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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
non intendo tediarVi con lungaggini che appartengono meramente alla forma, ma desidero arrivare direttamente alla sostanza con un semplice grazie!
L’iscrizione alla confraternita del S.S. Rosario mi riempie il cuore di vera gioia e la recita quotidiana dei Misteri mi trasmette quella serenità d’animo che cercavo e che ho trovato grazie alla nostra Madre Celeste per mano di S. Domenico. Non sarà un caso se un cugino del mio papà sia stato un padre O.P. – Giuseppe Perrotta.
Ora però, Vi saluto con affetto sincero e Vi ricordo nelle mie preghiere.
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. sono contento che un cugino di tuo padre sia stato domenicano, il padre Giuseppe Perrotta.
Mi piace pensare che sia stato lui ad ottenerti questa grazia dal Cielo.
Padre Giuseppe sa quanto è prezioso questo legame!
2. Approfitto della tua mail per sottolineare quanto mi hai scritto: la recita quotidiana dei Misteri ti trasmette quella serenità d’animo che cercavi e che hai trovato grazie alla comune Madre Celeste per mano di San Domenico.
A beneficio tuo e dei nostri visitatori riporto alcune testimonianze sui benefici di questa preghiera.
3. Perché il Rosario trasmette serenità?
Il card. Suenens, ormai defunto ma che ai tempi del concilio era in auge, ha scritto: “Bisogna essere convinti che la preghiera del Rosario è più la preghiera di Maria che è la nostra: qui sta la chiave della sua potenza e del suo incanto sul cuore di Dio.
Mentre le nostre dita sgranano le Ave, la Madonna le trasforma in un canto ineffabile, che solo il paradiso può captare…
Mentre noi proferiamo le Ave e vediamo passare ciascun mistero del Rosario, Maria che ci sente, ci ottiene la grazia di entrare in comunione con lo Spirito Santo: ci prende come per mano e ci conduce a Lui” (cfr. Teologia dell’apostolato).
4. Enrico Medi, lo scienziato che commentò la discesa degli astronauti americani sulla luna e di cui è in corso il processo di beatificazione, ha scritto: “Il Rosario: non vi è nulla, dopo l’eucaristia e i testi sacri, che noi possiamo stringere tra le mani, comprimere sul nostro cuore, che sia più dolce, soave, riposante, sicuro, sorgente di conforto, di serenità di abbandono. Lo abbiamo stretto forte forte nei momenti del dolore, lo abbiamo composto fra le mani giunte di chi, fra le nostre lacrime, c’è lasciato per dormire in Cristo, nell’attesa della risurrezione.
Con te, rosario dolce della madre nostra, vogliamo vivere, con te vogliamo morire, con te vogliamo esultare nella gloria della fine dei secoli” (Enrico Medi, Il grande tesoro, p. 19).
5. E ancora: “Quando diciamo il Rosario il cuore di Maria palpita accanto al nostro cuore, nella sua presenza invisibile ma vera.
In quel momento posiamo il nostro capo sul tuo petto o Madre, sentiamo i battiti del tuo amore, come bambini in festa riposiamo in te, gioia dei nostri cuori” (Ib., p. 125).
Il motivo è che presentiamo a Dio i meriti di Gesù Cristo attraverso le mani della Madonna che li offre per noi, per le nostre necessità.
Sentiamo il battito del cuore di Maria perché la nostra preghiera riceve valore dalla sua preghiera e dai suoi meriti.
6. Il padre Etienne Veyssière, che ha dimorato per lunghissimi anni alla Sainte Baume, presso la grotta dove secondo la tradizione visse Maria Maddalena per 33 anni (grotta che tutt’oggi è custodita dai domenicani francesi), ha scritto: “Il Rosario è la comunione di tutta la giornata, che trasforma in luce e in risoluzione feconda la Comunione sacramentale del mattino.
Non è soltanto una serie di Ave Maria piamente recitate, è Gesù che rivive nell’anima mediante l’azione materna di Maria”.
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo