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Quesito
Caro Padre Angelo,
ho voluto scriverLe per confidarLe una bella notizia. L’anno scorso sono riuscito a laurearmi, da questa primavera mi hanno preso per uno stage come programmatore e visto che anche la mia fidanzata da un paio di anni ha trovato lavoro come insegnante, a luglio le ho chiesto di sposarmi, dopo 4 anni e mezzo di fidanzamento. Per ora non abbiamo un lavoro indeterminato, siamo abbastanza giovani (27 anni io e 26 lei) e non abbiamo mai convissuto, e sono felicissimo di come questo rapporto, per grazia di Dio, si sia sviluppato sulla purezza, l’ascolto reciproco, la condivisione di valori e progetti.
Dopo la proposta alcuni fatti spiacevoli, fra cui la morta di una sua zia a cui era molto affezionata, ci avevano lasciati un po’ impreparati. Ora però le cose si stanno piano piano sistemando, abbiamo trovato una casa in cui andare ad abitare dopo il matrimonio, un posto carino per festeggiare con le famiglie e gli amici, e anche per la data, che sembrava essere ciò che ci avrebbe costretti a rimandare più avanti di quanto desiderassimo (pensavamo di sposarci in primavera), alla fine si è trovata sia la disponibilità per la chiesa che per il ricevimento: 13 maggio, Madonna di Fatima.
In questi anni ho potuto scoprire davvero la bellezza del matrimonio, vissuto come Dio lo ha pensato, tanto da innamorarmi di questa vocazione. Per tanti la nostra storia sembrerà strana, dato che quando abbiamo comunicato l’intenzione di sposarci e che dovevamo capire come trovare casa, che ci sarebbe servita solo dopo il matrimonio, qualche amico ha chiesto come mai non andarci già prima, per tanti andare a convivere è “fondamentale”, e la cosa mi rattrista un po’.
Le ho scritto perché tutt’ora leggo sempre i suoi articoli, che aiutano tanto a formare una base dottrinale solida per la crescita della fede, e volevo condividere questa notizia, perché è bello condividere la gioia che porto nel cuore. La ringrazio per quanto continua a fare e le assicuro la preghiera. Le chiedo di portare fra le intenzioni delle sue preghiere, la mia vita e quella della mia futura sposa, perché possiamo sempre affidarci a Colui che ci ha messi accanto e alla Sua Mamma, nella cui memoria uniremo le nostre vite, così da resistere a tutte le tentazioni e gli assalti contro la famiglia che si fanno sempre più incessanti.
Con affetto,
Matteo
Sia lodato Gesù Cristo
Risposta del sacerdote
Caro Matteo,
1. sono contento di quanto mi hai scritto, soprattutto per la volontà di vivere nella purezza il tempo del fidanzamento.
Sono certo che non avrai mai da pentirti di esserti fidato dell’insegnamento di Dio.
Anzi confido che sperimenterai una grande benedizione.
La benedizione, secondo la Sacra Scrittura, è una effusione di grazia, di doni.
2. Mi piace ricordare quanto diceva San Giovanni Bosco a proposito della purezza.
Ricordava che è una virtù così grata a Dio che in ogni tempo l’ha premiata con i più stupendi prodigi.
Per questo ai tempi di Noè quando “ogni carne si era corrotta” (cfr. Gn 6,11) con l’impurità Egli ha salvato Noè e la sua famiglia custodendoli nell’arca a motivo della loro vita integerrima.
Come a dire che a motivo della purezza Dio libera anche da tante disgrazie.
3. Quando di nuovo l’umanità si era corrotta ai tempi di Lot, cugino di Abramo, ha salvato Lot e la sua famiglia dalla distruzione di Sodoma e Gomorra.
Purtroppo poco dopo morì sua moglie perché aveva disobbedito all’ordine di non voltarsi indietro.
Don Bosco diceva che Dio permise questa morte per dare a tutti una lezione sulla necessità di custodire la salute dell’anima.
E soggiungeva: “Gli occhi sono due porte per cui più di frequente entra il demonio”.
Entra anche da altre porte, ma quella che varca più di frequente è quella degli occhi.
4. Andando più avanti nella storia sacra, ricordava la bella testimonianza di Giuseppe che per non acconsentire ad un insistente tentazione impura accettò piuttosto di essere calunniato e di finire in prigione. “Ma la sapienza (Dio) non lo abbandonò” (Sap 10,14).
E l’ha tirato fuori da quella prigione premiandolo in maniera così stupenda e grandiosa che gli diede la carica di viceré e di sovrintendente di tutti i beni dell’Egitto.
Veniva facile per Don Bosco ricordare a questo proposito la promessa fatta nella Sacra Scrittura: “Tutti gli altri beni mi sono venuti parimenti insieme con essa” (Sap 7,11).
5. Ricordava poi Giuditta, che a motivo della sua intemerata condotta anche dopo la morte del marito, ha potuto riportare una portentosa vittoria sbaragliando l’esercito nemico.
E insieme con Giuditta, ricordava Susanna che preferì pure lei di essere calunniata e condannata a morte piuttosto che acconsentire alle voglie turpi di due vecchi giudici. Ma in extremis Dio l’ha salvata per opera di Daniele capovolgendo la sentenza a sfavore dei giudici.
6. Ricordava anche i tre giovinetti ebrei, che non vollero contaminarsi in nessuna maniera con le pratiche pagane e furono trovati illesi in mezzo alle fiamme di una fornace in virtù di un angelo che gli assisteva.
7. E dicendo “Andiamo pure avanti che questo non basta” ricordava che quando giunse il tempo dell’incarnazione, Dio volle essere accolto dalla più pura e dalla più santa di tutte le ragazze.
E che il motivo per cui conversava con i bambini e li accarezzava era dovuto alla loro purezza. Aggiungendo che, se non si diventa come i bambini a motivo della purezza, non si può entrare nel regno dei cieli.
8. Domandandosi poi per quale motivo Dio prediligesse San Giovanni tra tutti gli apostoli e perché gli avesse dato il privilegio di posare la sua testa sul suo petto nell’ultima cena e di avere in affidamento a sua madre, Maria, “la più grande creatura che sia mai uscita dalle mani di Dio e simile alla quale nessuna giammai uscirà” esclamava: “Ma perché tanta preferenza? Perché? Perché, o cari giovani, San Giovanni aveva un titolo speciale all’affetto di Gesù per la sua verginale purità”.
9. Infine, facendo propria l’interpretazione dei Santi Padri al passo dell’Apocalisse dove si legge di alcuni in paradiso “che cantano un canto nuovo, così bello e così soave da non poter reggere a tanta dolcezza”, che nessun altro all’infuori di loro e dell’Agnello può cantare, diceva: “Sono quelle anime che hanno conservato la bella virtù della purità”.
10. Auguro anche a voi di conservare sempre puro il nostro amore vicendevole.
Vi troverete scampati da molti mali e sarete premiati come coloro che Dio ha premiato nella Sacra Scrittura proprio a motivo della loro purezza.
Vi ringrazio per la vostra testimonianza vi benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo