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Quesito
Gentile padre,
porti pazienza anche questa volta e veda di darmi una qualche risposta.
Alcuni giorni fa, si è visto il Papa mostrare un ostensorio gigantesco in oro massiccio (suppongo) indossando un paramento sacro anche questo sontuosamente ricamato in oro (sempre suppongo).
Il classico sfoggio di povertà della Chiesa Cattolica!
Io sono sicuro che il suo predecessore (il poverello di Assisi) al suo posto, si sarebbe sicuramente presentato indossando un saio fatto di tessuto da sacchi e tenendo in mano una semplice croce di legno simboleggiando in maniera efficace che contro le leggi inflessibili della natura non c’è pezza che tenga!!
saluti.
e.m.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. a beneficio dei nostri visitatori ricordo che il fatto al quale ti riferisci è la benedizione urbi et orbi che Papa Francesco ha dato con l’ostensorio in piazza san Pietro per implorare la fine della pandemia.
Non so se l’ostensorio usato dal Papa sia di oro massiccio né se il piviale che ha usato fosse ricamato in oro.
Supponiamo però che sia proprio così come tu dici.
2. Ebbene ti rispondo nel lunedì santo, in un giorno in cui la liturgia della Chiesa ci ricorda il gesto compiuto da Maria sorella di Marta e Lazzaro, sei giorni prima della morte del Signore.
Nel bel mezzo della cena “prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?»” (Gv 12,3-5).
3. Era veramente “assai prezioso” quel profumo se Giuda con un colpo d’occhio disse che poteva essere venduto per trecento denaro.
Il denaro era la paga che si dava al lavoratore al termine della sua giornata.
Trecento denari erano quasi come lo stipendio annuo di un lavoratore.
Giuda mormorò e disse che era uno spreco.
Probabilmente anche alcuni degli apostoli si accodarono a Giuda perché secondo alcuni codici e anche secondo la versione latina del Vangelo il Signore nella risposta non ha detto “lascia stare”, ma “lasciatela stare” (Sinite illam), al plurale.
4. Ed ecco il motivo portato dal Signore: “Perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura” (Gv 12,7).
Qualche autore pensa che Gesù abbia voluto dire apertamente il segreto motivo per cui Maria aveva compiuto quel gesto.
Maria lo faceva certo perché aveva risuscitando il fratello Lazzaro e glielo aveva restituito. Lazzaro era ben più prezioso di trecento denari.
Ma lo faceva anche in previsione della morte del Signore che sentiva ormai imminente.
Per tre volte il Signore aveva parlato della sua morte. Gli apostoli non avevano ancora compreso questo avvertimento.
Maria invece, più sensibile e più attenta alle parole di Gesù come ce la mostra il Vangelo in un’altra occasione (“Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola”; Lc 10,39) presentiva la morte di Gesù.
E temendo che dopo la crocifissione il suo corpo sanguinoso restasse senza onori, anticipò l’unzione. Per questo Gesù dice: “Ella (…) ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura” (Mc 14,8).
5. A quei tempi si usava ungere il corpo prima della sepoltura per ritardare il processo di putrefazione.
Ma noi vediamo nella morte e nella sepoltura di Gesù qualcosa di grande.
In virtù della passione e morte di Gesù noi siamo stati riscattati “a caro prezzo” (1 Cor 6,20).
In virtù di quel “caro prezzo” siamo stati riscattati da colui che teneva sotto la sua schiavitù l’umanità intera.
In virtù di quel “caro prezzo” ci sono stati perdonati peccati.
In virtù di quel “caro prezzo” siamo stati resi partecipi della vita di Dio, meritando di essere trattati come suoi figli adottivi.
In virtù di quel “caro prezzo” ci è aperto il Paradiso e ci verranno restituiti tutti i nostri cari per un vicolo ben più duraturo di quello per cui Marta e Maria riebbero Lazzaro.
6. Nell’ostensorio usato dal Papa era presente Gesù Cristo, che benediceva e confortava il mondo.
Come non accogliere il Signore al meglio delle nostre possibilità non soltanto spirituali ma anche materiali?
Quale benedizione possiamo pretendere pensando di dargli troppo e mormorando come Giuda e altri apostoli dicendo che è uno spreco?
Se ci fosse un prezzo da pagare per ottenere la fine della pandemia diremmo che è sempre poco.
Al pensiero che l’oro lo teniamo nelle nostre case per la fortuna dei ladri!
E invece per manifestare il nostro onore e il nostro amore diciamo che basta solo il legno!
Nessuno sposo farebbe così con la sua sposa.
7. Mi domandi come si sarebbe comportato San Francesco, di cui il Papa attuale ha voluto prendere il nome.
Certo san Francesco per se stesso aveva dismesso gli abiti finissimi fornitigli da suo padre e si era rivestito di sacco.
Ma le fonti francescane che raccolgono le prime testimonianze sulla vita di San Francesco riferiscono che:
“Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità.
Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva.
Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri.
Infatti, essendo colmo di reverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e, quando riceveva l’agnello immolato, immolava lo spirito in quel fuoco, che ardeva sempre sull’altare del suo cuore.
Per questo amava la Francia, perché era devota del Corpo del Signore, e desiderava morire in essa per la venerazione che aveva dei sacri misteri.
Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose, perché riponessero in luogo il più degno possibile il prezzo della redenzione, ovunque lo vedessero conservato con poco decoro” (Fonti francescane 789).
8. Questo luogo “il più degno possibile” per San Francesco era eco di un altro luogo che voleva il più degno possibile per conservarvi la presenza di Gesù, “il prezzo della redenzione”.
Questo luogo era il suo cuore.
Ma non si accontentava solo del suo cuore. Voleva anche l’esterno.
9. L’onore e la gloria anche esterna riservata al Signore ci attira la sua benevolenza e ci porta le più grandi benedizioni.
A te, caro amico, l’augurio più bello: che il tuo cuore sia il più degno possibile per conservarvi la presenza di Gesù, “il prezzo della redenzione”.
E l’augurio che anche all’esterno tu possa fare la stessa cosa come un altro San Francesco e come un altro frate francescano della prima ora: custodire Gesù, il prezzo della redenzione, con i beni più preziosi che la Divina Provvidenza ti ha elargito.
Accompagno quest’augurio con la mia preghiera.
Ti benedico.
Padre Angelo