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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo ….. e ho … anni.
Mi considero un ragazzo molto devoto, amo il Signore più di ogni altra cosa e l’unica cosa che mi sta a cuore è il suo amore.
Faccio parte anche di un gruppo scout e questo per me é un modo importante di sentire Gesù nella mia vita da Cristiano.
Purtroppo la mia età mi ha obbligato ad affrontare quello che è il peccato sessuale.
Da qualche anno mi tormento chiedendomi se mi piacciono più ragazze o ragazzi.
Per rispondere a questa domanda ho dovuto affrontare la piaga della masturbazione, che per fortuna ho superato, ma ho frequentato per un pò una chat sul web di omosessuali sulla quale vi erano anche contenuti pornografici.
Essendo Cristiano mi confesso spesso e dico sempre questo peccato.
Ma ultimamente mi sono trovato a contatto con la possibilità di provare sesso orale con un ragazzo per vedere se ero più propenso verso la eterosessualità o l’omosessualità. Commettendo un grande errore e peccato.
Padre, prima c’era una fiamma che ardeva in Me, la fiamma di Dio e dello spirito, che mi diceva: “… io sono con te”. Ma dopo questo peccato mi sento uno straccio perché mi sono reso conto che il diavolo mi ha vinto e il peccato mi circonda e mi sento come se Dio non mi volesse più e non potessi riparare all’errore. La prego di aiutarmi e di darmi consigli su come ritornare sulla via del Signore e dei suoi comandamenti.
Con la speranza che stia bene La ringrazio in anticipo.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Adamo dopo il peccato originale si è trovato nudo.
Ha capito il valore del tesoro meraviglioso che possedeva quasi senza rendersene conto e si è trovato all’improvviso povero, derubato della veste preziosissima della grazia santificante che lo faceva sentire in comunione con Dio e re del creato.
Qualche cosa del genere è successa anche a te perché dici che dopo quell’esperienza ti sei sentito uno straccio.
Solo chi ha vissuto in comunione con Dio nella grazia santificante può capire che cosa hai provato.
Gli altri non lo capiscono.

2. Scrivi: “Padre, prima c’era una fiamma che ardeva in Me, la fiamma di Dio e dello spirito, che mi diceva: “… io sono con te” Ma dopo questo peccato mi sento uno straccio perché mi sono reso conto che il diavolo mi ha vinto e il peccato mi circonda e mi sento come se Dio non mi volesse più e non potessi riparare all’errore”.
Anche Adamo prima del peccato originale sentiva la presenza del Signore che secondo quanto fa comprendere il testo sacro compariva verso sera in forma visibile ai nostri progenitori e si tratteneva famigliarmente con loro.
Lo riconobbe anche dopo il peccato originale: “Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno” (Gn 3,8).

3. Quell’incedere di Dio Adamo ed Eva l’avevano sentito tante volte, lo attendevano ogni giorno ed era il momento più bello della loro vita.
Anche quella volta lo riconobbero ma i sentimenti furono ben diversi.
Mentre prima gli andavano incontro come ad un amico, adesso invece si sono sentiti pieni di timore e sono corsi a nascondersi.
Hanno sentito di aver rotto la comunione, di essere venuti meno all’amicizia.
È la stessa sensazione che si prova quando si cade nel peccato.

4. Tuttavia il Signore è andato loro incontro lo stesso e per primo ha rivolto loro la parola.
Dice: Adamo, dove sei? (Gn 3,9). Come mai tutte le altre volte mi venivi incontro, attendevi questo momento e adesso ti nascondi?
Ecco, il primo effetto del peccato: colpisce il proprio rapporto con Dio.
Prima Dio era cercato, lo si attendeva.
Adesso invece è temuto, non lo si sente più.

5. Santa Teresa d’Avila descrive come si trova un’anima, rappresentata come un castello nel cui centro abita lo Sposo, Cristo, colpita dal peccato mortale.
Dice: “Vi prego di considerare come si trasformi questo castello meraviglioso e risplendente, questa perla orientale, quest’albero di vita piantato nelle stesse acque vive della vita che è Dio, quando s’imbratti di peccato mortale.
Non vi sono tenebre così dense, né cose tanto tetre e buie, che non ne siano superate e di molto.
Il Sole che gli compartiva tanta bellezza e splendore è come se più non vi sia, perché, pur rimanendo ancora nel suo centro, l’anima tuttavia non ne partecipa più. (…).
Infatti, chi commette un peccato mortale intende di contentare, non Dio, ma il demonio; e siccome il demonio non è che tenebra, la povera anima si fa tenebra con lui.
So di una persona (parla di se stessa, n.d.r.) a cui il Signore volle far vedere lo stato di un’anima in peccato mortale.
Secondo lei, sarebbe impossibile, comprendendolo bene, che alcuno potesse ancora peccare, anche se per fuggirne le occasioni dovesse soffrire i maggiori tormenti immaginabili” (Castello interiore, Prime mansioni, capitolo secondo).

6. Chi non ha fatto la tua esperienza di comunione con Dio non può capire ciò che hai provato dopo quel peccato.
È come privo del criterio essenziale.
Vale anche per queste persone quanto Rudof Otto scrisse all’inizio della sua opera più nota Il sacro dove egli invitava “il lettore a rievocare un momento di commozione religiosa e possibilmente specifica.
Chi non può farlo – scrive – o chi non ha mai avuto di tali momenti è pregato di non leggere più innanzi.
Perché è difficile parlare di conoscenza religiosa a colui che può ricordare i suoi primi sentimenti dell’età pubere, i propri disturbi digestivi, o, magari i suoi sentimenti sociali, ma non già i sentimenti spiccatamente religiosi” (R. Otto, Il sacro, p. 19).

7. Sono certo che nel frattempo la strada del ritorno a Dio l’hai trovata nella Confessione sacramentale.
Per il futuro ti dico di fidarti di Dio più di te stesso e di fidarti della sua parola più che delle tue curiosità.
Come non è necessario buttarsi in un pozzo per capire che cosa si prova così anche tu, rialzato dal peccato e tornato a Dio, ti impegnerai a vivere come Davide quando era ispirato dallo Spirito Santo: “Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre” (Sal 52,10).
Purissima è la tua parola, il tuo servo la predilige” (Sal 119,140).
“La legge della tua bocca mi è preziosa più di mille pezzi d’oro e d’argento” (Sal 119,72).
“Quanto amo la tua legge, Signore; tutto il giorno la vado meditando (Sal 119,97).
“Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo” (Sal 119,165).

7. In una parola: fidati di Dio più di quelli che sono senza Dio.
Costoro, anche se fossero la cultura dominante, non ti porteranno mai all’esperienza più bella e più gratificante che si possa fare in questa vita, la comunione con Dio.
Tanto meno ti sapranno indicare la via che a Dio conduce.

Ti auguro ogni bene, ti ricorderò nella S. Messa che tra breve celebrerò e nelle mie preghiere.
Ti benedico.
Padre Angelo