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Vergine laica domenicana (1514-1577)
La sofferenza fisica fu lo strumento di cui si servì la Provvidenza per cesellare l’anima di Bartolomea Bagnesi, fiorentina. Dopo il rifiuto di una proposta matrimoniale, ella fu colta da una malattia misteriosa che la tenne immobilizzata a letto per quarantacinque anni, tra il succedersi di atroci attacchi, che si intensificavano ogni venerdì, nella Settimana Santa e in varie altre solennità liturgiche.
Ben otto volte le fu amministrata l’Unzione degli Infermi. A trentatrè anni divenne terziaria domenicana secolare e con la gioiosa accettazione del dolore e l’abituale serenità di spirito, con la corrispondenza e la parola prudente realizzò perfettamente il suo ideale di predicatrice. La pazienza con cui sopportò la malattia le creò intorno una unanime stima di santità; molti si recavano da lei per chiedere preghiere e consigli. Ebbe strette relazioni col monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze, e alla sua morte (28 maggio 1577) vi venne seppellita; ivi si venera il suo corpo incorrotto. Santa Maria Maddalena dè Pazzi, entrata più tardi in quel monastero, fu miracolosamente guarita per l’intercessione della Beata Bartolomea.
Pio VII ne approvò il culto l’11 luglio 1804.