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Quesito
Caro Padre Angelo,
ci terrei a ringraziarla per le belle risposte datemi privatamente; oggi le scrivo riguardo alla sopportazione che dobbiamo avere verso le persone moleste, vorrei sapere l’atteggiamento idoneo da tenere (e cosa dice la bibbia a riguardo), sopratutto se si tratta dei propri amici.
Arrivederci.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il “sopportare pazientemente le persone moleste” viene catalogato tra le opere di misericordia spirituale.
Capita a tutti di avere persone moleste al fianco (e può darsi che anche noi lo siamo per qualcun altro).
La presenza delle persone moleste sotto un certo aspetto è provvidenziale, perché ci ricordano costantemente che siamo molto lontani dall’amare il Signore in pienezza e dall’essere miti e umili di cuore.
2. Mi domandi che cosa bisogna fare per sopportare pazientemente.
San Tommaso d’Aquino dice che ci vuole una motivazione più alta dei difetti del prossimo.
Questa motivazione più alta è l’amore per il Signore e per la sua causa, e cioè per il Vangelo e per la conversione dei peccatori.
Lo dice con altre parole, ma la sostanza è la stessa: “Mai si accetterebbe il dolore per se stesso, ma solo per uno scopo.
È quindi necessario che il bene per cui uno accetta di soffrire sia più bramato e amato di quel bene la cui privazione produce il dolore che sopportiamo con pazienza.
Ora, il fatto che uno preferisca il bene soprannaturale a tutti i beni naturali, la cui perdita può arrecare dolore, è dovuto alla carità, che ama Dio sopra tutte le cose.
Perciò è evidente che la pazienza, in quanto virtù, è causata dalla carità, secondo le parole di S. Paolo (1 Cor 13, 4): «La carità è paziente»” (Somma teologica, II-II, 136, 3).
3. S. Agostino la pensa nel medesimo modo quando dice: “è la forza del desiderio che produce la sopportazione delle fatiche e dei dolori; e nessuno accetta di sopportare il dolore se non perciò che piace” (De patientia 4).
4. Domani 11 ottobre ricorre la memoria del Beato Papa Giovanni XXIII.
Anche lui, da papa, aveva da sopportare alcune molestie.
Senti con quale spirito le prendeva: “Ciò non mi toglie interiormente la sensibilità per qualche mancanza di riguardo che credo mi sia fatta. Ma anche ne godo innanzi a Dio come in esercizio di pazienza e di nascosto cilicio per i peccati miei, e per ottenere dal Signore il perdono per i peccati del mondo intero” (Il Giornale dell’anima, 11 agosto 1961).
Dunque ne godeva perché aveva dinanzi bene più alti da conquistare: strumento di espiazione (nascosto cilizio) per i suoi peccati e dei peccati del mondo intero.
Domandiamo a questo Grande Papa, che è nostro intercessore in Cielo, di donarci un poco del suo spirito di pazienza.
Per questo ti assicuro un ricordo nella preghiera.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo