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Quesito

Buonasera Padre,
intanto la ringrazio per il servizio che fa, leggo spesso i messaggi di altri e le sue risposte.
Da alcuni mesi ho deciso di dare una svolta alla mia vita, le mie esperienze e miei comportamenti erano troppo lontani da Gesù, non mi sentivo coerente e spesso doppia.
Consapevole che le scelte che volevo prendere non erano in sintonia con quelle del mio ragazzo, con molta paura le ho fatte comunque.
Si sono create determinate condizioni e quindi per dimostrare a Dio la mia buona volontà, ho interrotto la convivenza del fine settimana con il mio ragazzo e i rapporti prematrimoniali.
Ho cercato di spiegare le mie motivazioni al mio ragazzo soprattutto quelle sui rapporti prematrimoniali, ho capito che sono un inganno e non preparano seriamente al matrimonio…non avevo mai compreso fino in fondo la castità e dopo aver capito certe cose mi sento in dovere di rendere partecipe il mio ragazzo della verità.
Le mie decisioni sull’astensione dai rapporti prematrimoniali sono giudicate in modo negativo dalle persone che ci circondano, perché ormai “passate di moda e non lo fa più nessuno.
È difficile anche e soprattutto perché le testimonianze intorno a noi dicono che è normale vivere tutto, dai rapporti prematrimoniali alle vacanze insieme (errore che abbiamo già commesso).
Eppure, è innegabile, io e il mio ragazzo parliamo di più e siamo più puri, ci diciamo le cose direttamente, anche quelle che non vanno bene.
Per avere maggiore forza sto andando a messa tutte le mattine prima di andare al lavoro e devo dire che mi aiuta tanto e insieme partecipiamo alla messa domenicale.
Insomma si rende necessario nel nostro caso una rieducazione all’amore, sto pregando molto per questo ma vedo pochi frutti e talvolta mi scoraggio.
Noto invece che chi scende a compromessi e non si preoccupa più di tanto delle vie di Dio ha una vita molto più concreta della mia, non vuole essere una critica perché io ora non tornerei più alla vita di prima. 
Volevo chiedere quale è l’atteggiamento del cristiano di fronte alle tante situazioni affettive irregolari di oggi (talvolta mi mandano in crisi…). La tentazione è quella di sentirsi perfetti ma sono consapevole che è profondamente sbagliato. 


Risposta del sacerdote

Carissima,

1. Innanzitutto mi compiaccio della scelta che hai fatto e cioè di interrompere la parziale convivenza e tornare a casa tua.
Soprattutto mi compiaccio per la tua determinazione a vivere in castità.
Questa determinazione è un grande regalo che fai al tuo ragazzo il quale ha bisogno, al pari di te e forse ancor più di te, di porre le premesse della fedeltà e dell’autentico amore matrimoniale.

2. La fedeltà matrimoniale non si improvvisa con il matrimonio, ma è frutto di uno stile di vita iniziato prima del matrimonio.
Ognuno di noi deve imparare a dominare i propri impulsi, a diventare signore di se stesso.

3. Come avrai notato, ho detto che la castità nel fidanzamento è premessa indispensabile per vivere l’autentico amore all’interno del matrimonio.
La contraccezione non è autentico amore, diceva Giovanni Paolo II, anzi falsifica il linguaggio interiore del rapporto coniugale perché mentre quel gesto vuole esprimere la donazione totale di sé, di fatto con la contraccezione.
Quel gesto diventa sotto certi aspetti una bugia.

4. La castità, mentre evita la contraccezione, aiuta a sviluppare un autentico amore che spinge al rispetto del coniuge, anche nella sua dimensione corporale e nei suoi ritmi biologici.
Il rispetto è quell’atteggiamento interiore che aiuta a vedere qualcosa di grande e quasi di immeritato nel proprio coniuge, diventato col battesimo tempio dello Spirito Santo.

5. A tal fine i cristiani ricevono insieme con la grazia anche quel dono dello Spirito Santo, detto del timor di Dio, che fa sentire riverenza nei confronti della persona che ci sta accanto e per Colui che vi abita dentro.
Questo dono aiuta a stare alla presenza di Dio, a vedere e a venerare nel nostro prossimo la presenza di Dio.

6. Se le cose stanno così, si comprende bene come il matrimonio sia una strada che si percorre insieme in ordine a quella progressiva santificazione nella quale consiste tutto il senso della vita presente.

7. Comprendo il senso di solitudine che avverti guardandoti attorno, mentre vedi tanti giovani, anche battezzati, che fanno un percorso tutto diverso.
Sono battezzati, sì, ma il battesimo è stato accantonato nella loro vita e di fatto non incide più perché non camminano secondo Dio.
Preferiscono seguire le vie del mondo. Ma sappiamo tutti a che cosa portano le vie del mondo già nella vita presente.

8. Ciò che infine ti dico è questo: custoditevi a vicenda nelle vie di Dio vivendo nella grazia sua.
Custoditevi a vicenda attraverso la preghiera personale e comune, attraverso la partecipazione ai sacramenti dell’eucaristia e della penitenza, attraverso il nutrimento dalla parola di Dio.
Il Signore vi chiama ad essere “irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione …. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita” (Fil 2,15-16)
Là dove l’ho messo… … il testo sacro dice: in mezzo ad una generazione malvagia e perversa.
A scanso di equivoci e di giudizi drastici e anche temerari, San Tommaso commenta: è malvagia “quanto alle opere cattive” e cioè al peccato, e perversa “quanto all’infedeltà”.

Vi assicuro la mia preghiera, vi benedico e vi auguro ogni bene.
Padre Angelo