Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Portoghese
Quesito
Salve Padre Angelo.
Vorrei chiederle: per me, che sono un cristiano cattolico che, a volte, ha dubbi di Fede molto insidiosi, è moralmente lecito, quando prego, chiedere al Signore la grazia di un miracolo che confermi la Fede cattolica?
Cosa insegna il Magistero della Chiesa, su questo tema?
Perché vorrei tanto presentare questa mia richiesta al Signore nella preghiera, spero che sia moralmente lecito.
Grazie per la risposta, una preghiera reciproca.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sì, è lecito chiedere al Signore di corroborare o confermare la fede attraverso i miracoli.
Il Signore stesso si è servito dei miracoli per suffragare il riconoscimento della sua divinità.
2. Sono molti i passi evangelici in cui il Signore richiama l’autorevolezza delle sue opere.
Ad esempio: “Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me” (Gv 10,25).
“Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre” (Gv 10,37-38).
“Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 14,11).
“Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio” (Gv 15,24).
“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16,20).
3. Tuttavia va ricordato che il miracolo serve solo se si è disposto a riconoscerlo.
Quanti miracoli ha compiuto Gesù sotto gli occhi di tutti, eppure alcuni non hanno creduto.
Nel Vangelo si legge: “Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni” (Gv 11,47).
E: “Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!” (Gv 12,37-40).
Le parole di Isaia vanno intese nel senso che Dio ha permesso che non credessero.
4. D’altronde il Signore ha detto che alcuni sono così accecati e induriti da non riuscire a percepire la forza probativa dei miracoli.
Anzi, li attribuiscono ad una azione congiunta con il peggiore dei demoni: “Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni»” (Mc 3,22). E: “Alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni»” (Lc 11,15).
5. Inoltre è ben noto ciò che il Signore ha detto nella parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro. Poiché il ricco si trovava all’inferno tra i tormenti e gli era stato detto che non era possibile ricevere alcun refrigerio, disse ad Abramo: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento». Ma Abramo rispose: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro». E lui replicò: «No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno». Abramo rispose: «Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti»” (Lc 16,27-31).
6. I miracoli rientrano tra le grazie donate gratuitamente da Dio a beneficio comune. Proprio per questo vengono chiamate: “gratiae gratis datae”.
I teologi ricordano che non sono né oggetto né soggetto di merito.
Non sono oggetto di merito perché non si possono meritare.
Non sono soggetto di merito perché non accrescono la santità di chi li compie.
Tuttavia si possono domandare.
E tu fai bene a domandarli.
7. Se Dio non li concede, la tua preghiera e le tue opere buone non saranno sprecate.
Se non altro serviranno per la tua maggiore santificazione di qua e per una tua più grande glorificazione nella vita eterna.
Con l’augurio che il Signore esaudisca le tue buone richieste, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo