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Quesito
Carissimo padre,
ho un problema. Io cado molto spesso nello stesso peccato, la masturbazione!!!!
Io sono un ragazzo che già da tanto frequento la chiesa e sento che questo grave peccato mi allontana da Dio, dalla sua grazia, dal regno. Sono tanto dispiaciuto. Mi sento giù.
Caro padre, io confesso sempre il mio peccato per ricevere misericordia e perdono da parte di Dio padre onnipotente ma cado subito senza neanche accorgermene.
Caro padre, le scrivo perchè voglio dei consigli concreti per come fare per vincere questo peccato!!! Io prego sempre ma cado lo stesso!! Non posso portarmi dietro questo peccato che mi schiaccia e mi demoralizza!!!
mi aiuti!!!!!
lode a Gesù
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la prima cosa che ti consiglio consiste nel tenere la testa libera da qualsiasi pensiero o immagine impura.
Tutto parte dalla testa, vale a dire da come noi pensiamo, fantastichiamo, ci relazioniamo con gli altri.
La purezza ha la sua sede nell’anima, diceva san Tommaso, anche se la sua materia è nel corpo.
2. Il Signore ha insegnato che bisogna “purificare prima di tutto l’interno del bicchiere e del piatto, perché diventi puro anche l’esterno” (Mt 23,26).
Un grande maestro di vita spirituale, il Cassiano, diceva che bisogna “badare alla testa del serpente (Gn 3,16) cioè al primo apparire dei pensieri pericolosi con i quali egli cerca di strisciare dentro la nostra anima. Perché se noi accogliamo la testa, cioè il primo stimolo del pensiero, finiremo per accogliere il resto del corpo del serpente, cioè consentiremo” (cassiano, Filocalia, I, p. 130).
3. Inoltre è necessaria una disciplina dei nostri sensi.
La prima disciplina è senz’altro costituita dallo sguardo dagli occhi.
Su questo punto la Scrittura ricorda che il peccato di Davide è partito da uno sguardo.
Gesù ha detto: “Ricordatevi della moglie di Lot” (Lc 17,32), la quale per aver disobbedito al comando dell’angelo ed essersi voltata indietro, divenne una statua di sale.
Certi sguardi e certe curiosità hanno la capacità di rendere una persona schiava dei sensi.
San Luigi Orione diceva che i pensieri e le immaginazioni impure sono come la pece. Se li si tocca ci si imbratta e che difficoltà per liberarsi dall’appiccicaticcio della pece! Sembra che non se ne voglia andare via. Non basta l’acqua comune, non basta neanche l’acqua e il sapone. Ci vuole l’acquaragia, che nel nostro caso assomiglia alla confessione sacramentale.
4. Inoltre devi aprirti all’impegno e alla dedizione al prossimo.
Qualcuno ha detto che la masturbazione è egoismo allo stato puro.
Allora solo una mente che è piena di ideali, di volontà di fare, di dedizione a favore del prossimo può essere liberata dalla tentazione costante di ripiegarsi su se stessa.
5. Non pensare che questo problema si risolva da sé, col passare del tempo.
I vescovi italiani ricordano che “è profondamente errato l’atteggiamento di chi crede che in questo campo siano possibili una maturazione spontanea e un superamento automatico delle difficoltà, degli errori, delle tendenze egoistiche e deresponsabilizzanti” (Evangelizzazione e cultura della vita umana, 45).
Vi vuole dunque impegno, combattimento.
La lussuria può venire da sola, ma non se ne va da sola.
Necessita di essere cacciata fuori.
E sono convinto che più forti saranno le tue reazioni alle tentazioni, più duratura sarà la pace e la serenità che proverai nella tua anima.
6. Da ultimo, ma è tra le prime cose da fare, bisogna essere persasi, che dopo il peccato originale, la vittoria contro i sensi, non la si riporta da soli, ma con l’aiuto della grazia di Dio.
Allora questa grazia di Dio va invocata mediante la preghiera.
A questo proposito mi permetto di richiamare alla tua memoria e a quella dei nostri visitatori la bella testimonianza che ci ha lasciato il seminarista Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, quando aveva appena sedici anni. “8 dicembre (1897), festa dell’immacolata Anzitutto intimamente persuaso che la santa purità è grazia di Dio, senza la quale io sono capace solo di violarla, farò anche in questo affare la gran base dell’umiltà, diffidando di me stesso e ponendo ogni mia confidenza in Dio ed in Maria santissima. Laonde ogni giorno pregherò il Signore per la virtù della santa purità e massimamente mi raccomanderò a lui nella santa comunione, a lui che nell’Eucaristia mi appresta il «frumentum electorum et vinum germinans virgines» (“il frumento degli eletti e il vino che germina i vergini”, Zc 9,17). Della Regina dei vergini poi sarò tenerissimo; ed oltre ad altre preci che la mia devozione mi suggerirà, applicherò sempre l’ora di prima dell’ufficiolo, la prima Ave Maria dell’Angelus, la prima posta del rosario per l’acquisto e conservazione della santa purità. Terrò pure impegnato san Giuseppe, sposo castissimo di Maria, recitando a lui, due volte il dì, l’orazione «O virginum custos», e sarò devoto dei tre santi giovani suddetti, la cui purità mi studierò di trasfondere in me stesso”.
7. Al di là di alcune espressioni arcaiche, tipiche degli scritti della fine ‘‘800, commuove l’impegno di questo adolescente per conservare e rendere sempre più bella la virtù della purezza, di cui sentiva di averne bisogno. Quello che ha fatto Papa Giovanni all’età di 16 anni, siamo chiamati a farlo tutti e sempre in ogni stagione della nostra vita. Prova anche tu, nella Santa Comunione di ogni giorno, a domandare la virtù della purezza. Poi chiedila ogni giorno esplicitamente alla beata Vergine. E poi chiedi a san Giuseppe di custodirla.
8. Infine ti chiedo di confessarti in maniera regolare e frequente (ogni quindici giorni o anche ogni settimana) e possibilmente dal medesimo sacerdote. Confessati sia che tu abbia nella coscienza questo peccato sia che tu non lo abbia. La confessione non soltanto conferisce serenità alla nostra anima, ma dà anche la forza di risuscitare e di cambiare. Cristo l’ha istituita proprio nel giorno della sua risurrezione. Questa risurrezione la vuole comunicare incessantemente anche a noi perché possiamo vivere da risorti.
Ti ricordo volentieri nella preghiera, ti saluto e ti benedico. Padre Angelo