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Quesito
Caro p. Angelo,
Ho due dubbi da esporle che mi stanno allontanando dalla Confessione.
Il primo di questi dubbi riguarda l’Altare del Santissimo Sacramento. So che quando entro in Chiesa la prima cosa che devo fare, dopo il segno della croce è andare vicino all’Altare e fare la genuflessione. Mi frena il fatto di sentirmi osservata, soprattutto quando entro in Chiesa e in genere quando entra chiunque, nel percorso che faccio per andarmi a sedere o verso l’Altare tutti si girano e questa cosa mi provoca fastidio e anche un certo imbarazzo.
Di solito mi siedo e per così dire "saluto Gesù da lontano". Mi domando se sia la stessa cosa aspettare che finisca la messa e la chiesa si sfolli per poi potermi avvicinare all’Altare e fare qualche minuto di adorazione. Ho il dubbio di mancare di rispetto al Signore ma le assicuro che il mio comportamento è dettato solo dalla timidezza.
Il secondo riguarda una questione un po’ delicata. Da mesi vivo una situazione di forte aridità spirituale e sono ricascata in peccati gravissimi che non pensavo avrei potuto ricommettere. Ho commesso dei peccati mortali, forse lei può ben intuire quali, nonostante portassi al collo la medaglia miracolosa o comunque porto sempre addosso il santo rosario, o in genere in un luogo dove ho anche delle immagini sacre. Ora le chiedo se devo aggiungere anche questi particolari nella confessione. Le dico subito che sto male per questa cosa, provo una vergogna inaudita e sono mesi che non riesco più ad accostarmi alla confessione. Quando mi sono resa conto delle idiozie che avevo commesso, non ho più avuto il coraggio di indossare quella medaglietta. Sto male veramente e non so cosa fare. Non so come sia potuto accadermi una cosa del genere. Fatto sta che non ho più il coraggio di confessarmi e sono mesi che non ricevo più la comunione.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. i tuoi due dubbi sono basati su convincimenti sbagliati e pertanto non hanno alcun fondamento.
Fin dall’inizio ti dico che devi stare tranquilla.
2. Per il primo dubbio nessuno è tenuto ad andare a genuflettersi davanti all’altare.
Se lo facesse, costituirebbe una singolarità, come un voler mettersi in mostra davanti agli altri.
Quando si entra in Chiesa si volge lo sguardo verso il tabernacolo, dove si custodisce il Santissimo Sacramento, e di lì ci si genuflette, senza spostarsi a destra o a sinistra, senza andare davanti alle panche e in prossimità dell’altare.
3. Per il secondo dubbio portare con sé un’immagine benedetta, il Santo Rosario o la medaglia miracolosa non aggrava il peccato che si compie.
Né in confessione si è obbligati a dire che si è commesso quel particolare peccato pur avendo addosso qualche cosa di benedetto.
L’oggetto benedetto che ci sta a portata di mano può costituire un richiamo, un’ispirazione a resistere.
Sotto quest’aspetto in confessione puoi dire: ho commesso questo peccato nonostante sul momento avessi ricevuto come un’ispirazione a non farlo.
4. È vero che nell’accusa si è tenuti a specificare anche le circostanze che possono modificare il peccato e renderlo più grave.
Tuttavia portare addosso un oggetto benedetto non è una circostanza tale da modificare il peccato, se si pensa che il nostro corpo, quando siamo in grazia, è ben più sacro che un oggetto benedetto. È infatti tempio dello Spirito Santo.
5. Pertanto vai presto a confessarti e poi fai la Santa Comunione.
Hai bisogno della forza che ti viene dalla grazia e da quanto il Signore ti dona in ogni Comunione sacramentale.
Perché sia sollecita a compiere questo passo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo