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Quesito
Caro Padre Angelo,
innanzitutto grazie per questa rubrica e per le risposte che offre. E’ bello vedere che i propri dubbi e problemi sono condivisi da tante persone, e che ci sono soluzioni e spiegazioni.
Le spiego qual è il mio problema: da qualche settimana sto provando a seguire una guida di preghiera che ho avuto durante un pellegrinaggio a Medjugorje, pregando tutti i giorni.
Dato che non riuscivo a trovare la forza di fare una buona confessione, ho deciso di aggiungere alla preghiera il digiuno a pane e acqua del mercoledì e venerdì, pensando alla frase di Gesù sui demoni che non venivano scacciati senza il digiuno. Posso dire di aver fatto la prima buona confessione dopo molto tempo, grazie a questo.
Il punto è che digiunando mi riesce difficile pregare e studiare, a sera ho mal di testa, ma non vorrei interrompere questo progresso che mi sembra di vedere. Tra l’altro, essendo un medico, so che il disturbo per quanto fastidioso è passeggero, e questo mi pone in dubbio su cosa devo fare.
Non ho reali motivi di salute gravi per non digiunare, però la preghiera ne risente, perché quando digiuno vado a dormire prima pregando meno e- credo – peggio.
So che è l’intenzione che conta, ma a volte riesco a fare sbagli ricoperti di buone intenzioni.
Le chiedo un consiglio e una preghiera per me e per la mia famiglia, e la ricordo nelle mie preghiere.
Grazie
Caterina
Risposta del sacerdote
Cara Caterina,
1. la tua mail mi offre lo spunto per parlare di nuovo del digiuno, della sua necessità, ma anche della sua funzione.
Il digiuno è in se stesso una rinuncia.
In genere verte sui cibi e le bevande, ma può toccare tante altre realtà della vita.
2. Per i cristiani accompagna lo spirito di penitenza, di ritorno al Signore.
Se si ci è allontanati dal Signore distraendosi nelle cose, adesso ci si disfa di ciò che è stato uno strumento di allontanamento.
Non è dunque mai fine a se stesso, ma uno strumento che accompagna il ritorno.
3. Il ritorno al Signore consiste principalmente nella comunione con Lui, nell’ascolto della sua parola, nella preghiera, soprattutto nell’amore per il Signore mostrato attraverso la dedizione al prossimo, sua vera immagine.
È una dedizione che viene attuata per amor suo, e quindi con un amore puro e santo.
4. La rinuncia è il segno concreto della nostra volontà di distaccarci, ma anche e principalmente del nostro amore per il Signore, perché quando si ama una persona, e tanto più il Signore, si desidera fare qualche cosa per lui.
5. In questo spirito troviamo il significato del digiuno, che, sebbene abbia direttamente a che fare con i cibi e le bevande, non si limita solo ad esse.
Il miglior digiuno è quello dal peccato.
E di peccati nella nostra vita ce ne sono tanti, a cominciare da quelli della lingua, per non dire di quelli dei pensieri.
6. Allora se il digiuno corporale ti causa mal di testa, incapacità di reggere la preghiera o altro, tralascialo.
Accontentati di qualche piccolo fioretto, di rinunciare a qualcosa nei pasti.
Ma nello stesso tempo metti questo impegno: “oggi non parlerò male di nessuno”; “oggi non mi lamenterò di niente, soprattutto delle contrarietà o dei dispiaceri. Offrirò tutto al Signore”; “oggi non vorrò ascoltare nessun discorso cattivo fatto su terzi”.
Se ti succederà di venir meno a questo impegno, cercherai di confessartene quanto prima, perché si tratta di una promessa al Signore, oltre che di una mancanza alla carità.
7. Come vedi, si tratta di piccole cose, ma che fanno capire che il senso del digiuno è essenzialmente quello di essere un mezzo per rafforzare l’unione col Signore mediante la carità.
8. Avrai notato che non mi sono limitato a dire: fai altri digiuni, quelli spirituali…
Ma ho detto: “Accontentanti di qualche piccolo fioretto, di rinunciare a qualcosa nei pasti”. La rinuncia corporale è importante perché ci da forza e ci mantiene in un clima di ritorno penitenziale al Signore.
Mentre ti ringrazio della promessa di preghiere, assicuro volentieri le mie per te e per la tua famiglia.
Ti benedico.
Padre Angelo