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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
ho pensato molto se scrivervi o no alla fine ho deciso di farlo, io appartengo alla fede cattolica e più vado avanti e più me ne convinco.
Ma un quesito mi pongo turbandomi ogni volta.
Ecco, io ammiro infinitamente Giovanni Paolo II e vorrei sapere se c’è una spiegazione cristianamente plausibile al fatto che egli baciò il corano.
Ecco Padre Angelo sinceramente ci tengo molto che lei mi risponda e sarei a dire il vero molto triste se non ricevessi alcuna risposta da lei.
Con affetto e ammirazione il suo devoto figlio spirituale Giuseppe.
Risposta del sacerdote
Caro Giuseppe,
1. il bacio del Corano è stato una captatio benevolentiae, e cioè un gesto che ha voluto attirare la simpatia degli islamici.
È stato un gesto per cui Giovanni Paolo II, vero uomo di Dio, ha voluto essere vicino alla loro fede, rispettarla, sebbene inesatta e lacunosa.
Noi dobbiamo rispettare la buona fede di tutti.
2. Con questo gesto il Papa invitava implicitamente a contraccambiare con la Chiesa e creare nel mondo un clima di rispetto e di pace fra le religioni.
3. Nello stesso tempo manifestava la grandezza del cristianesimo, forte della sua fede in Cristo, Dio fatto uomo.
È proprio Cristo che insegna a fare così: ad avvicinare anche quelli che sono nell’errore, ad abbracciare, a perdonare, a riconciliare.
4. Certo tutto questo va accompagnato con la predicazione del Vangelo fatta nei debiti modi e tempi, col dire tutta la verità, anche quella contenuta nel Vangelo che la Chiesa ci ha fatto sentire nella Messa di ieri (lunedì, 16° settimana del tempo ordinario, anno pari): “Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!” (Mt 12,42).
È più grande perché è Dio.
5. Con tutte le sue forze la Chiesa deve attuare questo annuncio.
Se non lo facesse verrebbe meno al suo compito primario.
È Gesù Cristo che glielo chiede.
È la carità che Cristo ha messo nei nostri cuori che spinge a rendere tutti partecipi del tesoro nascosto nel campo che è Cristo.
Quante persone sono morte martiri nel desiderio di comunicare (non di imporre) questo tesoro.
Guai a noi, come dice San Paolo se non lo facessimo: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor 9,16).
Auguro anche a te di essere un testimone di Cristo, uno che affascina nel farlo conoscere, amare e possedere.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo