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Quesito
Gentilissimo padre,
la contatto in quanto, pur consultando i vari documenti della Chiesa in materia, non riesco a capire bene il concetto di accanimento terapeutico, ovvero la sua distinzione dall’eutanasia.
Nell’ attesa di una sua risposta, le porgo i miei ringraziamenti e i miei saluti
La pace di Cristo
Davide
Risposta del sacerdote
Caro Davide,
1. accanimento terapeutico ed eutanasia sono due atteggiamenti fra di loro contrari.
2. Per eutanasia s’intende la volontà di procurare la morte per pietà, allo scopo di eliminare radicalmente le ultime sofferenze.
Pertanto per eutanasia s’intende “un’azione o un’omissione che di natura sua, o nelle sue intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. L’eutanasia si situa dunque al livello delle intenzioni e dei metodi usati”. Così si è espressa la Congregazione per la dottrina della fede nella Dichiarazione sull’eutanasia Iura et bona del 5.5.1980 (par. II).
3. Per accanimento terapeutico invece s’intende la volontà di ritardare con ogni mezzo e ad ogni costo il momento della morte anche quando le terapie che si prestano non servono più a nulla.
Si tratta di un’ostinazione inutile e anche dannosa per il paziente che viene sottoposto a gravi sofferenze.
4. Il giudizio morale della Chiesa condanna tutte e due le pratiche.
L’eutanasia si configura come una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata e moralmente inaccettabile di una persona umana.
A seconda delle modalità con cui viene attuata porta con sé la malizia propria del suicidio o dell’omicidio.
5. L’eutanasia non è mai lecita perché la vita umana non è di proprietà dei singoli individui.
E che non ne siamo proprietari risulta dal fatto che l’esistenza non ce la siamo data noi né che continuiamo a darcela da soli.
L’esistenza ci viene sempre irrorata di istante in istante da Dio.
6. Tu potresti dirmi: ma questo discorso vale anche per gli animali, eppure è lecito ucciderli.
Ti rispondo dicendo che il discorso è diverso perché la persona umana ha un’anima spirituale, direttamente creata da Dio e destinata ad esistere per tutta l’eternità. Proprio per questo la persona appartiene solo a Dio, ha valore di fine e non di mezzo.
Gli animali invece per venire all’esistenza non hanno bisogno di un intervento creatore da parte di Dio. Inoltre, non essendo destinati ad esistere eternamente (non hanno un’anima immortale), sono nell’ordine dei mezzi e le persone ne sono godere la proprietà.
7. Per l’accanimento terapeutico desidero precisare che ho parlato di terapie.
Queste si possono sospendere quando sono chiaramente inefficaci.
Tuttavia è necessario distinguere tra terapie e cure.
Dare alimentazione ad una persona non è una terapia, ma una cura.
Le cure normali come il nutrimento, la ventilazione e l’idratazione non vanno mai omesse.
Pertanto se l’accanimento terapeutico va tralasciato, non vanno tralasciate invece le cure di cui ti ho parlato.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo