco arrivò a casa, avvicinandosi al letto del moribondo disse: “Sono venuto a trovarti, io in questo momento rappresento Gesù…”. Mio padre allungò le braccia per baciare la mano del sacerdote con tanta pietà e fede, si confessò e fu unto del sacro olio. Al pomeriggio il parroco ritorno per comunicarlo. 
La notte dell’agonia, dopo tanto penare (era diventato l’ombra di se stesso, ma ancora lucido di mente), io lo feci sedere a letto, mio padre avendo alla sua destra e sinistra me e mia madre rispettivamente, allargo ‘ le braccia su entrambi con tanto affetto. Poi lo aiutai a riprendere la posizione supina e, dopo un’agonia di alcune ore mi chiese a quale santo dovesse rivolgersi. Io, senza pensarci troppo, guardai il Crocifisso a capoletto e risposi così a mio padre:” Affidati a Gesù, perché sa Lui cosa deve fare”. E così si addormentò nel Signore, assumendo la posizione del Crocifisso… 
Con questa testimonianza desidero far comprendere come davvero il Signore non ci abbandona mai e vuole la nostra salvezza, anche usando un povero strumento, quale io sono e che per divina permissione ho aiutato mio padre a conseguire la Pace Eterna.
Giovanni 


Risposta del sacerdote

Caro Giovanni, 
1. sono contento della bella testimonianza che ci hai comunicato.
Tre sono le cose che desidero sottolineare.

2. La prima: tuo padre, nonostante l’assenza dei sacramenti e della Chiesa, aveva conservato un barlume di fede.
Quando il sacerdote andò a trovarlo gli disse: “Sono venuto a trovarti, io in questo momento rappresento Gesù…”.
Credo che in quel momento tuo padre abbia sentito la presenza del Signore. E proprio per questo, come d’istinto, ha cercato di allungare la mano per baciarla con tenerezza e devozione.
In questo gesto si è attuata la conversione di tuo padre. Gesù ha detto: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato” (Mt 10,40). 
E così da Gesù Cristo ha ricevuto tutto: il perdono dei peccati, l’olio santo e la sua presenza nel cuore. Con questo che gli ha fatto compiere un santo transito.

3. La seconda cosa che desidero sottolineare è la seguente: quando tuo padre ti ha chiesto a quale santo doveva affidarsi, tu gli hai detto di affidarsi a Gesù Cristo.
“Affidarsi”: anche se non ci ha pensato, in quella affidarsi c’era il consegnare se stesso e la sua sofferenza a Cristo.
Ed è morto, senza saperlo, come Cristo in croce prolungando con la sua morte la morte salvifica di Gesù.
Com’è diventata preziosa la sua morte: proprio come la morte salvifica di Gesù.

4. La terza cosa che desidero sottolineare è l’indispensabile importanza della preghiera.
Da un punto di vista umano sembrava che per tuo padre fosse chiusa la porta a Gesù Cristo.
La vostra perseverante preghiera l’ha tenuta sempre spalancata.
La preghiera è proprio come una porta che si apre e che permette a Gesù Cristo di essere presente e di operare in maniera più prossima nella nostra vita.
Per mezzo della vostra perseverante preghiera avete dato a vostro padre la salvezza eterna.
Così tua madre gli è stata sposa e madre nella grazia.
E tu sei stato figlio e senza pensarci anche suo padre nella grazia.

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera,
padre Angelo